La base Olivetti favorevole all'accordo di Francesco Bullo

La base Olivetti favorevole all'accordo Nonostante critiche e contrasti, la Firn ottiene il consenso La base Olivetti favorevole all'accordo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE IVREA — Il contratto integrativo Olivetti, siglato a Roma la scorsa settimana, ha superato ieri la prova del fuoco nell'assemblea con i lavoratori, in cassa integrazione. Una riunione incandescente, sofferta, nella quale la Firn è riuscita a ricucire i dissensi e ad ottenere un sostanziale consenso alla «linea sindacale». Nell'incontro, avvenuto presso la mensa Ico, al «convento», non sono mancate le critiche: a sostenerle però, c'erano solo alcune frange isolate. La grande maggioranza si è schierata con i sindacalisti del coordinamento proprio sul tema più «caldo» dell'accordo, cioè l'occupazione e il rientro di operai, tecnici e impiegati attualmente in cassa A confermare questa impressione, c'era la scarsa presenza (non più di 150 persone su 420 sospesi) in sala, segno tangibile che molte delle preoccupazioni erano venute meno, cìiz la gente si sentiva \ sufficientemente tutelata dal¬ l'accordo, che era scomparsa la paura del licenziamento. Nella relazione introduttiva il segretario provinciale della Firn, Magistri, ha ripercorso le tappe della trattativa illustrando in dettaglio i punti dell'intesa. Si è fermato in particolare sul punto relativo alle garanzie occupazionali sottolineando il valore «politico» del rientro in azienda per 25 dipendenti, slegato dall'andamento della domanda pubblica. Un aspetto importante, non l'unico, dell'intesa raggiunta. Per i 730 dichiarati «eccedenti» per l'81 negli stabilimenti del Canavese il problema sarà risolto nel modo più indolore con il prepensionamento (provvedimento legislativo che dovrebbe essere approvato al più presto) e va ricordato che finora 400 dipendenti hanno già maturato le condizioni per usufruire della nuova norma ed altri 200 circa le matureranno nel 1981 nell 'area di Ivrea. Per gli altri 395 in «cassa» la ripresa produttiva resta lega¬ ta alle commesse statali per le quali il governo ha preso impegni concreti. In ogni modo se alla fine dei 24 mesi di cassa integrazione esisteranno ancora quote di personale esuberante nessuno di loro sarà «condannato al licenziamento o alla mobilità esterna». Non solo. Nel caso l'azienda dovesse ridurre la manodopera nell'82 con conseguente ricorso alla cassa integrazione, ci sarà un avvicendamento dei dipendenti interessati alla sospensione temporanea e comunque saranno esclusi i 420 oggi a casa. Il dibattito si è subito scaldato. «Del governo non ci fidiamo — hanno ripetuto in quattro o cinque — le stesse promesse ce le avevano già fatte e non le hanno mantenute, la realtà è che aspettiamo ria un anno e continueremo ad attendere»; «il riassorbimento di 25 compagni sarà un fatto positivo per il sindacato, per noi è una discriminazione»; «quest'accordo non mi piace, è peggio rispetto a quello del 21 dicembre 1979»; «non è chiaro il testo — ha detto un altro — ci vogliono due lauree per capirlo». Una polemica dura die ha trovato in aula sempre meno consensi. A tutti hanno risposto Magistri, Maine, Astri e Obermitto, del coordinamento nazionale riuscendo a ricomporre il fronte che nei giorni scorsi sembrava spezzato. Il sindacato ha cosi vinto la prima e più dura battaglia. In gennaio dovrà confrontarsi con le assemblee di reparto ma pare ormai scontato il risultato finale: l'approvazione quasi unanime del contratto integrativo. Francesco Bullo

Persone citate: Astri, Magistri, Obermitto, Olivetti

Luoghi citati: Ivrea, Maine, Roma