«Basta con le solite cose mi dia un dono diverso»

«Basta con le solite cose mi dia un dono diverso» «Basta con le solite cose mi dia un dono diverso» «Basta con i soliti regali. Quest'anno scelgo qualcosa di diverso». Una decisione presa all'improvviso, come un lampo di genio arrivato mentre il signor Rossi timbra la cartolina all'uscita dall'ufficio. «Quest'anno li lascio tutti a bocca aperta» rimugina tra sé ricordando i Natali precedenti. Quasi sempre la stessa scena all'apertura dei pacchetti: lo sguardo benevolo della moglie davanti alla boccettina di profumo, che poi esplode: «Oh! caro sei proprio un tesoro»; e quello dei figli: «Grazie papà è proprio un bel libro». / volumi scelti con tanta cura finiscono in libreria accanto agli altri. A passeggio fra le vetrine dunque. Ecco la prima: abiti vecchi, stile Anni QuarantaCinquanta, cappellini con piume, foglie e anche qualche fiore di seta appassita (20-30 mila lire), calze con brillantini e dipinte a mano (15 mila), un boa di lana lungo due metri e mezzo e guanti, altrettanto chilometrici, ricamati di pelile (15 mila). Ma Rossi tira dritto; non riesce a immaginare sua moglie cosi agghindata. Nel negozio accanto altre idee: spille in ottone stile Liberty (dalle 20 mila in su), spilloni, borse in coccodrillo giallo e rosso (95 mila), portasigarette in finta tartaruga tempestati di finti brillanti. Poi, in un angolo, il gioiellino: i ferri che la nonna usava per farsi i riccioli. Li scaldava sul fuoco, poi, usando la carta per non bruciare i capelli, con abilità riusciva a incorniciarsi il capo di onde increspate. «Costa cinquantamila — dice la commessa —. Capisce, è quasi un pezzo di antiquariato». Lui la guarda deluso: «Ci penso» risponde, ed esce. Capitombola in un negozio rigurgitante di musica rock e luci. Non arretra, si butta nella bolgia e riesce a intravedere un cinturone tempestato di lampadine colorate: «Ti interessa? — chiede una giovanissima avvolta in pantaloni di pelle dorata —. Costa 30 mila lire e se ne vuoi uno più insolito eccolo: questo emette un raggio solo, laser naturalmente, 65 mila». Si avventura fra gli scaffali: ecco la spazzola lustrascarpe con lucido incorporato (6500 lire), le lampade ad olio (5 mila lire) per il black-out; le scatole vecchio stile: Cadbury's, China tea, Italian spaghetti a 4000 lire: «Quattromila lire per una scatola?». Più in là un set per scrivania composto da rane in legno: poverine, la larga bocca trasformata in pinzatrice, temperamatite, posacenere. «No — esclude — quella fauna verde e gialla a casa mia non entra». Annota compiaciuto, invece, i quadretti che contengono le miniature degli strumenti musicali orientali a 7000 lire. E i segnaposto in finto argento a tremila lire l'uno: lumachina, Lartarughina, scoiattolino? «No, no, a tavola siamo in quattro e sappiamo perfettamente dove sederci». C'è ancora uno scafjaìe inesplorato: tante scatolette, 15 centimetri di diametro nascondono sotto il coperchio un set per giocare a basket, a flipper, alla slot-machi" e lancio dei cerchi, un divertimento da scrivania, mai visto prima. Rossi compra il basket e il flipper, li prova subito e ne è entusiasta. A casa nasconde i suoi giochini in un cassetto poi va accanto all'albero di Natale e depone una busta Dentro c'è una letterina: «Carissimi, quest'anno ho deciso di cambiare e farvi un regalo originale. Eccovi tre assegni. Buon Natale, vostro padre e manto». . .. Irene Cablati