Più riviste che pubblico

Più riviste che pubblico Più riviste che pubblico GLI italiani non comperano fotografie d'autore, come succede in Francia o negli Stati Uniti. Non ci credono, non si fidano, e semmai vanno ad acquistarle dove esiste davvero un mercato. A «Il Diaframma», via Brera a Milano, la più vecchia galleria d'Europa, tre mostre al mese da ottobre a giugno e una rivista nata nel 1957, qualche volta han venduto qualcosa ma ciò che va sono soprattutto i libri e alla Electa, che da qualche anno propone i suoi «Portfolio» (12 foto, tiratura numerata di mille copie) le cose cominciano ad andare: «Ma su 800 librerie del nostro circuito meno di 100 espongono i "Portfolio"». Hanno pubblicato Ray, Nadar, Capa, Arbus, Hine, Modotti, Cartier-Bresson, Roiter e adesso preparano Beaton, Blumenfeld, Moholy-Nagy, Stiegliz, Berengo Gardin. «A 30 mila a cartella portiamo a casa 13.500 lire; ma vogliamo dimostrare che se ci mettiamo possiamo fare cose che qualitativamente non fa nessuno». Siamo, in compenso, il paese nel mondo in cui si stampano più «periodici» dedicati alla fotografia, e se ne vende di meno. «Tutti attorno alla stessa torta pubblicitaria», dice Giorgio Coppin che ha appena assunto la direzione de «Il Fotografo» (Mondadori), 45 mila copie dichiarate, 2500 lire per fascicolo mensile. E 66 mila ne denuncia «Photo», mensile a 2500 lire, sei anni di vita, che nell'edizione madre, in Francia, tira «più del doppio» e «molto di più» in Germania. «Troppe testate, in Italia, per consumi modesti», è anche la loro opinione; al mercato nostrano delle foto d'autore non credono: abbiamo «una struttura economica diversa» e «i rari collezionisti italiani acquistano all'estero». «Il Progresso fotografico» esiste dal 1894, annuncia 35 mila copie, ma dice che vende anche 60 mila copie di «Tutti fotografi» (1500 lire ma a gennaio aumenterà di prezzo) e altre 40 mila dell'edizione italiana di «Zoom», quattromila lire, standard medio-alto come i lettori della concorrenza che è «Photo». Chi vende assolutamente più di tutti è «Fotografare», almeno 90 mila copie: rivendica «la fotografia ai foto¬ grafi e via i critici che vengono dalle belle arti e inquinano tutto». Comunque «c'è stata un'inflazione» di libri sulla fotografia e di interesse, dice Anna Maria Gandini che alla librerìa Milano Libri, in via Verdi a Milano, a una sezione che era «una parente povera» ha dovuto oramai dedicare tutto il mezzanino della libreria. «In principio gli editori italiani riuscivano a far prezzi modesti. Adesso rincara¬ no, e le edizioni sono meno belle dell'originale, che per lo più è americano». / clienti? Sono giovani, ma non vogliono più «cronaca», o «sociale». Cercano i «classici» A maggio Guanda rimetterà in pista la «Illustrazione italiana», diretta da Giovanni Raboni: ex Garzanti tutti e tre, casa, rivista e direttore. Ci saranno i giovani fotografi straordinari dei tempi di Gaetano Tumiati? c. s.

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania, Italia, Milano, Stati Uniti