Quel magico 12 settembre in Messico di Giorgio Barberis
Quel magico 12 settembre in Messico Quel magico 12 settembre in Messico In Italia i più erano già a letto, a Città del Messico invece era pomeriggio. Le 15,20 per l'esattezza. Le gradinate dello stadio olimpico erano desolanti perché terribilmente vuote e U facevano sentire ancor di più l'umidità e l'inclemenza del tempo. Ma non pioveva. Quel 12 settembre lo avevamo atteso tutti con ansia perché ci aspettavamo il trionfo di Mennea sui 200 dell'Universiade ed anche qualcosa di più. Nessuno però parlava di record del mondo. Due giorni prima Pietro Paolo da Barletta ci aveva esaltati correndo, primo europeo e primo atleta di pelle chiara, sotto i 20 secondi netti, in 19"9& La speranza di ulteriori miglioramenti era stata però — si fa per dire — gelata dalla semifinale: un Mennea contratto in partenza, aveva chiuso in 20"04 dando l'impressione di aver già sparato la miglior cartuccia. Ed ecco invece, alle 15,20 corrispondenti alle 233 italiane, Mennea guizzare via dai blocchi per correre i 200 metri più veloci della storia dell'uomo. Perfetto in curva, si distendeva nella sua possente azione in rettilineo mantenendo piena spinta fin sul traguardo. Volava, Pietro, verso l'ipotetico filo di lana, che la tecnologia moderna identifica in due fotocellule. Neppure dopo il traguardo si voltava mentre sul tabellone alle sue spalle il tempo si era davvero fermato su quegli incredibili 72 centesimi che completavano i 19 secondi impiegati. Tommie -Jet. Smith, splendido trionfatore undici anni prima su quella stessa pista nella finale olimpica del '68, era cancellato, il suo primato del mondo migliorato in un sol colpo di undici centesimi. L'allievo aveva cosi superato il maestro al quale aveva sempre dichiarato di ispirarsi. E quel 12 settembre 1979, i pochi presenti che si abbracciavano tra loro commossi, rimarrà per sempre nella storia dell'atletica. Giorgio Barberis
Persone citate: Mennea
Luoghi citati: Barletta, Città Del Messico, Italia, Messico
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