Un albero di Natale a Balvano in piazza tra tende e roulottes

Un albero di Natale a Balvano in piazza tra tende e roulottes Il paese distrutto a venti chilometri da Potenza Un albero di Natale a Balvano in piazza tra tende e roulottes BALVANO — Un albero di Natale è stato già addobbato nella zona del terremoto: sulla piazza di Balvano, il paese a 20 chilometri da Potenza dove è crollata la chiesa madre mentre era in corso una lezione di catechismo (e sono morte decine di bambini), c'è un grosso abete, con lampadine accese e palle colorate. La piazza è occupata da una parte dalla cucina da campo dell'esercito, che distribuisce piatti caldi (.«Mettetevi in fila — grida un altoparlante —e lavatevi le mani»); dall'altra dall'accampamento di tende e roulottes. E' stato abbattuto il campanile della chiesa — che in tante fotografie ha simboleggiato la tragedia del 23 novembre — e tra poco sarà abbattuta la canonica. Se ne duole 11 parroco, don Salvatore Pagliuca, che ha preso alloggio con la sorella, Antonietta, nella chiesa di S. Antonio, e dice che gli sembra di essere in guerra. «Abbiamo perso masserizie, case e chiesa; ci rimangono solo i corpi e le anime». Per la festa dell'Immacolata don Salvatore aveva chiesto un grande tendone da circo, per riunire i terremotati e pregare tutti insieme. «Non me l'hanno mandato. Speriamo che arrivi per Natale, anche se tanti ormai se ne sono andati. Molti anche in America». La consacrazione del nuovo cimitero di San Mango (tre file di croci di legno su un terreno appena sbancato a fianco del vecchio cimitero) e la celebrazione della messa in una cappella di fortuna sul ciglio della strada sovrastante le tombe, nel corso della quale 11 vescovo di Avellino, Pasquale Venezia, ha pregato per i 72 morti del paese, sono fra le tante testimonianze di quello che hanno fatto un po' dovunque, in questa seconda domenica senza chiese, i preti dell'Irplnia. Quattro mancavano all'appello, 11 parroco di San Mango sostituito ieri dal suo vescovo, quello di Sant'Angelo dei Lombardi e due altri sacerdoti, collaboratori del vescovo, Nelle due diocesi dell'Irplnia, quella di Avellino e quella che raggruppa la zona di Gonza, Nusco e Sant'Angelo, le chiese sono nella quasi totalità inagibili, in parte perché crollate (come pressoché tutte quelle della diocesi di Conza-Sanf Angelo), in parte perché lesionate o danneggiate (come quelle della diocesi di Avellino). In questa zona 36 sono le chiese chiuse al culto e cinque soltanto quelle agibili, quattro ad Avellino e una a Mirabella. La sovrintendenza ai Beni culturali di Napoli ha avvertito il vescovo di non dare inizio ad alcuna demolizione prima dei suoi sopralluoghi. Intanto un elenco provvisorio dei danni alle chiese è stato inviato dal vescovo a mons. Patrizio Carroll Habblng, che l'ha richiesto per Inviare gli aluti del cattolici americani.

Persone citate: Mirabella, Patrizio Carroll Habblng, Salvatore Pagliuca