Rabitti: «Il Torino esploderà a febbraio» di Bruno Bernardi

Rabitti: «Il Torino esploderà a febbraio» Il tecnico spiega gli alti e bassi granata ma ha fiducia per Milano Rabitti: «Il Torino esploderà a febbraio» TORINO — Ad un terzo del cammino, il campionato per il Torino ricomincia domani. La trasferta con l'Inter rappresenta l'occasione per dimostrare che il ruolo di comprimari non s'addice ai granata sebbene, in questo scorcio di stagione, i risultati a corrente alternata abbiano indotto i tifosi a pensare il contrario. Il Torino è salito sull'altalena con fanciullesca disinvoltura: brillante nelle amichevoli ed in Coppa Italia, spettacolare a Bruxelles con il Molenbeek. la squadra di Rabitti era poi incappata nella prima sconfitta stagionale a Catanzaro, raffreddando gli entusiasmi. Ripresasi piegando in casa l'Avellino, aveva addirittura rischiato l'eliminazione dalla Coppa Uefa con i belgi, perdendo poi a Roma e al «Comunale» con il Cagliari. L'impennata con la Juventus ed il superamento del turno con il Magdeburgo erano stati ridimensionati dai pareggi interni con Como e Fiorentina, intervallati da quello di Brescia e completati dalla clamorosa uscita ai calci di rigore (e per altre sfavorevoli circostanze) dalla scena europea con il Grasshoppers. Il successo di Napoli, malgrado la formazione rimaneggiata, ha riacceso le speranze: ma si può credere in una squadra che prima illude, poi delude, con alti e bassi che a volte sconcertano? L'Inter fornirà la risposta. E' la continuità a far difetto ai granata nel contesto di un torneo livellato che non ha ancora trovato la formazione-guida anche se la Roma, attualmente, sembra la più regolare. In estate il Torino aveva fatto intravedere un gioco misto di praticità e di spettacolo: può ritrovare quei connotati. La difesa s'è assestata con Van de Korput stopper e Masi libero: assente Danova in attesa di perfezionare l'intesa con i compagni di reparto, l'olandese ha trovato una collocazione più redditizia anche se è in grado di riprendere il ruolo di battitore. Il centrocampo funziona meglio se, come a Napoli, c'è compattezza fra i reparti e mutua assistenza. In questo discorso è importante D'Amico che, con il Grasshoppers, era stato efficacissimo ed a Napoli ha avuto bagliori di classe. E' un purosangue al quale non si può sempre chiedere di cantare e di portare la croce ma. se saprà sacrificarsi come nelle ultime due gare, ne guadagnerà il Torino. La resurrezione di Pulici è un altro elemento che aumenta il potenziale offensivo. Restiamo convinti che il Torino ha i mezzi per essere protagonista: deve solo conservare la mentalità vincente e la concentrazione che aveva al «San Paolo». Che ne pensano gli addetti ai lavori? Per Rabitti i «saliscendi» di rendimento, di gioco e di risultati fanno parte del calcio e, per quanto concerne il Torino, li spiega in parte anche con l'infortunio a Van de Korput e le vicissitudini passate da Pulici. 'La condizione atletica e l'impiego non sono mai stati un problema — spiega l'allenatore —. Adesso abbiamo trovato la quadratura e a Napoli, sia pure agevolati dalle circostame, c'è stata la risposta dei giovani come degli anziani. Questo amalgama ci può portare lontano. Da febbraio in poi il Torino esploderà: fisicamente sarà al massimo. Conto, tuttavia, su una bella prova a Milano. Quando ci sono avversari forti mi sento più tranquillo». Terraneo, che ha smaltito 10 «choc» per l'incredibile errore con il Grasshoppers, sostiene che è indispensabile eliminare ansie e paure che bloccano, a livello psicologico, 11 Torino in certe partite: «E' un fenomeno che non riguarda solo noi. All'estero abbiamo giocato con maggior spa¬ valderia, forse con un pizzico d'incosciema, fornendo alcune ottime prestazioni. E' successo qualche volta anche in campionato ma dobbiamo convincerci di essere alla pari coni più forti». Pecci, che è tra gli elementi-chiave, dice che è inutile lanciare proclami o attività promozionali sulla rinascita del Torino. 'Siamo una buona compagine — assicura il regista —: se non fosse scappato il pallone a Terraneo, cosa che può capitare a tutti, saremmo addirittura la squadra del momento, ma i risultati condizionano i giudizi». Alla cautela di Pecci si contrappone la grinta di Graziani, convinto che da un po' di tempo il Torino sia in progresso sebbene non abbia avuto il conforto della fortuna. •Avevamo una serie di problemi: individuate alcune cause, sono stati parzialmente risolti — puntualizza il capi¬ tano —. A Brescia ci hanno raggiunti nel finale, la Fiorentina ha pareggiato con un tiro, il Grasshoppers ci ha eliminati dal dischetto, ma il Torino è vivo. Con l'Inter sarà importante giocar bene e difficilmente il risultato ci sfuggirà. Se andiamo avanti di questo passo, considerando che dopo l'Inter abbiamo tre gare in casa e una fuori, possiamo realizzare 7-8 punti e terminare il girone d'andata se non primi almeno secondi». L'ottimismo di Graziarli è condiviso dal presidente Pianelli che. tra soddisfazioni e arrabbiature, continua a nutrire fiducia: «Afanca solo un pizzico di buona sorte. Le somme si tirano alla fine ma per ora una cosa è certa: le torinesi fanno nuovamente paura al resto d'Italia». Bruno Bernardi Il successo di Napoli ha riacceso le speranze dell'ambiente. Il parere dei protagonisti: l'augurio di Terraneo, la cautela di Pecci, la grinta di Oraziani e l'ottimismo del presidente Pianelli