Pertini: lotta alla disoccupazione e mezzi più idonei antiterrorismo di Luca Giurato

Pertini: lotta alla disoccupazione e mezzi più idonei antiterrorismo II Capo dello Stato invia un severo messaggio al Paese Pertini: lotta alla disoccupazione e mezzi più idonei antiterrorismo ROMA — Nel suo primo messaggio di Capodanno trasmesso dalla tv. Sandro Pertini ha cominciato col rivoluzionare la «scenografia» tradizionale di queste circostanze. Niente scrivanie poderose e nessun foglio davanti al naso; seduto su una poltrona, l'inseparabile pipa in mano, il nuovo Presidente della Repubblica ha parlato a braccio, per quasi quindici minuti, tracciando un quadro preoccupato e grave della situazione nazionale ed internazionale. Tale preoccupazione però non è mai sconfinata nel pessimismo o in un avvilito sconforto: anche quando si è rivolto a quelle frange di giovani che hanno scelto la strada folle del terrorismo, Pertini ha avuto accenti di «fede vigorosa». «Non armate la vostra mano — ha esclamato — armate il vostro animo». Terrorismo, disoccupazione e rigurgiti fascisti nel mondo sono i tre problemi che più preoccupano il Capo dello Stato. Pertini si è detto certo che «riusciremo a risalire la china se non si spezzerà quella unità nazionale che è stata voluta da un uomo politico, dal cuore puro e dal forte ingegno, legato a me da amicizia fraterna, spietatamente assassinato, Aldo Moro». Il richiamo allo statista scomparso, all'uomo dalle «visioni lunghe», non assume un significato né commemorativo né formale; è una presa di posizione netta e precisa in favore dell'attuale maggioranza e contro ogni ipotesi di crisi di governo che potrebbe sconvolgere gli equilibri politici scaturiti da una delle crisi più lunghe e travagliate. Come Moro (del quale si ritrovano nel messaggio presidenziale alcuni temi a lui cari) Pertini è uomo dal «cuore puro e dal forte ingegno» ; non si trincera dietro la tradizionale diplomazia e i formalismi solenni della sua alta carica. Dice schiettamente quel che pensa anche sulle questioni politiche più attuali c delicate. Dice che bisogna far funzionare questa maggioranza e questo governo, perché, almeno sino alla scadenza naturale della legislatura, non ci sono alternative predicabili. In un momento di grande incertezza, quando tutti ipotizzano una crisi più o meno pilotata, il Quirinale fa sapere che i problemi, oggi, si risolvono dando forza alla linea di unità nazionale. Per il Capo dello Stato, que¬ sta maggioranza e questo governo hanno però mancato, almeno sino ad oggi, in due compiti fondamentali: la lotta al terrorismo e la lotta alla disoccupazione, in particolare quella giovanile. «Bisogna riconoscere con franchezza che non siamo sufficientemente attrezzati per affrontare il terrorismo e forse i nostri servizi di informazione non funzionano a perfezione — dice Pertini —. Dobbiamo attrezzare validamente le forze dell'ordine, dobbiamo attuare la riforma di pubblica sicurezza e dobbiamo in modo particolare cercare di accertare chi sono questi terroristi e chi sono i loro mandanti, coloro che li manovrano». Inesistenza o quasi dei nostri servizi segreti, sgretolati da una vecchia polemica politica sulla quale, comunque, anche il pei ha fatto l'autocritica; ritardi legislativi su una riforma come quella della «ps» che ha diviso e scontentato tutti prima ancora di essere discussa in Parlamento; lentezza e, forse, intollerabili compiacenze nell'individuare i «burattinai» della strategia del terrore: in poche parole. Pertini ha indicato al governo e alle forze politiche la strada che è indispensabile battere se si vuol far rientrare «l'ondata di terrorismo» che si è abbattuta sul nostro Paese. Dall'ondata terroristica al «muro» della disoccupazione. «Afi preoccupa», dice Pertini, specialmente quella dei giovani che «escono dalla scuola con un diploma o con una laurea persuasi di potersi incamminare verso la vita sicuri e invece trovano subito dinnanzi a loro il muro della disoccupazione». E' un muro che disorienta e sconvolge alcuni giovani, spingendo delle minoranze verso la violenza. Pertini dice che va abbattuto, perché la stragrande maggioranza della nostra gioventù •è moralmente sana», non ha bisogno di sermoni. Dai grandi temi nazionali a quelli internazionali. Pertini auspica l'unità europea, la nascita di una Europa forte che potrà svolgere un'operazione di mediazione e di pace tra le due super-potenze. Nell'offensiva di pace di Pertini («cittadino italiano, ma anche cittadino del mondo») non poteva mancare quello che è il vero motivo dominante della sua vita: l'antifascismo e la lotta per la libertà: «Sicuro di non compiere alcuna interferenza, protesto con fermezza perché in molti Stati vi sono ancora uomini che soffrono in carcere, che sono torturati e che vengono perseguitati per le loro idee». Luca Giurato

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