Ferie retribuite

Ferie retribuite Ferie retribuite A e e o ) i i o o n è o o . n e o e l o i A Teheran, il più antico trono imperiale del mondo traballa nel tumulto della insurrezione. Esiste, nel galateo regale, anche una norma per deporre convenientemente la corona sotto la minaccia della collera popolare? Si può rintracciare, perlomeno, un precedente da manuale, e viene da una torinese, Clotilde di Savoia, andata sposa al principe Gerolamo Napoleone. Il 4 settembre 1870, dopo Sédan, nella capitale in rivolta, a chi la scongiura di fuggire travestita, in incognito, per salvarle la vita, Clotilde risponde: «Peur et Savoie ne se soni jamais rencontrées». E vuole che la sua giornata si svolga, tra i bagliori dell'insurrezione, come al solito: con la messa e la visita agli infermi Poi sale sulla sua vettura e, a fronte alta, con tutte le insegne del rango, attraversa la folla in rivolta «en vraie Feretri rie buite princesse — annota un memorialista —qui ne veut ni braver, ni craindre». C'è, riconosciamolo, uno stile. Anche nel palazzo imperiale di Teheran, attorniato dalla folla che scandisce «Lo scià se ne vada», il «Re dei re» deve affrontare il destino. Contratta con Shapur Bakhtiar, il leader dell'opposizione incaricato di formare il nuovo governo, e trova un compromesso: partirà «per la prima di una serie regolare di vacanze», da trascorrere in qualche tranquilla località occidentale. Approfittandone, magari per sottoporsi ad un «check-up», come un qualunque borghese dirigente d'azienda sotto «stress». Lo stile non è più regale, è manageriale: sullo sfondo non si affacciano più le ombre cupe dell'esilio, ma la clinica svizzera e la scoperta del diritto alle ferie annuali retribuite, g. mart.

Persone citate: Gerolamo Napoleone, Savoie, Shapur Bakhtiar

Luoghi citati: Teheran