Dalla Manciuria, con vitamina C di Irene Cabiati

Dalla Manciuria, con vitamina C Anche in Italia il boom dell'actinidia, un frutto esotico Dalla Manciuria, con vitamina C La campagna 1980 dell'actinidia, il frutto originario della Manciuria. ricco di vitamina C. ha soddisfatto i produttori. Non sono molti quelli che sei o sette anni fa tentarono l'esperimento con le piantine esotiche: per questo è difficile stabilire con certezza la quantità prodotta. Un fatto è certo: finora l'actinidia, conosciuta anche come Kiwi o Yan Tao, produce molti frutti, elle possono essere conservati a lungo, è redditizia e non richiede molte cure. In Piemonte le estensioni più vaste coltivate a Kiwi si trovano a Borgo d'Ale e nella provincia di Cuneo a Verzuolo. Falicetto. Centallo e Legnasco per un totale di 1600 ettari e una produzione annua di 8 mila quintali. Qui la produzione potrebbe aumentare di altri 20 mila quintali: i nuovi impianti incominceranno a dare frutti fra pochi anni. Si e provato anche nella provincia di Trento, ma in quantità minima (180 quintali). In Emilia il centro di produzione più avanzato è Faenza. 50-60 ettari per duemila quintali. I frutti, che si raccolgono da settembre a novembre, sono in gran parte destinati al mercato interno. Faenza invece esporta quasi tutto in Germania, dove il consumo è assai diffuso. L'actinidia. per ora. rimane una ghiottoneria da ricchi, una primizia. Il prezzo è abbastanza scoraggiante. Al produttore viene pagato dalle 1500 alle 3300 lire al chilo, al dettaglio il Kiwi, profumato e leggermente acerbo, costa 6000-6500 lire al chilo, addirittura 500 lire il pezzo. Malgrado ciò il mercato non soffre di alcuna crisi: anzi, chi lo conosce (e finora in verità non sono molti) lo compra volentieri e lo offre in dono. La produzione nazionale non copre la domanda che viene soddisfatta con le importazioni dalla Nuova Zelanda. «Questa coltura al produttore non costa molto — dice Francesco Caldera di Borgo d'Ale —: finora è stata curata la messa a dimora, il sostegno a pergolato o a filare e la potatura, oltre alla raccolta. Trattamenti di tipo chimico per ora non se ne fanno». Raffaele Bassi, direttore dell'Aspofrut di Cuneo aggiunge — «E'anche necessario informare il consumatore che la conosce poco: spesso l'assaggia quando è ancora verde e la rifiuta, senza sapere che basterebbe qualche giorno di attesa per farla maturare. Noi intendiamo diffondere manualetti sui metodi di conservazione e di consumo». Il Kiwi, dalla pelle pelosa, grosso come un uovo, meriterebbe di essere più diffuso anche per le sue proprietà salutari: preserva da infezioni, reumatismi e nevriti, aumenta la resistenza delle pareti vascolari Irene Cabiati

Persone citate: Francesco Caldera, Raffaele Bassi