Lo Scià per ora resta sul trono di Ennio Caretto

Lo Scià per ora resta sul trono Oriente in crisi dal Golfo Persico all'Indocina Lo Scià per ora resta sul trono La decisione di rimanere temporaneamente nel Paese comunicata dall'ambasciatore dell'Iran a Washington DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Lo Scià ha deciso di non abbandonare per il momento l'Iran; il generale Azhari. capo della giunta militare, si è dimesso; l'elenco dei ministri del nuovo governo è completo e il governo stesso dovrebbe entrare in carica entro la settimana. Queste sono le ultime notizie sulla crisi iraniana, giunta all'apice della violenza e dello spargimento di sangue, confermate ieri dal Dipartimento di Stato americano. I portavoce hanno aggiunto che l'ambasciata Usa a Teheran ha «consigliato» ai familiari dei concittadini che lavorano in Iran di lasciare il Paese, precisando però che non si tratta di evacuazione. Lo stesso hanno fatto le ambasciate dei Paesi della Cee e del Canada. Il consiglio è stato dato in ritardo: uno sciopero ad oltranza ha chiuso l'aeroporto di Teheran. La decisione dello Scià di restare temporaneamente a Teheran è stata comunicata al Dipartimento di Stato dall'ambasciatore iraniano a Washington, Zahedi. secondo n quaie n monarca na staonrto, d'accordo con Shahpur Bakhtiar. incaricato di formare il nuovo governo, di rimanere in Iran per circa un mese. L'ambasciatore ha dichiarato che il Fronte nazionale si è spaccato in due. e che il suo leader. Sanjabi. contrario, a qualsiasi compromesso con lo Scià, ha espulso Bakhtiar dalla direzione, ma che le prospettive per la formazione del nuovo governo sono egualmente «eccellenti*. Zahedi ha attribuito le dimissioni del generale Azhari ad una malattia di cuore e al desiderio che la giunta militare faccia posto a un gabinetto di civili. Lo Scià, ha sottolineato, le ha accettate, chiedendo tuttavia ad Azhari di mantenere l'incarico fino all'insediamento di Bakhtiar. Il Dipartimento di Stato ha definito gravi l'escalation della rivolta in Iran, gli attacchi di estremisti contro i consolati americani in numerose città e la chiusura dell'aeroporto di Teheran. Ha però rifiutato di rivelare quali decisioni abbia preso il presidente Carter dopo la riunione di ieri a Camp David con il consigliere politico, Brzezinskl. il segre- tario di Stato, Vance, e il ministro della Difesa, Brown. Quest'ultimo era tornato da Los Angeles, dove aveva avuto un lungo colloquio con un alto funzionario iraniano giunto al seguito della madre novantenne dell'imperatore. Ufficialmente gli Stati Uniti continuano a respingere l'ipotesi di un Iran senza Scià, ma l'oggetto della riunione di Camp David sembra essere stato proprio questo. L'ambasciatore americano a Teheran, Sullivan, non è estraneo alla scelta di Bakhtiar da parte dello Scià, e un'intervista rilasciata dallo stesso Bakhtiar al New York Times, avrebbe fornito a Carter e ai suoi collaboratori elementi utili per un piano di emergenza. Pur essendo sempre stato all'opposizione, l'esponente del Pronte nazionale è ritenuto filo-occidentale, e non è sgradito agli Alti Comandi delle Forze Armate iraniane. Bakhtiar ha lasciato intravedere questo quadro: abdicazione dello Scià a favore del figlio diciottenne, Reza Palliavi ; creazione di un consiglio di reggenza o consiglio esecutivo con alcuni dei poteri reali, passaggio dalla monarchia assoluta a quella costituzionale. Bakhtiar, che presenta oggi allo Scià l'elenco dei ministri, ha dichiarato al New York Times ti* prevedere che il sovrano manderà, domani o dopo, un decreto al Parlamento per 10 scioglimento della giunta militare costituita il 5 novembre e l'insediamento del gabinetto civile. Ha aggiunto che presenterà il suo programma alla Camera e al Senato venerdì o sabato. Dicendosi dispiaciuto della sua espulsione dalla direzione del Pronte nazionale, ha insìstito sull'appoggio di un'«ampia maggioranza dello stesso» e ha fatto 11 nome, tra i suoi sostenitori, di Ahmad Mossadeq, figlio di Mohammed Mossadeq, il prestigioso premier dell'inizio degli Anni Cinquanta nemico dello Scià. Il sessantaduenne uomo politico ha precisato che il monarca «è molto stanco, mi ha detto di voler abbandonare il Paese presto, ma l'ho pregato di restare per un adeguato periodo di transizione». Secondo Bakhtiar, il sovrano vorrebbe sottoporsi a cure mediche, ma non avrebbe ancora deciso se farlo all'estero 0 in patria. Bakhtiar ha sottolineato che lo Scià non intende abdicare né rinunciare al suo ruolo di comandante in capo delle Forze Armate. Il Neiv York Times scrive testualmente: «Secondo Bakhtiar, toccherà allo stesso Scià prendere una decisione, una volta che l'ordine sarà ristabilito nell'Iran, e non si esclude che ceda il trono al figlio Reza, attualmente negli Stati Uniti all'Accademia aeronautica militare del Texas». Il premier incaricato ha cosi delineato il suo programma: 1) Il consiglio che eserciterà 1 poteri durante il periodo di assenza dello Scià sarà composto dal capo del governo, dal presidente della Corte costituzionale, dal leader del Senato e da quello del Parlamento, e da quattro altre autorità «scelte dal sovrano». 2) La maggioranza dei ministri del gabinetto civile avrà tra 45 e 55 anni, «e non sarà identificabile con nessuno degli episodi di corruzione del passato». 3) Subito dopo l'instaurazione del governo, saranno operati arresti di alti funzionari responsabili di abusi di potere, corruzione, soffocamento delle libertà civili. 4) La legge marziale sarà abolita solo gradualmente, a seconda delle città e province, per evitare «che gruppi di estremisti e di comunisti infiltratisi tra i dimostranti continuino a fomentare la violenza». 5) Il nuovo governo cercherà di ottenere l'appoggio dei leader religiosi, a cominciare da Khomeini. in esilio in Francia. 6) Il posto di ministro della Difesa sarà assegnato all'unico militare nel gabinetto dei civili, generale Djam. ex capo di Stato Maggiore. «Condivido — ha spiegato Bakhtiar al New York Times — la preoccupazione degli Alti Comandi che non si lasci spazio a ulteriori infiltrazioni di estremisti e di comunisti, una volta ristabilito l'ordine». Ennio Caretto I t'Iterati. Lo Scià con l'ambasciatore iraniano a Washington