«Un ragazzo d'oro, l'hanno ucciso» piange la famiglia del calciatore di Beppe Minello

«Un ragazzo d'oro, l'hanno ucciso» piange la famiglia del calciatore Il giovane colpito a morte dai banditi nel bar di Volpiano «Un ragazzo d'oro, l'hanno ucciso» piange la famiglia del calciatore «Vogliamo far sapere a tutti chi era» dicono il fratello e le sorelle di Pasquale Catanzariti, 25 anni, appassionato giocatore del Mathi - Domani mattina si svolgeranno i funerali Aveva passato il pomeriggio di sabato con le sorelle e il fratello per la vie del centro a cercare i regali di Natale. Ne voleva trovare uno bellissimo da donare al nipote, figlio di suo fratello Franco, di cui era anche il padrino. •Diceva che ne avrebbe fatto un tifoso del Milan — racconta Franco Catanzariti, 30 anni — e, una volta più grandicello, gli avrebbe insegnato a giocare a pallone per farne un calciatore di serie A-. A mano a mano che i ricordi si accavallano, il pianto, a lungo trattenuto, esplode sul viso delle sorelle e degli amici di Pasqualino, 25 anni, ucciso sabato sera in un bar di Volpiano da due rapinatori che •hanno perso la testa-. Hanno fatto entrare il cronista e il fotografo quasi di soppiatto, prima in casa e poi nella camera di Pasqualino. .Mia madre è distrutta — spiega la sorella Rosa, 28 anni —. Se vi vedesse entrerebbe nuovamente in crisi. Parliamo piano, non facciamoci sentire, tutti però devono sapere che ragazzo d'oro era Pasquale e che l'hanno ammazzato come un cane, per niente, senza una ragione-. La camera è linda e ordinata: un letto, pochi mobili, gli oggetti che raccontano le passioni e gli hobby di un ragazzo di 25 anni legato, quasi in un modo morboso, alla famiglia tanto da arrivare a confidare alla madre: -Non mi sposerò mai, non posso allontanarmi da voi, non lo sopporterei-. Due chitarre sono in bella mostra a fianco di un impianto stereofonico con alcuni dischi di Olivio Diaz, Fernando Sar e dei • Grand Funk-. .Era appassionato di chitarra classica — racconta ancora Rosa Catanzariti —per tre anni ha frequentato, in una scuola privata, un corso. Gli dicevano, però, che aveva le mani troppo "leggate" e lui un bel giorno, si è stufato, ha contìnua■ lo a coltivare la sua passione da solo. Questo non gli ha impedito di raggiungere risultati apprezzabili e due anni fa ha tenuto addirittura un saggio al teatro della raffineria di Volpiano. Era stata una serata bellissima, pensi che tutta la gente guardava nostra madre, seduta in platea, piena di ammirazione. Pasqualino ci ha sempre e solo dato soddisfazioni e, adesso, non c'è più-. Accanto alla chitarra il calcio. • Guardi, guardi queste foto — si prodiga Franco — sono state fatte durante la partita amichevole del Mathi, dove giocava mio reel fratello, e il Torino. Vede, questo è Pulici e quello a fianco che salta è lui Di amichevoli con il Torino, il Mathi ne aveva fatte due e, entrambe le volte, Pasqualino era la felicità in persona-. Già sabato sera la notizia della tragedia aveva raggiunto i compagni di squadra di Pasquale. Proprio uno di questi doveva passare a prenderlo al bar di corso Regina Margherita: l'ha trovato in una pozza di sangue e l'ha seguito all'ospedale. Incapace di dare un aiuto al suo più caro amico affidato alle cure dei medici, ha consolato per ore la madre distrutta, abbandonata su una poltrona del pronto soccorso dell'Astanteria Martini. Si chiamo Ugo Cena ed è un coeta¬ . ^ 11111111 r i ; i ■ 1111 : i i ■ 11 ; i : 111 «, i i i -111 ' neo di Pasquale. Dovevano passare la serata insieme come tante altre volte. • Quando siamo tornati da Torino, — raccontano ancora il fratello e le sorelle —Pasquale è passato al bar a giocare la schedina del totocalcio, è tornato a casa, ha cenato ed è tornato nuovamente in corso Regina Margherita, a piedi ad aspettare Ugo-. Nel bar Pasqualino ha incominciato a chiacchierare con il titolare, Osvaldo Microscopio, suo grande amico e, come lui, appassionato di calcio. Pasquale aveva un braccio ingessato per una brutta botta presa mentre giocava a pallone. Gli si è avvicinata la figlia del barista e, con un pennarello, voleva scrivergli il nome sul gesso. •Invece ha scritto solo "bye-bye" — racconta Franco Catanzariti — e mio fratello le ha detto: "Ma ti chiami cosi?". Poi si è scatenato il finimondo; ancora adesso non sappiamo esattamente ciò che è successo-. Le sorelle ci mostrano le coppe vinte in anni di attività calcistica del fratello che aveva iniziato giovanissimo per entrare, a 14 anni, nella Virtus di Volpiano. Quattro anni fa è passato nelle file del Mathi che, quest'anno, milita nel campionato di prima categoria e guida la classifica con il Chivasso. Domenica la squadra ha giocato contro il Bertolini Villanova vincendo per 5 a 2. Pasqualino Catanzariti sarebbe morto la sera stessa, dopo 24 ore d'agonia. • La famiglia del giovane è originaria di Piati in provincia di Reggio Calabria. •Mio padre — spiega Rosa — è venuto a Torino, da solo, nel '55, due anni dopo l'ha raggiunto mia madre con i primi figli. Non voleva abitare a Torino e allora ci siamo stabiliti a Volpiano-. Ad uno ad uno tutti i membri della famiglia si sono spostati, tranne Pasqualino e le due sorelle più giovani: Elisabetta e Mariella di 19 anni e 18 anni. Al momento di andarcene la porta aperta del salotto mostra parenti, amici e paesani seduti in silanzio attorno al tavolo. -Hanno voluto esserci tutti vicini —ci dice Rosa'Catanzariti —devono arrivare anche i nostri parenti dal Sud. Mercoledì mattina, al funerale, potremo vedere, tutti insieme, per l'ultima volta, nostro fratello-. Beppe Minello 11111111 r ] 111111 r 11111111 111 r > : ! 111 [ t ! ì 11 h Pasqualino Catanzariti in un «duello» con Pulici - La sorella Rosa distrutta dal dolore

Luoghi citati: Chivasso, Reggio Calabria, Torino, Volpiano