Scoppia la «bomba» elettronica

Scoppia la «bomba» elettronica Cee, governi, sindacati prevedono contraccolpi sui posti di lavoro Scoppia la «bomba» elettronica Milioni di impieghi saranno eliminati nella burocrazia - Ma l'occupazione dovrebbe crescere nelle banche e nelle assicurazioni - La grande offensiva avverrà nelle telecomunicazioni TORINO — Il dipartimento automazione e tecnologia del sindacato tedesco dei metalmeccanici ha calcolato che all'inizio degli Anni 60 un transistor costava in Germania circa 100 pfenning mentre oggi costa appena 0.1 pfenning; in proporzione, un'auto che nel '60 veniva venduta a 100 mila marchi oggi dovrebbe costarne appena 10. Il potenziale di innovazione (tecnologica ma anche economica) dell'elettronica è enorme, in particolare quello della microelettronica che ha moltiplicato, concentrandole in elementi sempre più piccoli, le possibilità del transistor riducendo contemporaneamente i costi di fabbricazione. Governi e sindacati sono stati presi in contropiede dallo sviluppo di una tecnologia che è persino più rapido della capacità delle imprese di utilizzare le novità che vengono proposte a getto continuo. Solo ora si comincia a valutarne i possibili effetti sulla produzione, e soprattutto, sull'occupazione. Secondo le stime della Cee lo stesso settore dell'elettronica, che nel '78 occupava circa il 7,5% della manodopera industriale europea (2.850.000 persone, di cui il 40% donne), ha subito una forte riduzione a causa dell'impiego dei circuiti integrati, la cui produzione richiede meno tempo e che sono spesso montati con sistemi automatizzati. La diffusione degli orologi al quarzo ha causato in Germania la sparizione di numerose fabbriche che non si erano subito adeguate e l'occupazione è crollata del 40%; la Svizzera ha visto scendere al 30% la sua quota sul mercato mondiale degli orologi, mentre saliva quella del Giappone (20%) e di Hong Kong (15%); ora sta lentamente risalendo la china e già alla fine dell'anno scorso, su una produzione di 270 mila orologi almeno 70 mila erano al quarzo. (Ma nelle vecchie, blasonate Case, si dice con convinzione che gli orologi davvero eleganti saranno sempre meccanici). In questo momento l'offensiva della microelettronica è concentrata nel campo dei telefoni che, nel giro di qualche anno, saranno totalmente rivoluzionati. In questa corsa all'innovazione in Europa è in testa la Francia che. tra l'altro, ha già dato il via ad un programma sperimentale per installare nelle case degli utenti le «guide» elettroniche, consistenti in un terminale video collegato ad un elaboratore con i nomi e i numeri degli abbonati. (Al programma dovrebbe partecipare anche la Olivetti, in collegamento con la Saint-Gobain). Sui fili del telefono, diventati nel frattempo a fibre ottiche, cor- reranno nei prossimi anni non solo parole, ma dati, immagini, informazioni tecniche per le aziende. In questi mesi, però, proprio il passaggio dalla produzione di componenti elettromeccanici a quella di componenti elettronici ha messo in evidenza in numerose aziende una eccedenza di manodopera; alla sola Italtel. la ex Sit-Siemens. sarebbe di alcune migliaia di persone. E' lo stesso problema cui si è trovata di fronte la Olivetti, quando è passata dalla produzione di macchine da calcolo elettromeccaniche a macchine elettroniche. Nel campo della fabbrica¬ zione di registratori di cassa l'elettronica, secondo uno studio della Cee. ha già ridotto del 25% il fabbisogno di manodopera; tuttavia è probabile che questo calo sia compensato dall'impiego sempre più generalizzato dei registratori di cassa (in Italia si parla da tempo di una legge che dovrebbe renderli obbligatori a fini di controllo fiscale). Ma, ad esempio, nel settore della stampa e dell'editoria la riduzione dell'occupazione consentita dalle macchine stampanti elettroniche non sarà compensata, cosi come non sarà compensata quella consentita dall'impiego sem¬ pre più largo nell'industria meccanica delle macchine utensili a controllo numerico. Nell'industria automobilistica l'elettronica applicata alle macchine operatrici, insieme con i robot, consente la riduzione dell'occupazione ma un compenso dovrebbe venire dalla diffusione dei sistemi elettronici di accensione e di comando, che nei prossimi anni dovrebbero diffondersi dalle vetture di lusso alle utilitarie. Dove la Cee fa previsioni molto pessimistiche è nel campo dell'organizzazione degli uffici dove, in seguito al trattamento elettronico dei dati, gli attuali 15 milioni di posti esistenti nella Comunità potrebbero ridursi addirittura del 20-25%. Solo nel settore bancario e assicurativo l'elettronica avrebbe l'effetto di accrescere la produttività, di diversificare i servizi per la clientela, di crearne di nuovi mantenendo cosi stabile l'occupazione. In ogni caso la «rivoluzione microelettronica» cambierà. anzi sta già cambiando profondamente, il mondo del lavoro; le nuove tecnologie incideranno sulla professionalità di migliaia di lavoratori, provocheranno l'espulsione anticipata di anziani e di donne, occupati nelle attività tradizionali, solo in parte sostituiti da personale specializzato. L'Ocse calcola che a lungo termine sarà in qualche modo «cambiato» almeno il 35 per cento dei posti di lavoro; il governo tedesco parla addirittura del 50. Vittorio Ravizza I giganti dell'elettronica (imprese elettroniche mondial! con fatturato 1979 superiore ai 2 miliardi di dollari; dati in milioni di dollari) Fatturato Profitti Att Usa 454)21 5.613 Ibm Usa 22.863 3.011 Philips PaesiBassi 17.563 327 Itt Usa 17.197 381 Siemens Germanla 16.045 391 Hitachi Giappone 12.633 484 Matsushita Giappone 11.128 463 Gte Usa 9.958 645 , Toshiba Giappone 8.318 116 Cge Francia 8.234 73 Rca Usa 7.455 284 Thomson-Brandt Francia 7.056 65 Xerox Usa 7.027 563 Aeg-Telefunken Germanla 6.513 (—539) Mitsubishi Giappone 4.952 109 Gee Gran Bretagna 4.855 417 Tnv Usa 4.560 195 Honeywell Usa 4.210 261 SperryRand Usa 4.179 224 Litton Usa 4X86 189 Nippon Electric Giappone 3.943 39 Raytheon Usa 3.728 197

Persone citate: Brandt Francia, Siemens Germanla, Thomson, Vittorio Ravizza I