Questa Inter non spaventa

Questa Inter non spaventa Gioco modesto, pochissime emozioni e molta noia nelle uniche due gare di serie A che sono finite senza gol Questa Inter non spaventa Il Brescia ha arginato senza fatica le trame dei nerazzurri - Lenta e confusionaria la squadra di Bersellini - Si sono salvati soltanto Beccalossi e Prohaska Brescia Inter BRESCIA: 0 0 Malvoglio; Podavini, Galparoli; De Biasi, Groppi, Venturi; Salvioni, Bergamaschi (85' Torresani), Penzo, Iachini (88'Crialesi), Biasini. INTER: Bordon; Baresi, Oriali; Marini, Canuti, Bini; Caso (85' Pasinato), Prohaska, Altobelli, Beccalossi, Ambu (80'Muraro). Arbitro: Longhi. DAL NOSTRO INVIATO BRESCIA — Nessun gol, poche emozioni, una noia senza fine fra Brescia e Inter in una giornata fredda e nebbiosa; un pareggio che non accontenta e, soprattutto, non onora il calcio. Il pubblico, numeroso, è stato fin troppo paziente e quasi sottomesso alle vicende di ima gara senza acuti, grigia come il cielo. Si parlava, alla vigilia, di un'Inter da risultato. I protagonisti promettevano gioco e battaglia, gli allenatori punti e vittoria, perché l'Inter non intendeva cedere terreno alla Roma capolista e il Brescia voleva superare i rivali per il prestigio e la classifica. E, invece, nulla. Per novanta minuti, se si esclude una specie di sterile fuoco finale, le due squadre si sono quasi guardate a distanza, timorose l'una dell'altra, impacciate, rigide nei muscoli e annebbiate nel cervello. La colpa, sia chiaro, è soprattutto dell'Inter (ieri in maglia color giallo canarino) che poco o nulla ha fatto per battere i rivali. La formazione di Bersellini è partita al piccolo trotto, con il centrocampo ben coperto in funzione difensiva, Altobelli arretrato, Caso all'altezza dei centrocampisti, Marini secondo libero, Bini poco propenso alle avventure in avanti, Ambu tutto solo in attacco a giocare palloni che non arrivavano. Sarà questione di minuti, si pensava, questione di marcature, e poi l'Inter an- drà in avanti e cercare il gol, quando il Brescia si sarà un poco calmato e i nerazzurri avranno preso le misure ad avversari e partita. Ma i minuta passavano e il volto dell'incontro non cambiava. n Brescia, all'inizio, era fresco e vivo. Svelto e giovane a centrocampo, il Brescia avanzava in massa, a folate, cercando la manovra corale di prima per superare la barriera difensiva nerazzurra. Non era gran che, perché gli uomini in maglia azzurra mancavano di un vero risolutore in vea malgrado il buon movimento di Penzo e la fresca spinta di De Biasi e Bergamaschi, ma per un buon quarto d'ora è stato il Brescia a tenere palla, con l'Inter a guardare e giochicchiare con una sufficienza che sapeva, purtroppo, di carenza di personalità. Poi, al 18', si è fatto vivo Beccalossi, il migliore dei nerazzurri in questo scorcio di partita, che ha calciato di destro dal limite, al volo, su centro dalla destra di Ambu: il pallone, ben colpito, di collo, è stato però facilmente parato a terra da Malgioglio. Si è trattato di uno dei rari episodi degni di nota nel corso dei primi 45 minuti. Al 27' De Biasi ha tentato la via del gol e sul rimpallo Bergamaschi ha mandato di poco alto, girando al volo di sinistro, mentre al 41' è stato Ambu a sfiorare di testa il palo su punizione dalla destra di Prohaska. Tutto qui, ed è veramente poco perche la partita, al di là di questi rari episodi, è stata veramente povera dal punto di vista tecnico. Si è visto dell'agonismo, è vero, come del resto testimoniano le cinque ammonizioni da parte dell'ottimo Longhi (Becalossi. Groppi, Oriali, Salvioni e Bini), ma l'agonismo non basta a giustificare un'incapacità al gol che in questo caso non è frutto di calcolo o di tattica. In realtà, l'Inter ha quasi rinunciato al gioco d'attacco. Forse non troppo sicura in difesa, con Canuti in difficoltà su Penzo e Giuseppe Baresi stranamente fuori palla, la squadra di Bersellini ha manovrato troppo in orizzontale, con eccessiva lentezza. Ne è venuta fuori una partita lenta e prevedibile, una partita di certo diversa da quella vista e descritta dai responsabili dell'Inter, che hanno parlato dopo la gara di gioco vario e piacevole. Loro si sono divertiti, hanno aggiunto, e i giocatori naturalmente si sono trovati subito d'accordo: anche questi sono i misteri del calcio. In questa squadra povera d'idee e di gioco si sono salvati Beccalossi e Prohaska. n primo, specie all'inizio, ha tentato di dare fantasia ad una manovra troppo scontata senza tuttavia trovare sufficiente aiuto e appoggio dai compagni, il secondo è uscito alla distanza mo¬ strandosi vivo e presente in un centrocampo chiaramente in difficoltà. L'unico limite dell'austriaco, se così si può dire, è stato nel non avere osato di più. Ma la squadra non c'era, era difficile fare insieme le due cose, portare la croce e cantare. n secondo tempo è stato ancora più grigio e soltanto nel finale la partita si è un poco ravvivata. Bersellini ha mandato in campo quasi allo scadere Pasinato e Muraro al posto di Caso e Ambu. il Brescia ha sostituito Bergamaschi con Torresani (non conta il cambio di Iachini con Crialesi, effettuato a dieci secondi dalla fine), ma il gol non è venuto, né da una parte né dall'altra. Del resto non ci sono state neppure azioni pericolose. Gli unici applausi, per dovere di cronaca, li ha ricevuti il difensore bresciano Galparoli al 62' intervenendo di testa su un cross dalla sinistra di Oriali : lo stacco è stato splendido, il rinvio potente e preciso. Ma il particolare ha una sua morale: deve essere stata una partita veramente povera se siamo qui a descrivere, invece dei gol, il gesto atletico di un difensore che caccia lontano il pallone. Carlo Coscia

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