Nomine bancarie, un altro rinvio di Eugenio Palmieri
Nomine bancarie, un altro rinvio Il ministro Andreatta non riesce a mantenere le promesse Nomine bancarie, un altro rinvio Negli ambienti parlamentari si accenna a contrasti all'interno della maggioranza ROMA — Se qualcuno pensava di brindare sotto l'albero di Natale per la sua nomina in una delle tante cariche scadute da anni nella Casse di risparmio italiane, dovrà rimettere la bottiglia sotto ghiaccio. Nel migliore dei casi se ne parlerà il 29 e il 30. Ieri, infatti, con un comunicato di poche righe, il ministro del Tesoro Andreatta ha annunciato che il Comitato del Credito, che doveva svolgersi prima di Natale secondo le promesse ministeriali, è convocato per lunedì e martedì. Al Tesoro e a Piazza del Gesù minimizzano sull'ennesimo slittamento: «Pensavo che le nomine fossero fatte oggi (ieri ndr) — dice il capo della segreteria politica della de. Remo Gaspari — comunque non credo che vi siano particolari difficoltà». Negli ambienti parlamentari, invece, si sostiene che Andreatta non riesce a superare, come era già accaduto al suo predecessore Pandolfi, t contrasti all'interno dei partiti della maggioranza. Tanto che lo stesso Presidente del Consiglio sarebbe intervenuto personalmente perchè la questione delle nomine bancarie non si trasformi in un altro punto di frizione all'interno del Governo. Ancora una volta, le spinte lottizzatrìci (di cui nei giorni scorsi si è fatto portavoce il segretario del psdi, Longo) costituiscono un ostacolo, finora insormontabile, per il neo-ministro del Tesoro. Un nuovo appuntamento, ma questa volta rischia di essere l'ultimo sempre che il Governo non intenda giocarsi la sua credibili¬ tà già messa a dura prova, attende i numerosi candidati in lista d'attesa o i dirigenti delle Casse di risparmio per i quali la regola è diventata il regime di «prorogatio». Un appuntamento tanto più gravoso per Andreatta che nel comunicato ha fatto inserire la frase: «Per l'occasione il ministro del Tesoro formulerà le sue proposte per le cariche bancarie attualmente scoperte». Quindi, un impegno a risolvere le questioni più «calde- a cominciare dalla presidenza della Caripio (in tutto si devono rinnovare 57presidenti e 62 vicepresidenti delle Casse e delle Banche del monte, oltre a due spinose direzioni generali in banche pubbliclie: Banca Nazionale del Lavoro e Banco di Napoli). La Cariplo, la potente Cassa delle Provincie Lombarde spetterebbe, in base ad una sorta di manuale Cencelli bancario, ad un esponente de¬ mocristiano. Già alcuni mesi or sono, l'allora ministro Pandolfi si era dovuto arrendere di fronte alle contese esplose nella de locale (Marcora spingeva da una parte, i dorotei dall'altra) e lo stesso scoglio si è riproposto ad Andreatta. Il neo ministro è decìso ad imporre Gaetano Lazzati, suo vecchio amico, presidente di una piccola banca privata, vicino alla Democrazia Cristiana ma non militante. Ma finora ogni tentativo di superare il fuoco di sbarramento, opposto anche da alcuni settori del psi e del psdi, è risultato vano. Una grossa partita si gioca pure per le banche venete: in primo luogo per il rinnovo dei vertici delle Casse di Risparmio di Verona, Padova, Treviso e Venezia, da sempre «riserva» della corrente dorotea. Ma in alcuni casi, almeno questa era ancora la situazione di pochi giorni fa, il ministro De Michelis. astro nascente del gruppo craxiano, rivendicava una maggiore presenza di uomini socialisti. Una zona, peraltro, dove da sempre è forte l'influenza dell'ex ministro dell'Industria Bisaglia. Per la Cassa di risparmio dì Genova appare scontata la sostituzione di Giovanni Borgna con Gianni Dagnino, ex presidente democristiano della Liguria, mentre a Reggio Emilia, Piazza del Gesù punta alla riconferma di Emo Ferrari. Un complesso gioco ad incastro che potrebbe trasformarsi in una grave spartizione se sulla logica delle «rose» tecniche proposte dalla Banca d'Italia, e alla quale Andreatta ha detto in Parlamento di volersi ispirare, prevalesse il criterio Rai. Un pericolo che si ripropone anche per il rinnovo delle direzioni generali della Banca Nazionale del Lavoro e del Banco di Napoli. Eugenio Palmieri
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