Medici: si continua a trattare sperando in un compromesso di Marco Tosatti

Medici: si continua a trattare sperando in un compromesso Per scongiurare lo sciopero deciso dal 1 ° gennaio Medici: si continua a trattare sperando in un compromesso ROMA — Si tratta al ministero della Sanità, per scongiurare l'agitazione minacciata, a partire dal 1" gennaio, dai medici «convenzionati»: generici, condotti, pediatri. Il ministro della Sanità. Aniasi. ha illustrato ieri pomeriggio, nel corso del consiglio dei ministri, lo stato della vertenza, ed ha ricevuto una conferma del mandato di trattare sulla base di 27 mila lire annue, lorde, per ogni assistito. La richiesta dei sanitari invece era di 40 mila lire annue per ogni assistito: in pratica un aumento del 100 per cento delle quote attuali. Rispetto al primo incontro, si respira un'aria di maggiore ottimismo. Lunedì sera non erano presenti al tavolo delle trattative i principali esponenti sindacali: Trecca. Anzalone e Poggiolini. Questa circostanza aveva irritato il ministro, che l'aveva interpretata come un segnale di una scarsa volontà di cercare un accordo. Ieri invece, a parte Poggiolini ammalato, i «big» c'erano. E subito sono cominciate a circolare ipotesi di un possibile compromesso da collocare in cifre fra le 30 e le 33 mila lire lorde annue per ogni assistito. Il numero medio dei cittadini convenzionati si può valutare in 1500 per ogni medico. Quaranta mila lire annue significano 60 milioni lordi in media, e dal punto di vista dello Stato, un raddoppio delle spese sanitarie per i generici, ossia 1200 miliardi in più all'anno. Quando Aniasi ha ricordato questa richiesta, nella sua esposizione al consiglio dei ministri, il responsabile del Tesoro. Andreatta, è immediataamente intervenuto per affermare che richieste di questo tipo non sono sostenibili. Il mandato ad Aniasi è stato fissato, con un certo margine di flessibilità, in una cifra poco al disotto delle 30 mila lire annue prò capite. Il secondo problema, tutt'altro che marginale, riguarda il numero di assistiti che ogni medico convenzionato può avere. Il tetto «ufficiale- è di 1500: ma specialmente nelle zone dove vi sono pochi medici si arriva a tre-quattromila possibili pazienti: e il ministro Aniasi ha dichiarato che «un largo numero di medici supera i duemila assistiti-. Il rapporto ottimale medico-pazienti sarebbe, per il ministro, di uno a mille: «acc3ttabile» quello attuale, cioè con un tetto fissato a 1500 clienti. Sarebbe opportuno — secondo Aniasi — creare un meccanismo tale da rendere non conveniente per il sanitario superare un certo numero di pazienti. Tn questa battaglia il ministro trova un sicuro appoggio nel Cumi, la Confederazione unitaria medici italiani, che conta, fra i suoi 15 mila aderenti, molti giovani neolaureati, penalizzati rispetto ai colleghi più anziani. Il Cumi chiede una drastica riduzione nel numero degli assistiti «permessi» ad ogni medico ed una distribuzione migliore degli stessi. Aniasi ha detto di ritenere possibile un accordo con il Cumi sui problemi concernenti la guardia medica e di emergenza, e con l'organizzazione dei pediatri. Le organizzazioni dei sanitari hanno minacciato di far pagare le loro prestazioni agli assistiti, a partire dal primo gennaio, se non si arriva ad un accordo. La polemica sulla possibilità! giuridica, da parte dei sanitari, di ottenere il pagamento da parte del paziente è molto vivace. La DU, per esempio, invita i cittadini a «non anticipare somme per prestazioni comunque dovute e coperte-. E sottolinea che il comportamento dei medici che. in caso di rifiuto di pagamento, non prestassero l'assistenza richiesta, potrebbe essere visto, sul piano delle implicazioni penali, come «omissione di soccorso-. La Federazione unitaria ha chiesto al ministro di adottare misure che assicurino comunque il servizio gratuito dell'emergenza, grazie al prolungamento della guardia medica, o la possibilità di ricorso a visite presso altri medici Marco Tosatti

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