«Di colpo sì sentì un grido così cominciò la rivolta»

«Di colpo sì sentì un grido così cominciò la rivolta» «Di colpo sì sentì un grido così cominciò la rivolta» Il drammatico racconto delle guardie tenute in ostaggio per 26 ore - «I detenuti dicevano di avere bombe al plastico» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TRANI — «Non so bene com'è cominciata: ricordo solo che di colpo, domenica, alla fine dell'ora d'aria, si è sentito gridare, e si sono visti tre colleghi immobilizzati dai detenuti Hanno tolto loro le chiavi, hanno aperto tutte le celle della sezione. Poi ci hanno puntato contro i coltelli, hanno detto che avevano le bombe: a quel punto non c'è stato più nulla da fare...». Oronzo Signorile, 23 anni, barese, è uno dei diciannove agenti di custodia rimasti per più di ventisei ore nelle mani dei rivoltosi. Non sa ancora spiegarsi come sia potuto accadere che lui e tanti suoi colleghi si siano fatti sorprendere in quel modo: non è stato malmenato, ma è ancora sotto choc. Il suo racconto serve comunque, almeno in parte, a ricostruire cos'è accaduto durante le lunghe, drammatiche ore della trattativa. •Nessuno di noi era armato. Non lo siamo mai, quando facciamo servizio all'interno delle sezioni Forse anche per questo è stato più facile per loro sorprenderci Io ero al primo piano della sezione di massima sicurezza: con me c'erano parecchi colleghi, e quasi nessun detenuto. Ma quando hanno catturato gli altri, non abbiamo più potuto reagire...: E i rivoltosi, erano armati? •Mostravano dei coltelli che si erano fatti da loro, e dicevano di avere bombe al plastico, ma non era vero. Al massimo, avevano dello zolfo, compresso in qualche recipiente». E chi li capeggiava: Toni Negri, come si è detto, o altri? «J nomi non li so con precisione. Negri non ha combattuto materialmente, ma credo abbia combattuto psicologicamente». Ma i rapporti col direttore del carcere, chi li teneva? «Si alternavano, lo faceva no un po'a turno. Ma non posso dire con esattezza chi trattava, perette ci tenevano chiusi e lontani..». Cos'è accaduto quando avete capito che stavano per liberarvi? 'Abbiamo avuto tutti una paura folle: sentivamo gli elicotteri che atterravano sul tetto del carcere, sentivamo i primi spari, le esplosioni.. Io sono riuscito a nascondermi in una cella, e sono uscito solo quando Ito capito che i carabinieri tenevano la situazione sotto controllo. Gli sono andato incontro, quelli mi hanno tenuto i mitra puntati contro finché non hanno capito chi ero... La paura, per capire cos'è, bisogna viverla». Il colloquio termina qui: l'agente, appena rientrato in famiglia, non ha più voglia di parlare. Ne è possibile, anche girando fra gli ospedali della zona, avere contatti con qualcun'altro degli agenti liberati. Alcuni sono ancora storditi dai sedativi che i medici hanno somministrato loro l'altra notte: molti hanno già ricevuto l'ordine di non parlare. Dalle deposizioni che renderanno al magistrato, dipende in buona parte l'individuazione degli organizzatori della rivolta. Al reparto chirurgia dell'ospedale civile di Trani, ricoverati tutti nella stessa stanza, ci sono però altri otto agenti. Loro, non erano stati presi in ostaggio, ma hanno partecipato all'assalto dell'altra sera, e quasi tutti sono rimasti feriti nelle esplosioni delle cariche piazzate contro le porte, o in quelle degli ordigni lanciati dai rivoltosi. Il loro è un racconto corale, che nasce da frasi smozzicate, fra una maledizione lanciata ai rivoltosi e un'imprecazione contro il mestiere di secondino. 'Siamo stati noi i primi a entrare in quella sezione... I carabinieri scendevano dal tetto, noi abbiamo sfondato i cancelli del pianterreno... E se quelli avevano i giubbetti se erano bardati come San Giorgio, noi avevamo solo gli sfollagente...». Due degli uomini distesi sui lettini hanno il viso coperto di bende: 'Appena entrati, i detenuti ci hanno lanciato contro due barattoli che sono esplosi: poi non sappiamo cos'è successo, gli altri sono andati avanti...». Ma i capi della rivolta, almeno voi, siete riusciti a individuarli? Risponde un uomo massiccio, che siede sul lettino con l'aria furente: 'Capi? Li in mezzzo sono tutti capi o sottocapi: anche perché se uno si tira indietro, si ritrova un coltello nella pancia».

Persone citate: Negri, Oronzo Signorile, Toni Negri

Luoghi citati: Trani