La corruzione investe Bonn di Tito Sansa

La corruzione investe Bonn OSSERVATORIO La corruzione investe Bonn I mobili dell'ufficio del ministro della Giustizia, Jochem Vogel — hanno annunciato nei giorni scorsi i giornali tedeschi — sono costati la bellezza di 53.876 marchi e 70 pfennig, circa 25 milioni di lire italiane. A spese del contribuente, benché la somma stanziata dalla pubblica amministrazione fosse inferiore ai 4 milioni. E milioni di cittadini tedeschi hanno arricciato il naso o aggrottato le ciglia, anche perché il ministro è socialdemocratico. Ma la notizia era falsa. I 53.876 marchi erano serviti per «motivi di stile», per arredare lo studio non del ministro ma quello di uno dei presidenti della Corte suprema a Karlsruhe, del quale pietosamente si tace il nome. La denuncia dello «spreco» è una delle tante contenute nella relazione annuale (per l'anno 1978) presentata all'opinione pubblica dal presidente della Corte dei conti, Karl Wittrock. Si tratta di un volume di 222 pagine, che raccoglie documentariamente alcune centinaia di casi di sperpero del pubblico denaro che i dipendenti del suo ufficio (350 in tutto, ma dovrebbero essere almeno il triplo, lamenta Wittrock) sono riusciti ad accertare con paziente lavoro. Gli abusi accertati — secondo la Corte dei conti — sono soltanto la punta di un iceberg. Quanti denari pubblici siano stati effettivamente buttati al vento o stornati «è un mistero». Uno dei più grandi scandali è quello delle ferrovie federali, le quali hanno dotato le vetture di un sistema ultramoderno di agganciamento automatico che dovrebbe permettere di abolire completamente il pericoloso e costoso lavoro manuale e far risparmiare miliardi. Tutto bene, a prima vista. Sennonché durante la conferenza internazionale delle ferrovie tenuta nel 1978 è stato deciso che il nuovo sistema non verrà adottato in questo secolo («al più presto nell'anno 2005») cioè a una data in cui nessuno dei vagoni modernizzati sarà più in circolazione. La «spesa inutile» è stata di circa 160 miliardi di lire italiane. Quanti siano i miliardi che ogni anno vengono sprecati dalle Poste federali è un altro mistero. Stando alla Corte dei conti, le Poste dispongono di un parco macchine nel quale le vetture superflue sono più numerose di quelle necessarie, e quelle di media cilindrata predominano sulle utilitarie. Metà degli automezzi circolano solo la mattina, l'altra metà solo nel pomeriggio, senza tener conto delle migliaia che rimangono ferme per riparazioni. Queste vengono fatte in proprio, al rallentatore: si arriva a 28 giorni di officina per riparare un freno, fino a 45 giorni per ripassare un motore. Al ministero della Difesa attualmente sotto la mira della Corte dei conti per i calcoli sbagliati degli aerei da combattimento Tornado (mancano 600 miliardi, ma se ne parlerà soltanto nella relazione che verrà presentata alla fine del 1982), l'accertamento delle manchevolezze finanziarie è stato più difficile, per il semplice motivo che la registrazione è approssimativa. Allegre finanze anche al ministero omonimo. Il rapporto cita il caso di crediti ad aziende di interesse nazionale in difficoltà. Uno di questi — denuncia la Corte dei conti —■ è stato fatto a una ditta che non ne aveva bisogno. La ditta ha preso i 200 miliardi di lire e li ha messi in banca al tasso di interesse dell'8 per cento, che le hanno fruttato mediamente 16 miliardi di lire l'anno. La medesima speculazione (a danno del contribuente tedesco) l'ha fatta l'Unesco, alla quale il ministero degli Esteri di Bonn nel '75 assegnò 400 milioni per lavori di scavo nell'antica città di Moen Jdaro, nel Pakistan, dei quali non si è più sentito parlare. Tito Sansa li Vogel: il ministero della Giustizia spende allegramente

Persone citate: Karl Wittrock, Moen, Vogel

Luoghi citati: Bonn, Pakistan