Stupore a Roma, si parla anche di oscure manovre

Stupore a Roma, si parla anche di oscure manovre Stupore a Roma, si parla anche di oscure manovre DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — La decisione del giudice Antonio Alibrandi di arrestare l'ex presidente dell'Egam, Mario Einaudi, e di emettere altri mandati di cattura per lo scandalo dell'Italcasse ha destato molta sorpresa negli ambienti politici romani e anche in quelli di Palazzo di Giustizia. Come si ricorderà, infatti, la Cassazione aveva annullato quasi tutti i 49 mandati di cattura emessi il 4 marzo scorso dallo stesso giudice per la medesima vicenda. A far ricorso, allora, era stato il petroliere Nino Rovelli, uno dei latitanti. La Cassazione accolse il ricorso, non ritenendo sussistente l'aggravante di più di cinque persone che rendeva obbligatorio il mandato di cattura. Tra i 49, comunque, non figurava Einaudi, per il quale Alibrandi aveva soltanto emesso mandato di comparizione. Gli atti passarono al pubblico ministero Orazio Savia perché aggiornasse i capi d'accusa. Savia ritenne che per tutti gli imputati non si potesse andare oltre il mandato di comparizione. L'arresto non era stato ritenuto necessario soprattutto per due ragioni: il lungo tempo trascorso dai fatti e l'impossibilità di inquinamento delle prove da parte degli accusati. Alla base della nuova decisione di Alibrandi sarebbe la gravità dei reati e cioè l'entità dei peculati di cui gli imputati sono accusati. Ma a Palazzo di Giustizia corrono molte voci. Si dice che il giudice istruttore potrebbe essere trasferito da Roma. E allora questa improvvisa raffica di mandati di cattura potrebbe servirgli per giustificare una sua permanenza nella capitale. Trasferire un magistrato impegnato in un'indagine tanto complessa — e l'arresto di un personaggio come Einaudi lo testimonia — diventa un affare molto più complesso e anche controverso. Ma nel tentativo di interpretare le mosse di Alibrandi non si escludono nemmeno i motivi politici: solo che essi sono abbastanza oscuri e riportano, come sempre, ai misteriosi giochi di potere di certe correnti. Einaudi era legato al segretario della de Piccoli ed è possibile che qualcuno gli abbia voluto giocare un brutto scherzo. Comunque la Corte dei Conti non ha scordato gli 11 miliardi e mezzo che Einaudi deve restituire a risarcimento dell'operazione Villain Fassio, che è all'origine del crollo dell'Egam.

Luoghi citati: Roma