Se tra le lacrime spunta un sospetto di Guido Guerrasio

Se tra le lacrime spunta un sospetto RIFLESSIONI SUL TERREMOTO Se tra le lacrime spunta un sospetto Non capisco perché si debba «recitare» il dolore, come ha fatto uno speaker della televisione nel fornire le drammatiche notizie sul terremoto. Ci ha ricordato quel cattivo attore dell'età imperiale che per pronunciare la frase «il grande Agamennone» si alzava sui tacchi, meritandosi il giusto rimprovero del suo maestro di pantomima, il famoso Pilade, che gli disse: «Ma così tu lo fai alto, non grande!». ★ ★ Resta pur sempre da dimostrare se esista, e cosa sia, la cosiddetta «opinione pubblica». Ma una cosa è certa: che, più saggia di coloro che pretendono di amministrarla, davanti a una sciagura che richiede soltanto solidarietà rifiuta d'istinto ogni provocazione. C'è il terremoto, governo ladro!, sarebbe per lei, in questo momento, un messaggio sbagliato. Eppure si continua a trasmetterlo. ★ ★ La sera di domenica il vertice dello Stato era a cena dalla Thatcher: detto così, e con un titolone, vien proprio da pensare che il governo stesse folleggiando con una sciantosa. ★ * In Italia abbiamo tutte le protezioni politiche e nessuna protezione civile. ★ ★ Chi ha creduto di fare dell'amara ironia su certe bare di legno pregiato che si sono viste sfilare tra le macerie, attribuendo loro il freudiano significato di «alibi della nostra coscienza», quasi le avessero acquistate le autorità per bella figura, ha soltanto dimostrato di non conoscere il Meridione, le sue usanze e i suoi simboli. Lì le bare «devono» essere belle e importanti, e a tenerci è proprio la gente più povera: non per ostentazione, come stupidamente si crede, ma per «onorare» il morto. E nel Salernitano c'era - anche, almeno quando ci capitavo da ragazzo, chi la bara se la teneva nello scantinato della casa, per ingannare l'attesa. Ai terremoti, come sempre, ci si pensava poco. ★ ★ A quanti ricordano il film L'asso nella manica, in cui Billy Wilder bollava i maneggi di un giornalista senza scrupoli, che intervistava per ore un uomo semisepolto, non sarà sfuggita la straordinaria anale "ia con una scena mandata in onda dalla televisione, e nella quale il lavoro dei pompieri intenti a riportare alla luce una donna viene tranquillamente disturbato dalle domande di un reporter. E buon per lui che in quegli attimi di interruzione del salvataggio non sia sopravvenuta l'ennesima scossa. ★ * Non mi ha sorpreso il pianto del parroco di Balvano. Erano non soltanto le lacrime di un uomo che ha assistito a una visione apocalittica, ma anche quelle del sacerdote che vede crollare la sua chiesa sopra un centinaio di fedeli in preghiera. Ma può sorprendere che né lui né gli altri fedeli scampati abbiano pronunciato una sola parola che testimoniasse in qualche modo l'accettazione cristiana di un evento così terribile, abbandonandosi anzi a chiare manifestazioni di rabbia. Quanto è estraneo, a tutto questo, il cattivo gusto dell'intervistatore che chiedeva al sacerdote in lacrime se era vero che la chiesa fosse da tempo pericolante, costringendolo in quel doloroso momento a rifare la storia di trent'anni di risanamenti. ★ ★ In tanta gozzoviglia di immagini, per loro natura crudeli ma spesso viziate dal gusto del macabro e da accenti demagogici, merita una citazione la tenace serietà di quel telereporter che non ha esitato a parlare, mostrandoceli, dei troppo curiosi che assistono con le mani in tasca al dipanarsi della tragedia. Ecco un aspetto del costume nazionale che meriterebbe — non certo adesso, mentre la casa brucia — di venire approfondito: il diverso comportamento degli italiani di fronte alle grandi calamità naturali. Fra le quali, ormai, dovremo mettere anche l'uomo. ★ ★ Fra tante lodevoli iniziative della stampa (parlo delle sottoscrizioni a favore dei terremotati) c'è anche quella di un noto foglio sportivo che propone, saltando ogni infido intermediario, di assegnare a tutti gli orfani al di sotto dei 14 anni un libretto di banca intestato al loro nome. E' una prova di solidarietà pensata con il cuore in mano, ma forse da amici che sono troppo abituati a vedere tutto in rosa. Ne approvo insomma lo spirito, ma dissento dal metodo. Che valore avrà mai questo già svalutatissimo denaro quando quei poveri ragazzi potranno riscuoterlo? ★ ★ Le assicurazioni non riconoscono i danni delle calamità naturali. E come potrebbero, quando non sono disposte a riconoscere nemmeno le altre? ★ ★ Si è letto naturalmente di rabbie, di impegni solenni a trascinare per i capelli lo Stato verso il suo immancabile, dovere. E sono esplosi gli ennesimi lamenti sul Meridione abbandonato a se stesso, cui nulla sarebbe mai stato dato da noi italiani iscritti alle anagrafi della repubblica. E mi viene alla mente la risposta di quell'arciprete d'un piccolo paese della Sicilia, Don Lorenzino, data allo scrittore Piero Chiara che la cita nel suo Con la faccia per terra: «C'è gente che fa il meridionalista come farebbe il farmacista o l'oculista. Sai qual è stata la fortuna vostra? Che non avete mai avuto settentrionalisti. Invece di illustrare i problemi nei libri, da voi li risolvono in pratica, ognuno per proprio conto, individuo per individuo, famiglia per famiglia». ★ ★ Santi e processioni avranno per un po' vita difficile, perché quando le rovine sono così imponenti anche la fede ha le sue scosse. Ma a ridare ossigeno ci ha pensato, mi sembra, San Teodoro. Tutti sanno ormai che a San Mango sul Calore il terremoto ha fatto emergere dal dissestato suolo della chiesa un'enorme cassa zeppa di monete d'oro, e che si tratterebbe proprio del leggendario tesoro attribuito al santo; e così pesante che per imbragarlo si è pensato a funi d'acciaio messe in tiro da un elicottero. Ma intan¬ to nessuno si è dato la pena di scoprire, fra la trentina di santi che portano lo stesso nome, a quale martire ci si debba realmente riferire. Per me, non ho* dubbi: si tratta del Teodoro vescovo e martire in Alessandria (d'Egitto, quindi niente lotte fratricide). Perché? Perché la scoperta della cassa è avvenuta il 26 novembre, esattamente cioè nel giorno della sua ricorrenza. E francamente sarebbe diabolico che qualche altro Teodoro ne avesse approfittato per imbrogliare le carte.' Ma adesso, mentre la Finanza piantona la cassa, già si affaccia l'angoscioso interrogativo di sempre: dove finirà il tesoro? Guido Guerrasio

Persone citate: Agamennone, Billy Wilder, Piero Chiara, Pilade, Salernitano, Thatcher

Luoghi citati: Alessandria, Balvano, Egitto, Italia, San Mango Sul Calore, San Teodoro, Sicilia