Giganti, diavoli e draghi la sicurezza di Nico Orengo

Giganti, diavoli e draghi la sicurezza I nuovi volti della paura Giganti, diavoli e draghi la sicurezza è un mostro orrendo IN tempi di insicurezza, paura, vaghezza c'è un unico Regno che appare come il rifugio più sicuro, abitabile dai pensieri in cerca di quiete. E' un Regno che non ha scaloni di cristallo, principesse di seta leggera, re travestiti da ranocchi per mantenere l'incognito, campane di marzapane blu. Al contrario esso è un Regno percorso quotidianamente da serpenti coi denti gialli, da vampiri ghignanti, pieno di cunicoli bui e fangosi, sbarrati da spesse ragnatele. E' il Regno del terrore. E' nel terrore, fatto di giganti miopi e orrendi, mostri dalla bocca vulcanica e la coda a fionda, diavoli calvi e baffuti, esseri per metà Marilyn Monroe e per metà aragosta, che ogni paura quotidiana diventa più sopportabile e quasi gratificante. Quest'anno, dunque, i grandi libri con le figure si adattano ai tempi, non portano più dolci gnomi e leggere fate, educate signorine inglesi attente alla crescita dei fiori nei loro ben ordinati giardini, ma giganti, diavoli, draghi e ibridi. Creature tutte nate dalla notte dell'inconscio, nell'angolo buio del sogno. Sono quattro i libri appena usciti e da quattro diversi editori, che possono dare, con efficacia e qualità diversa, l'idea di questo filone del terrore, di fantasy in- Un drago di Aldrovandi quieta: i Giganti di David Larkin (Rizzoli, 189 pagine, 20.000 lire), I diavoli di Paola Brengola e Vittoria Galvani (Sonzogno, 175 pagine, 20.000 lire). Ibridi, i simboli e il mito (Quadragono libri, 111 pagine, 24.000 lire), Mostri, draghi e serpenti di Ulisse Aldrovandi (Mazzotta, 151 pagine, 25.000 lire). Ingombranti e temuti i Giganti squarciano la notte dei tempi più lontani, arrivano come messaggeri fra cielo e terra, fra gli dei e gli uomini. Sono sempre amici di qualcuno e nemici di qualcun altro. Beato dunque chi ha le loro simpatie. Si chiamino Polifemo o Gargantua per essere giganti devono misurare 160 centimetri in più dell'altezza media. Ma di solito sono alti come montagne, tengono , la testa bassa per non sfondare le nuvole. Sono un po' come le scimmie che hanno tanti peli, i piedi grossi e le braccia sproporzionate. Prese le debite misure, mangiano meno dei topi. Larkin racconta la loro storia, i loro rapporti con gli uomini e gli dei, il loro faticoso muoversi in una dimensione estranea. Prima temuti e venerati, lungo i secoli verranno combattuti, poi addirittura dimenticati, come una fantasia di cui per un po' si ha bisogno e poi si nega, quasi con fastidio. I Diavoli della Brengola e della Calvani prospettano un universo interamente popolato e manipolato dal Signore delle Tenebre, grande astrologo e alchimista, inventore, tra infinite altre cose, delle carte e sotto falso nome, quello di Arlecchino, del Carnevale. Il loro numero è alto e controverso: 44.435.556, sicuramente in espansione. Quelli che non sono poveri diavoli hanno un nome: Satana, Belfagor, Baldassarre, Cagano e un lungo pedigree di squisite nefandezze. Gli altri, i poveri diavoli, aspettano il loro turno di gloria e intanto si rendono invisibili, per non creare guai da sovraffollamento. Newton, Leonardo da Vinci, e altri signori, che a scuola ci avevano presentato come galantuomini, erano diavoli. Goya, per fare un esempio, avrebbe venduto l'anima a Satana in cambio di certi segreti per fabbricar colori. Anche oggi, gli Ufo che si vedono quotidianamente non avrebbero nulla di metallico o d'altra lega ma sarebbero tutto zolfo e cornetti. Gli Ibridi di José Olivier raccontano gli animali fantastici, mostri, quei prodigi della natura che nascono dal ciclone .del Mito: hanno corpo di cavallo e ali di colomba, incroci fra ippopotami e fanciulle, teste di rospo, gatto e uomo unite insieme. Sono simboli con funzioni sociali e pedagogiche, un esempio vivente per spiegare perché il mondo ha la forma che ha. Mostri, draghi e serpenti ritornano nelle xilografie di un grande incisore e naturalista del Rinascimento italiano: Ulisse Aldrovandi. Passò gli anni a cercare di chiudere in una immensa enciclopedia tutti gli animali e i vegetali dall'aspetto mostruoso e meraviglioso che gli offrivano i racconti orali, e le antiche fonti e l'osservazione diretta del gran laboratorio messo su dalla Natura. Il mondo dell'Aldrovandi, un mondo borgesiano, è in continuo movimento, sopra la testa, sotto i piedi, viscido e orrifico, onirico e reale. Il suo è lo sguardo di chi vuole affacciarsi alla scienza ma ancora sente tutto il fascino e la forza dell'immaginario. Nico Orengo Dall'alto: un mostro di Aldrovandi, il Bucentauro di José Olivier e un personaggio dei «Giganti»