Opec: previsti aumenti almeno del 5 per cento

Opec: previsti aumenti almeno del 5 per cento Oggi a Bali la conferenza dei paesi petroliferi Opec: previsti aumenti almeno del 5 per cento La proposta è del Venezuela (moderato) - Ma i «falchi» chiedono di più BALI — La conferenza dei ministri del petrolio dei tredici Paesi Opec si apre oggi a Bali in un clima di incertezza per quanto concerne la strategia petrolifera. L'incertezza è dettata dalle preoccupazioni e dalle divisioni provocate dalla guerra tra Iraq e Iran, ma anche da quella che si delinea come una sostanziale mancanza di unità di fondo tra le varie componenti dell'organizzazione a proposito della strategia da seguire per quanto riguarda i prezzi. In un tentativo di fornire un probabile quadro di insieme ai lavori della conferenza, il ministro del petrolio venezuelano. Humberto Calderon Berti, ha cercato da una parte di sdrammatizzare le tensioni esistenti («Il nostro obiettivo è tenere una riunione normale: se ci imbatteremo in un argomento che crei eccessivi contrasti, eviteremo di discuterlo» ha dichiarato al settimanale di Beirut Arab Report and Memo) e dall'altra ha indicato che ciò che potrebbe uscire dalla conferenza è una formula per aumenti dei prezzi su una base concordata. Secondo Berti, infatti. l'Arabia Saudita dovrebbe innanzitutto allinearsi alla media dei prezzi Opec con un aumento di due dollari al barile (il greggio saudita costa oggi 30 dollari contro i 32,20 della media Opec). per consentire al suo «greggio leggero» di funzionare da punto di riferimento per gli altri greggi, consentendo agli esportatori di petrolio di migliore qualità (quali ad esempio Algeria e Libia) di chiedere sovrapprezzi fino a cinque dollari al barile. La formula indicata da Berti consisterebbe in sostanza, secondo quanto indicato dallo stesso ministro, in un rincaro di circa il cinque per cento medio. Tale aumento entrerebbe in funzione dal primo gennaio, ma durante l'anno dovrebbe subire aggiustamenti verso l'alto sulla base dei ritmi di inflazione e di crescita economica nei Paesi industrializzati. Nel corso dell'intero 1981 i prezzi, sostiene Calderon. aumenterebbero del 17 per cento. Ma se Calderon appare tutto sommato moderatamente ottimista, le notizie relative alle intenzioni dei principali protagonisti della conferenza non appaiono altrettanto incoraggianti. Secondo il settimanale Middle East Economie Survey un certo numero di Paesi membri dell'organizzazione, fra cui l'Arabia Saudita, potrebbero aumentare prossimamente il loro prezzo di riferimento di due dollari al barile senza che alcuna decisione d'insieme sia presa a Bali. Secondo il giornale si va insomma verso un aumento individuale dei prezzi, tenendo conto del fatto che appare insanabile la frattura fra moderati e «duri» Questi ultimi chiedono un aumento fino a quaranta dollari mentre gli altri (tra cui gli stessi sauditi) sono favorevoli se non a un congelamento almeno a un aumento moderato. I «duri» sarebbero disposti a un compromesso intorno ai 36 dollari (lontano dalle posizioni dei moderati), ma non più basso. A conferma delle forti divergenze in seno allo schieramento Opec vengono le informazioni diffuse dalla «Petroleum Intelligence Weekly» che nel suo ultimo numero scrive che la Nigeria, uno dei principali produttori, ha deciso di aumentare da 2 a 2.50 dollari al barile i suoi prezzi a partire dal 1981. Attualmente il prezzo del petrolio nigeriano della migliore qualità è di 37 dollari.

Persone citate: Arab Report, Calderon, Humberto Calderon Berti

Luoghi citati: Algeria, Arabia Saudita, Beirut, Iran, Iraq, Libia, Nigeria, Venezuela