Il Pentagono ha preparato un manuale per i soldati che «invaderanno l'Urss» di Fabio Galvano

Il Pentagono ha preparato un manuale per i soldati che «invaderanno l'Urss» I russi hanno scoperto il libretto - La Pravda lo considera umoristico Il Pentagono ha preparato un manuale per i soldati che «invaderanno l'Urss» MOSCA — «Dov'è la strada per Mosca?», biascica un soldato americano, perso nelle vaste pianure della Bielorussia. E pretende, forse, che una «babushka» di campagna, una vecchietta tutta gentile, gli indichi la strada già battuta con scarso successo da Napoleone e dalle armate naziste, che lui naturalmente imboccherà con sicurezza e spavalderia all'insegna dello «zio Sam». L'immagine, che in questo momento di tensione fra le superpotenze potrebbe anche apparire di cattivo auspicio, rientra in uno scenario tutto sommato divertente a cui hanno collaborato americani e russi. I primi pubblicando un frasario per i soldati Usa che dovessero un giorno invadere l'Urss. gli altri con l'attenta chiosa del libretto, edito dal Pentagono e in vendita a un dollaro e dieci cents, ora arrivato anche a Mosca e ribaltato polemicamente sulle pagine della Pravda. Yuri Zhukov, uno dei principali commentatori del giornalismo sovietico, sottolinea con facile umorismo che il manualetto non serve né per il turismo né per le visite culturali. «Stai fermo», «vieni qui», sono infatti alcune fra le prime espressioni registrate. E già si possono immaginare i fucili spianati. «Sono americano», «dove sono i soldati?», cerca poi di insegnare il libretto compitando le parole in modo die un americano, leggendole come se fossero in inglese, ottenga una pronuncia abbastanza simile al russo. Esempio: «Birigis», die in russo significa «attenzione», è scritto «bee-ree-geess». C'è anche quello che la Pravda definisce «Un discorso molto concreto»; «la pagherò», ..dov'è l'abitato più vicino?», «dov'è il villaggio?», «dov'è la ferrovia?», «dov'è l'autostrada», «ripeti», «disegna la piantina». Ed ecco, subito dopo, la frase-chiave: «Dov'è la strada per Mosca?». E' tanto importante che il Pentagono — sottolinea Zhukov — l'ha scritta tre volte, alle pagine 28. 63 e 73. Manca tutta la parte che riguarda in modo specifico l'interrogatorio dei prigionieri russi, per la quale si fa riferimento a un altro manuale; ma, rileva la Pravda con un certo sollievo, certe frasi tradiscono la possibilità che un 'operazione dei soldati americani in Urss possa anche andare male. Ecco quindi il capitoletto che insegna a dire: «Sono ferito», «mi sono perso», «ho fame», «sono stanco», «portami dal dottore», «dammi cerotto», «dammi disinfettante», «dammi una benda», oltre alla parola che in talune circostanze è l'unica che serve: «Pomogite», cioè «Aiuto! ». La Pravda sfoggia un'insolente indignazione per le pretese dei soldati Usa. quali esse appaiono nelle intenzioni di chi ha scritto il frasario. Mentre una volta gli uomini della Vehrmacht irrompevano nelle isbe dei contadini russi gridando qualcosa traducibile in italiano con: «Matre. tammi latte, larto e ovi», gli americani sono decisamente, più esigenti, per non dire schizzinosi. Carne (e non lardo), uova e latte compaiono sì nel manualetto, ma c'è di più. «Voglio un brodino», esigono. O addirittura: «Voglio dello shi» (un piatto russo piuttosto esotico, descrivibile come una zuppa acida di carne e verdura). O anche: «Voglio della birra». E così via: cioccolata, uva, anguria. Si prevede addirittura la necessità di scroccare papirose (le sigarette russe col lungo bocchino di cartoncino) e sigari. «I soldati americani studiano il russo — scrive la Pravda — con l'idea molto "naive" che il popolo sovietico non veda l'ora del loro arrivo». Per questo i soldati americani devono imparare a memoria frasi come «voglio dormire in questo letto», «voglio un lenzuolo», «voglio lavarmi». Fabio Galvano

Persone citate: Yuri Zhukov, Zhukov

Luoghi citati: Bielorussia, Mosca, Urss, Usa