Luzzati: 30 anni di scene magiche

Luzzati: 30 anni di scene magiche A Roma mostra di uno dei nostri più geniali uomini di teatro Luzzati: 30 anni di scene magiche ROMA — Festosa ressa di pubblico, e molta gente di teatro, alla inaugurazione, al Palazzo delle Esposizioni, della mostra II sipario magico di Lele Luzzati, curata, per conto del Comune e della Univeristn di Roma, da Silvia Carandini e Mara Fazio. E' certo la prima volta che viene rea- I lizzato un bilancio di questa ampiezza del lavoro di uno scenografo italiano, e i di uno scenografo in piena attiviti di I servizio. TI genovese Emanuele, in teatro Lele. Luzzati compire infatti sessantanni nel giugno prossimo. Dice, dopo questa mostra, di voler chiudere: negli ultimi due anni ha lavorato un po' meno, deliberatamente: ma solo nella trascorsa stagione, che lo ha visto un poco appartato, ha firmato sette scenografie. Ecco, il primo dato che colpisce in Luzzati (e mostra e catalogo lo documentano assai bene) è la sua prodigiosa laboriosità. Dal '47 ad oggi ha ideato scene per duecentocinquanta spettacoli: ha collaborato con registi del teatro d'opera, di prosa, coreografi; ha realizzato, per il cinema d'animazione, insieme a Giulio Gianini. tredici tra cortometraggi e lungometraggi; ha illustrato una trentina di libri per l'infanzia, e. nei ritagli di tempo, si è dedicato alla ce¬ ramica, ha costruito pupazzi, ha spiegato a centinaia di ragazzi delle scuole italiane come si può progettare una scena avendo a disposizione poco o niente, gessetti, colla, cartapesta. I/altra componente della ricerca di Luzzati è, infatti, l'estrema essenzialit* dei progetti e la povertà dei materiali impiegati per realizzarli. Luzzati ritaglia, nel vuoto, uno spazio elementare e decide che questo, soltanto questo, sar* lo spazio scenico in cui tutto dovr* accadere. Per realizzarlo sceglie, in genere, oggetti prosaici, sedie, agabelli, panchetti, banchi di scuola, scale e scalette, pedane, assicelle; e li compone in una struttura, in una machina solo in apparenza labirintica o caotica, all'opposto di una stringente funzionante. Quelle seggiole diventano un tribunale, quei banchi una reggia di favola, quelle assi e pedane, inchiodate l'una sull'altra, una citt" di sogno. Ad animarli, a renderli irresistibilmente colorati, penserà il Luzzati costumista, che è una sorta di moderno archeologo del trovarobato. Dategli libero accesso ad un magazzino di abiti smessi, di pezze invendute, di scampoli polverosi: e questo mago della tonalità trarr0 da quelle gonne e bluse e sciarpe un caleidoscopio di colori! forbici e ago in mano, e l'occhio della fantasia ben sveglio, a favorire accostamenti di tinte, a far scoppiare inattese macchie cromatiche. Ci sono, nel percorso teatrale che la Carandini e la Fazio hanno ideato, alcuni di questi rutilanti costumi, fatti di tutto e di niente: come ci sono le celebri «acatole magiche» di Luzzati. una scatola, uno spettacolo, gl'i una quinta e siamo in piazza, su una quinta e siamo a palazzo: e ci sono le ceree bambole del Re Giovanni, il carro rosso fiamma di Farruscad nella Donna Serpente; e c'è Pulcinella, si capisce, una delle creature predilette di I,uzzati, il suo tuttogobba e tuttonaso, che sbuca fuori da un teleschermo inseguito dai carabinieri, creatura di cartone animato, per trasformarsi in sagoma libresca, di parola e linea, e. in carne e ossa poi. personaggio di teatro. C'è da augurarsi che questo viaggio nella fantasia di e con Luzzati possano farlo tanti, non solo qui a Roma, ma a Berlino Est e Genova, New York e Torino, che sono le prime citfs che ospiteranno, in ordine sparso, la mostra. Non è un augurio retorico: mette in pace con se stessi, rasserena, d* forza vedere dispiegarsi, con tanta liberi* e gioia, l'immaginazione creativa di un nostro simile. Guido Davico Bonino

Luoghi citati: Berlino Est, Genova, New York, Roma, Torino