Come cresce il villaggio della solidarietà dove «battere la fiacca» sarebbe un delitto

Come cresce il villaggio della solidarietà dove «battere la fiacca» sarebbe un delitto Come cresce il villaggio della solidarietà dove «battere la fiacca» sarebbe un delitto Il nostro inviato ci telefona da Lioni: Il legame simbolico di solidarietà che unisce Torino a Llonl è stato sigillato Ieri anche dalla tecnica, grazie all'allacciamento volante di un telefono nel villaggio «La Stampa - Specchio dei tempi». A tardo pomeriggio, dopo l'Intervento della SIp, è trillato a S. Bernardino Il primo squillo, mettendo In contatto la sede del giornale ed il cantiere. Fuori pioveva, e una nebblollna umida avvolgeva uomini e cose sul grande piazzale a metà collina, ma nessuno ha interrotto I lavori: e adesso, con II prezioso ausilio dell'apparecchio, sarà più facile coordinare l'Impegno comune e condurlo a termino oltre le difficoltà, le paure, I dubbi ed i mille Imprevedibili ostacoli dell'emergenza. Oggi che II meccanismo è in moto, lo si può dire con orgoglio e certezza: Il villaggio per I 1000 senzatetto, donato dal lettori alla capitale del terremoto, sarà, sia pure come soluzione provvisoria, l'Insediamento più bello, tempestivo, attrezzato e visibile tra quelli sorti fra le macerie ancora insanguinate di Irplnia. SI è detto di un meccanismo ormai collaudato e ben oliato; ecco, a grandi linee, come funziona. Alla fase del primo allestimento dell'area si alternano con volontà e grande abnegazione i vigili del fuoco della colonna veneta, militari Italiani e genieri tedeschi, che allargano con sabbia e macerie l'area di riporto sul terreno vegetale, per completare I 30.400 metri quadrati affidati dal Comune a «La Stampa - Specchio del tempi». Dopo la dislnfezlone, effettuata con calce viva, viene steso sulle mace¬ rie un primo strato di ghiaia, su cui, infine, due imprese private con camion, rullo compressore, ruspe ed una squadra di carpentieri, innalzano secondo II progetto piazzuole di materiale da cava e basamenti In calcestruzzo. Parallelamente a questi lavori, e sempre sotto la direzione attenta dei tecnici Fiat-engineering, Bertolina e Sassello, si approntano il sistema fognario e quello Idrico, mentre l'Enel (che ha già raggiunto Il villaggio con pali, fili, cabina di trasformazione e illuminazione stradale) prepara ormai le maglie della rete Interna. Un Impegno poderoso, se si pensa che due settimane fa, alla periferia di Lioni, c'erano ancora soltanto prati da espropriare, caos, disordine, e rovine tuttora gelose del loro bottino di corpi umani. Ma non è tutto qui II fervore di Iniziative promosse dal lettori con una sottoscrizione record che non accenna a estinguersi: dopo II lavoro «a monte», c'è Infatti la simpatica rincorsa delle ditte di prefabbricati (la Imo di Volvera e la Pasotti di Brescia) che a tempo di record montano, e monteranno, sui basamenti In calcestruzzo, le casette prefabbricate con i pavimenti isolati, gli Interni già predisposti con prese di corrente e luci, I bagni e le cucine completamente attrezzate, Il riscaldamento, le verande coperte. Assieme ai piemontesi, al trevigiani, ai bresciani (tutti grandissimi lavoratori) delle squadre di montaggio, vengono quindi a schierarsi gli elettricisti, gli Idraulici, I tecnici: alcuni costretti al pendolarismo da alberghi lontani oltre 50 chilometri, altri sistemati sul posto In «trailers» delle stesse ditte. In questo scenarlo di devastazione non tutto si può programmare o pianificare. Ma, fino ad oggi, tutti coloro che direttamente o Indirettamente concorrono alla sistemazione del villaggio, hanno dato l'anima per rispettare I tempi. «Non è un problema di contratto, di quattrini, o di capacità professionale — dicono —. In questo caso battere la fiacca sarebbe un delitto». Ma nessuno di questi ragazzi ha mai battuto la fiacca, sempre In giro per II mondo, dalla Libia all'Algeria, dall'Iran alla Nigeria, per montare prefabbricati nelle peggiori condizioni di vita possibili. Ancora pochi giorni però, e II premio alla loro fatica II porterà per una volta a casa, In permesso natalizio, con la soddisfazione di aver dato alle prime famiglie del nostro villaggio un tetto sicuro. Perché comincino, In condizioni finalmente umane di vita, il primo capitolo di una nuova esistenza, dopo I giorni della morte e della paura. Roberto Reale dagli uomini della «Stampa» che stanno provvedendo alla distribuzione dei doni Inviati dai bimbi torinesi. E I «grazie» erano genuini come la gioia, spontanei come soltanto I bambini sanno dire. Altri quattro furgoni di giocattoli (ricordiamo che tra sabato e domenica In piazza S. Cario ne abbiamo raccolti ventimila) sono stati consegnati a Baronissi. Qui sono scampati alla paura e al disastro del terremoto oltre 1300 bimbi e ragazzi. Nessuno di loro è stato dimenticato; ognuno ha ricevuto un pacchetto; ognuno avrà poi scoperto, in un blgllertino d'auguri, di avere, a Torino, un amico che pensa a lui. Oggi raggiungeremo Lioni, Teora, S. Angelo dei Lombardi, l'epicentro della catastrofe. Arriveremo con I nostri furgoncini gialli, che la gente dell'lrpinia sta riconoscendo ormai al loro passaggio: sa che sono portatori di solidarietà, di quel legame saldo che collega Torino ai paesi terremotati. Con questi stessi automezzi stiamo distribuendo oltre mille completi impermeabili, gialli, bellissimi perché è tornato a piovere e fa freddo. A '.ioni come a Teora, visiteremo «gli accampamenti»; procederemo di tenda in tenda, di roulotte In roulotte, di famiglia in famiglia. E tutti I trecento bimbi sopravvissuti a Lioni, Quelli di Teora e di S. Angelo dei Lombardi, avranno ognuno un dono. In cambio riceveremo un abbraccio; lo riverseremo a tutti I bimbi torinesi che si sono sostituiti a Babbo Natale. Aldo Popaiz

Persone citate: Aldo Popaiz, Bertolina, Pasotti, Teora