Il sindaco ucciso voleva denunciare i capi mafiosi di Ruggero Conteduca
Il sindaco ucciso voleva denunciare i capi mafiosi Il sindaco ucciso voleva denunciare i capi mafiosi Questa sarebbe la causa del tragico agguato all'avvocato Torre, di Pagani - Gli inquirenti escludono l'ipotesi di un delitto a sfondo politico DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PAGANI — A porgergli l'ultimo saluto c'erano tutti i suoi concittadini: con le lacrime agli occhi, quando il feretro è apparso sul limitare della chiesa madre, gli hanno indirizzato un lungo, interminabile applauso. Da Roma erano venuti, preceduti dal rombo degli elicotteri, il ministro deglllnterno Rognoni, e gli onorevoli De Mita, Vittorino Colombo, Lettieri, D'Arezzo e Gerardo Bianco. Dai paesi limitrofi erano accorsi, numerosi, sindaci e rappresentanti delle amministrazioni con i gonfaloni listati a lutto. A Pagani, dicono, non si era mai visto un funerale cosi, come quello del sindaco Marcello Torre, ucciso per conto della camorra a colpi di lupara giovedì mattina mentre usciva dalla propria abitazione per recarsi in Comune. Fin dalle primissime ore del pomeriggio, la gente aveva cominciato ad affluire verso la basilica di Sant'Alfonso, patrono della città, per presenziare alla cerimonia funebre celebrata dal vescovo di Nocera e Pagani, monsignor Iolando Nuzzi. Il catafalco era posto dinanzi all'altare: a poca distanza, la moglie Lucia Di Palma, in lacrime, insieme ai due figli Giuseppe, studente universitario di vent'anni, e Annamaria di 17. Accanto a loro, i fratelli di Marcello Torre, noto penalista oltre che sindaco della città: Emilio, Carlo e Andrea. Chinata sulla bara, già da diverse ore, anche una signora bionda: Filomena Coda, moglie di Salvatore Serra, noto boss dell'agro nocerinosarnese, soprannominato «Cartuccia», attualmente detenuto a Porto Azzurro. Marcello Torre era il suo difensore di fiducia e proprio ieri doveva assisterlo, a Roma, dinanzi ai giudici della Cassazione. E «Cartuccia» non ha dimenticato l'amico: la prima fra le numerosissime corone che erano state depositate fuori della cattedrale recava sui nastri viola il nome di Salvatore Serra a lettere dorate. Il corso era affollatissimo: chi non era riuscito ad entrare in chiesa, la maggior parte, si era premurato per tempo di guadagnare un posto di prima fila. Alle loro spalle, i muri delle case erano tappezzati di manifesti a lutto: associazioni, categorie, sindacati, partiti e privati hanno voluto partecipare al dolore della famiglia per la tragica scomparsa di Torre. Su un balcone, proprio sopra la sede dell'ufficio postale, qualcuno ha esposto una bandiera nazionale a mezz'asta. Più in là, un'altra bandiera, rossa, listata a lutto: è la sede del partito comunista. Quando il feretro giunge dinanzi al Comune, sotto il vecchio monumento ai Caduti, dalla folla sale un nuovo applauso. Prendono posto uno alla volta, sul palco, prima un rappresentante dell'amministrazione provinciale di Salerno, poi l'avvocato De Nicolellis, presidente dell'Ordine degli avvocati del Nocerino-Sarnese; parla anche il sindaco di Nocera, Gargiulo; conclude la sfilata degli oratori il senatore D'Arezzo. -Ci hanno colpito — dice il parlamentare —. E credono di farci paura. Ma noi non ci piegheremo a nessuna mafia, a nessuna lupara. No: questa terra povera non diventerà pvsccdqpvrqqcnsdppgcnnpdtnntc mai terra di mafia». Gerardo Bianco non ha preso la parola ma in una breve conversazione con i cronisti si è mostrato molto preoccupato per il fenomeno. « Occorre fermezza — ha detto — da parte di tutte le forze politiche e delle istituzioni Dobbiamo essere decisi, netti: questa tracotanza non deve passare. La matrice è da individuare in una camorra che tenta di estendersi in altre direzioni». Ed è questo, in sintesi, quanto pensano anche gli inquirenti. Carabinieri e polizia, che sulla vicenda mantengono un riserbo fra i più rigorosi, accreditano, infatti, la tesi di un delitto di camorra. Marcello Torre, secondo le poche indiscrezioni trapelate, pare che si accingesse, nei giorni scorsi, a presentare alcune denunce contro esponenti della delinquenza organizzata che erano intervenuti pesantemente nella gestione dei soccorsi ai terremotati. La sua intenzione, evidentemente, non è andata a genio a qualcuno che ne ha ordinato l'eliminazione. Il compito è stato affidato a due killer che giovedì, sulle prime ore del mattino, hanno freddato il sindaco a colpi di lupara e ferito il suo segretario, Franco Bonaduce, dopo averli attesi all'uscita di casa: dal 24 novembre scorso infatti Torre si era trasferito in campagna con la famiglia perché il suo appartamento di città era rimasto danneggiato dal sismo. Nessun credito, invece, gli inquirenti danno al movente politico. Specialmente di destra. Nella telefonata dei Nar giunta alla redazione romana dell'Ansa, i neofascisti hanno perfino sbagliato il nome della loro presunta vittima Ruggero Conteduca
Luoghi citati: Pagani, Porto Azzurro, Roma, Salerno
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