Olivetti, da Foschi maratona finale? di Francesco Bullo

Olivetti, da Foschi maratona finale? Forse già domani la firma Olivetti, da Foschi maratona finale? IVREA — AI tavolo romano del ministero del Lavoro si incontrano domani mattina alle 11 la rappresentanza della Firn e del Coordinamento Olivetti con la delegazione aziendale. Molti segnali fanno pensare che la trattativa per il contratto integrativo sia giunta all'ultimo appuntamento. Dopo il confronto-maratona della settimana scorsa (da venerdì a domenica notte seduta fiume nella sede degli Industriali Canavesani) è stata raggiunta un'intesa di massima sui problemi dell'ambiente, dell'organizzazione del lavoro, della politica industriale. Non è stato invece possibile arrivare ad una conclusione, nonostante le posizioni delle parti si siano notevolmente ravvicinate, su orario, salario, e soprattutto sul nodo dei 420 lavoratori ancora in cassa integrazione il cui rientro in fabbrica è per il sindacato un obiettivo irrinunciabile. Il «caso» era scoppiato alla fine del '79 quando l'azienda aveva comunicato di voler mettere in cassa integrazione 3 mila dipendenti nel 1980, ed altri 1500 l'anno successivo. Dopo una serie di incontri e 60 ore di sciopero il pericolo di 4500 licenziamenti era stato sventato. Il 21 dicembre '79 l'allora ministro del Lavoro, Scotti, il presidente e amministratore delegato De Benedetti, i segretari confederali Trentin, Garavini, Delpiano, Della Croce firmarono un'intesa. Prevedeva la riduzione a 500 dei dipendenti da mettere in cassa integrazione (in realtà furono 450, rimasti ora 420 perché una trentina ha dato le dimissioni o è andata in pensione); l'assunzione di 440 progettisti e tecnici; la promessa del governo a promuovere la domanda pubblica e a destinare 100 miliardi subito a «fondo perduto» per la ricerca. Per i 1500 ritenuti «esuberanti» nell'81, Olivetti e Firn avevano deciso di incontrarsi nuo¬ vamente in ottobre per esaminare il problema. Nel maggio di quest'anno l'assemblea dei delegati aveva varato la «piattaforma integrativa» aprendo una vertenza che poneva come punto centrale il rientro in fabbrica dei lavoratori in cassa integrazione. Le trattative, iniziatesi il 31 ottobre, ebbero una battuta d'arresto quando l'Olivetti confermò per l'anno prossimo un'eccedenza di 730 dipendenti nel Canavese e 500 nello stabilimento di Pozzuoli.. Gli incontri successivi portarono le parti su posizioni più vicine: l'Olivetti si è dichiarata disponibile a riprendere 25 lavoratori indipendentemente dalla domanda pubblica e ha fatto controproposte su premio di produzione e aumenti salariali. L'ultimo passo può essere compiuto a Roma con l'impegno del governo, terzo firmatario dell'accordo di dicembre, proprio perché il problema dell'occupazione è legato al filo delle commesse pubbliche. Il sindacato chiede tra l'altro garanzie sull'ordine di 15 mila telex per le Poste; l'approvazione della «legge Reviglio» che prevede l'adozione dei registratori di cassa (il provvedimento farebbe venir meno l'eccedenza di manodopera a Pozzuoli ) ; una qualificazione nazionale dell'Olivetti nel settore delle telecomunicazioni e una sua collaborazione con aziende italiane private e pubbliche; che sia dato il via alla «rete dati» delle Poste; l'approvazione della legge sul prepensionamento (risolverebbe il problema dei tagli occupazionali previsti per l'anno prossimo). Le parti dovranno anche affrontare gli altri due punti di contrasto: la quantità dell'aumento salariale e la riduzione d'orario. Se divergenze rimangono non sembrano tuttavia insuperabili e l'intervento del ministro Foschi potrebbe rappresentare una mediazione determinante. Francesco Bullo

Persone citate: Canavesani, De Benedetti, Delpiano, Garavini, Olivetti, Pozzuoli, Reviglio, Trentin

Luoghi citati: Ivrea, Pozzuoli, Roma