Ora la speculazione «selvaggia» si accanisce sai paesi distratti di Ruggero Conteduca

Ora la speculazione «selvaggia» si accanisce sai paesi distratti Già all'opera mafia e clientelismo politico Ora la speculazione «selvaggia» si accanisce sai paesi distratti DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE AVELLINO — «Per ogni campanile che crolla, c'è un piano regolatore che salta — dice Armida Tino, unico assessore repubblicano al Comune di Avellino —. E se già prima era difficile opporsi alla speculazione selvaggia, le lascio immaginare ciò che accadrà adesso». Né gli speculatori hanno atteso molto: si sono buttati nella mischia come tanti corvi rapaci, a macerie ancora calde, preoccupati soltanto di raggiungere posizioni di privilegio nell'opera di ricostruzione. E per farlo hanno dovuto accorciare i tempi inserendosi o tentando di inserirsi nella gestione del terremoto fin dalle prime fasi: quelle «iniziali» dello sgombero delle macerie e delle demolizioni dei fabbricati pericolanti. La filosofia che li spinge è unica: il guadagno a tutti i costi. I metodi che pongono in atto per realizzarlo è diverso: a colpi di lupara in pianura, nell'agro nocerino-sarnese; secondo vecchi e ormai collaudati canali di clientelismo politico in montagna, nell'alta Irpinia. E cosi a Pagani la delinquenza organizzata ammazza il sindaco che si oppone alle speculazioni seguendo criteri di mafia pura, mentre nei Comuni dell'alta Irpinia. dove reparti del Genio e dell'esercito sono accorsi in forze, gli appalli di sgombero e demolizione vengono affidati a privati, secondo criteri di mafia politico-amministrativa. Quando Zamberletti. la sera stessa di quel tragico 23 novembre, venne nominato commissario per le zone terremotate, in assenza di un piano generale di protezione civile, si attaccò al telefono e chiamò quei comandanti di reparti dell'esercito che avevano collaborato con lui in Friuli. I loro numeri erano segnati sulla sua agenda da quattro anni, insieme con quelli dei pompieri. Prima di partire parlò anche con i responsabili di alcuni battaglioni del Genio che in Friuli si erano distinti nelle operazioni di sgombero e demolizioni delle macerie oltre che nella costruzione di piazzuole in cemento per i prefabbricati, nella realizzazione di reti fognarie, nelle operazioni di allacciamento di luce, gas e telefoni. Un lavoro che durò mesi, e che non costò una lira alle amministrazioni dei Comuni colpiti dal sismo. Il Genio è venuto anche al Sud. Nella sola provincia di Avellino sono presenti 1500 uomini attrezzati con apripista, escavatrici, e camions ribaltabili. Per il trasferimento del solo battaglione del Genio alpino Orta. di stanza a Trento, e che opera su Sant'Angelo dei Lombardi. Conza e Sant'Andrea di Conza. è slato necessario approntare un treno di 70 vagoni. Altri reparti, provenienti dalla Lombardia, da Caserta, da Bari e da Bergamo, si sono accampati li dove più urgenti erano le necessità. Ma i Comuni disastrati sono tanti: nella sola provincia di Avellino, secondo un primo censimento, sono più di 100. Conclusa la fase del recupero delle salme, i genieri da soli, dicono gli amministratori, non bastano a smaltire l'enorme lavoro di sgombero delle macerie e di demolizione di quelle rare, fatiscenti abitazioni che hanno resistito alla terribile scossa. Il ricorso alle imprese private, si giustificano i sindaci, si è reso necessario proprio per integrare l'opera dei militari. Ma non è cosi. A Conza della Campania, un paesino di 2000 anime completamente distrutto, i lavori sono stati affidati, per intero, alla Ferrocementi. una ditta romana che operava fino a qualche giorno prima del terremoto alla diga sull'Ofanto. ma che poi aveva chiuso il cantiere licenziando gli operai per mancanza di lavoro. Quel che accade a Conza si riscontra facilmente anche altrove: in moltissimi Comuni, per giunta, i sindaci non hanno ancora firmato, a più di venti giorni dalla prima scossa, le ordinanze di demolizione. Il risultato di tale disorganizzazione, non sempre priva di malafede, è che più o meno dappertutto soldati specialisti come quelli del Genio vengono impegnati, anziché in compiti operativi, in generici lavori di assistenza Con quali conseguenze? Tante, di cui una di carattere più grave e immediato: il lavoro che il Genio militare è stato chiamato a svolgere in queste zone, viene assegnato, invece, a uomini e mezzi appartenenti a ditte private al costo di 25.000 lire per ogni metro cubo di macerie trasportate. Ruggero Conteduca

Persone citate: Armida Tino, Orta, Zamberletti