Banche, ancora confusione di Eugenio Palmieri

Banche, ancora confusione Andreatta tenta di superare i numerosi contrasti politici Banche, ancora confusione La Banca d'Italia ha detto che non si può derogare, salvo casi eccezionali, dalle indicazioni fatte ROMA — Confusione e incertezza fino all'ultimo per le nomine delle Casse di Risparmio anche a causa dell'interminabile Consiglio dei ministri. La riunione del Comitato del credito, convocata per le 19 di ieri, si è iniziata attorno alle 22. Lunedì sera c'è stato un primo consulto dal quale però non è uscito nulla. Risulta sempre più chiaro che il braccio di ferro in atto da settimane all'interno dei partiti della maggioranza e delle loro correnti ha messo in gravissime difficoltà, come era già accaduto con Pandolfi, il ministro del Tesoro Andreatta. Le forze favorevoli alla spartizione delle poltrone più ambite hanno lottato per congelare la situazione (in molti casi si tratta di cariche scadute da anni) o quanto meno per imporre una logica lottizzatrice. Sul potere reale lo scontro è stato violento. Lo stesso ministro del Bilancio La Malfa, aveva ammesso lunedi che «sarà difieile procedere sulla strada di scelte corrette fino a quando certi partiti rivendicano posti in base al loro peso elettorale-. Un contrasto riemerso lunedi sera quando il Governatore della Banca d'Italia ha ribadito con chiarezza, appoggiato da Andreatta e da La Malfa, che soltanto in casi eccezionali si può derogare dalle «rose» messe a punto dall'istituto di emissione. Il ministro del Tesoro, dopo aver compiuto un lavoro di potatura d'intesa con il presidente del Consiglio, ha messo sul tavolo del Comitato del credito i primi nomi per le designazioni tenendo presenti, per quanto possibile, anche le indicazioni piovute dai partiti. Le frizioni all'interno delle correnti democristiane (soprattutto per la Cariplo e per alcune Casse del Veneto), il «pronunciamento» del segretario socialdemocratico Longo contrario a nomine «rotariane» e favorevole alle desi- gnazioni dei partiti, le rivendicazioni di alcuni ministri socialisti — ma sembra che non tutti fossero sulla linea della spartizione selvaggia —. hanno trasformato la questione in banco di prova per il Governo e per il ministro del Tesoro. A dare una mano ad Andreatta è sceso indirettamente in campo il partito comunista per bocca del responsabile dell'ufficio economico. Gerardo Chiaromonte. Il rappresentante di Botteghe Oscure ha riconosciuto che il ministro ha tentato di muoversi secondo criteri di professionalità (ed infatti nelle «rose» figurano molti commercialisti, professori universitari, gente poco «sensibile» agli interessi locali delle forze politiche al Governo), «però anche questa volta, è successa una specie di insurrezione in seno alla democrazia cristiana e nel partito socialdemocratico ». Il partito comunista ha criticato con durezza la nomina del democristiano Carino Gambacorta (che non rientrava nei compiti del Cicr) a presidente del Mediocredito regionale abruzzese in quanto «implicato pesantemente nello scandalo dell'I talcasse». Comunque il ministro del Tesoro già ieri pomeriggio aveva espresso ai suoi più stretti collaboratori l'intenzione di procedere sulla strada espo¬ sta in Parlamento (e che a questo punto difficilmente potrebbe essere rinnegata, sempre che non si voglia mettere in gioco la personale credibilità di fronte al Paese), anche avvalendosi dei poteri speciali previsti per i casi di urgenza. Almeno una buona parte delle nomine in lista d'attesa dovrebbe essere condotta in porto (la riunione era ancora in corso nella notte), anche se il clima politico in cui le decisioni sono maturate non è stato di quelli idilliaci come sia Piazza del Gesù, sia molti esponenti del Governo hanno voluto far credere. Tant'è che al termine dell'appuntamento di lunedi sera i ministri erano usciti alla chetichella, quasi si stesse parlando di normale amministrazione e non di una questione che si trascina, ormai, da mesi e da anni. Resta da verificare se tutti i nomi pescati nel sacchetto della tombola bancaria saranno presentabili in Parlamento dove si potrebbe accendere una nuova battaglia, in questo caso allargata alle forze di opposizione. Un rischio che Andreatta non vuole correre, ma sa che cammina sul filo del rasoio pressato com'è da padrini politici da una parte, dalla Banca d'Italia e da alcuni colleghi dall'al- Eugenio Palmieri

Persone citate: Andreatta, Carino Gambacorta, Gerardo Chiaromonte, La Malfa, Longo, Pandolfi

Luoghi citati: Roma, Veneto