Il caso Golan in quarantena di Igor Man

Il caso Golan in quarantena OSSERVATORIO Il caso Golan in quarantena L'annessione dell'altopiano del Golan da parte di Israele non ci sarà. Almeno per ora. Con sorpresa e, insieme, con sollievo, le cosiddette cancellerie internazionali hanno appreso, il 22 dicembre scorso, che il governo Begin non considera «opportuna» la votazione in Parlamento di un progetto di legge sull'annessione delle alture siriane, sotto controllo militare israeliano dal giugno del 1967. La decisione del governo è giunta a 48 ore dal previsto dibattito sul progetto di legge presentato da Geula Cohen, una dei due membri del microscopico ma animoso «partito della rinascita». Geula ha definito il provvedimento governativo (11 voti contrari, due a favore, un'astensione) «un atto di suprema stupidità e infinita vigliaccheria», ed ha aggiunto: «Non daremo tregua ai rinunciatari». E. infatti, il 25 dicembre il suo partito ha proposto in Parlamento una mozione di sfiducia. Ma la Keneseth l'ha bocciata con 56 voti contro 2 e ben 42 astensioni. (Per la cronaca, è la quarantesima mozione di sfiducia che. in tre anni e mezzo, Begin riesce a superare). Sorpresa e sollievo nei circoli internazionali, specie a Washington: una settimana fa. Sol Linowitz. inviato della Casa Bianca in Medio Oriente, aveva detto chiaro a Begin che l'annessione del Golan sarebbe stata «severamente deplorata» e avrebbe portato con .-.gradevoli conseguenze (il iglio degli aiuti americani?). Tuttavia non c'è da farsi troppe illusioni: motivando la decisione del governo, il portavoce Naor ha infatti detto: «Noi riteniamo che il momento non sia propizio alle annessioni», aggiungendo che le consultazioni avviate con l'opposizione laborista potrebbero «cambiare completamente la situazione». Per ingolfarsi in una pro¬ cedura lunga e complessa relativa all'estensione della legge israeliana al Golan Begin — che s'è impegnato a risolvere lo statuto legale dei 6 mila «coloni» dell'altopiano prima della scadenza del suo mandato, nel novembre dell'81 — vuol essere certo di poter contare su di una larga maggioranza da realizzarsi su un progetto formulato «in termini accettabili da tutti». Insomma: il primo ministro non vuol figurare più da mosca cocchiera del partito della signora Cohen, come già avvenne nel luglio scorso quando il Parlamento, su proposta, appunto, di Geula proclamò Israele capitale «eterna e indivisibile» di Israele. Le reazioni negative internazionali furono tali e tarue da convincere lo stesso Beliti a non più trasferire i suoi uffici in Gerusalemme araba Oggi, come allora, il primo ministro esegue un ripiegamento tattico. Il giorno in cui avrà raggiunto un vasio consenso passerà all'azione, in forza del suo misticismo annessionista. E i lii converrà ricordare conio di; un sondaggio del Jerusalem Post (23 dicembre) il 60 per cento degli israeliani si- favorevole all'estensione della legge dello Stato al Golan C'è di più: parecchi mes. fa 70 deputali, tra cui numerosi laboristi. firmarono una petizione per sollecitare l'annessione dei 1170 chilometri quadrati dell'altopiano. La questione è dunque solo aggiornata. Al momento «opportuno» il progetto d'annessione verrà riproposto e approvato. La fuga in -itti d'Israele sembra deunata a conoscere solo rallentamenti, non un arresto definitivo. Per la classe politica israeliana — non importa se di destra o laborista — Eretz Israel (il grande Israele) vai bene un'altra guerra? Anche con l'Urss al fianco della Siria? Igor Man Quneitra SIRIA f Occupazione israeliana nel 1967