II dollaro avanza ancora: 958

II dollaro avanza ancora: 958 Sotto la spinta dell'aumento dei tassi bancari americani II dollaro avanza ancora: 958 La Bundesbank interviene in forza sui mercati, ma non frena la caduta del marco - Anche Toro in discesa: a Londra ha perso 21 dollari - La lira ha mantenuto le posizioni rispetto alle valute europee ROMA — I record del dollaro si rincorrono da un giorno all'altro: ieri un nuovo tetto è stato toccato, 958 lire, contro le 946,75 lire raggiunte mercoledì. E il terremoto provocato dall'ascesa irrefrenabile del dollaro si è ripercosso su tutti i mercati finanziari, su quello dell'oro, che ha subito un nuovo ribasso, sulla Borsa americana, che ha subito seri arretramenti nelle quotazioni. Per quanto riguarda la corsa del dollaro rispetto alla lira alcuni dati di riferimento pos sono darne un'idea più preci sa: in due mesi ha guadagna-1 to esattamente 100 lire dato che il 13 ottobre quotava 858,75 lire ; solo un mese fa era sotto le 900 lire. C'è solo da sottolineare che, rispetto ad altre occasioni in cui la nostra valuta era isolata nel movimento al ribasso, questa volta il movimento è più complesso e coinvolge valute come il marco e il franco svizzero. Il dollaro, infatti, manifesta sui mercati europei (ma anche su quello giapponese, dove ieri ha chiuso a 211 yen, contro 209,25 yen di mercoledì) la spinta che gli viene dall'ascesa di tassi primari decisi dalle banche americane. Fino a mercoledì si parlava della possibilità che tali tassi, attualmente al 20 per cento, potessero arrivare fino al ietto del 21 per cento per poi cominciare la parabola discendente; ieri, però, le previsioni sono state aggiornate e si è parlato del 22 e addirittura del 23 per cento. Fondate o meno che siano queste previsioni è chiaro che esse hanno agito da ulteriore spinta sulla valuta americana. Particolarmente dura la pressione subita negli ultimi giorni dal marco; mercoledì per un certo periodo era stata raggiunta la parità di un dol- laro per due marchi poi il fixing era avvenuto sulla base di 1,9993 marchi per dollaro; ieri, invece, non si è più scesi sotto i 2 marchi e la chiusura è avvenuta su 2,0247 marchi per dollaro. I tentativi di frenare la discesa della valuta tedesca sono costati alla Bundesbank una cifra considerevo'e. Rispetto alle monete europee la lira ha mantenuto sostanzialmente le posizioni, con un leggero vantaggio sul franco svizzero (521,90 lire contro 523,31 di mercoledì), sul marco (473,50 contro 474), sul franco francese (204,70 contro 205); ha invece perduto ancora leggermente sulla sterlina che ieri valeva 2217,80 lire contro 2214.10 di mercoledì. Altro tonfo del prezzo dell'oro che ha perso ieri 21 dollari al fixing ufficiale sul mercato di Londra; sommati ai 25 dollari persi mercoledì fanno un declino di 46 dollari nelle ultime due sedute e di 59 dollari (circa il 10%) da lunedì. Il metallo ha aperto a 565-566,50 dollari per oncia, in linea con la chiusura di mercoledì a New York e si è leggermente rafforzato durante la mattinata con la prima fissazione a 573,50. Ma in coincidenza con l'apertura dei mercati americani si è sviluppata una forte pressione al ribasso, provocata da liquidazioni e vendite generate dalla pressione di nuovi rialzi del tasso primario in Usa. Il metallo ha così perso 15,50 dollari dal livello della mattinata scendendo a 558 dollari per oncia del fixing pomeridiano contro i 604 dollari di martedì pomeriggio ed i 579 di mercoledì. In Italia il metallo è stato quotato 17.880 lire il grammo, il 2,5 per cento in meno rispetto a mercoledì. Oltre all'oro, il calo ha colpito anche l'argento che ha perso il 7% portandosi a 464 lire il grammo. Il mercato azionario di New York ha mantenuto la tendenza al ribasso già manifestata mercoledì con scambi molto attivi.

Luoghi citati: Italia, Londra, New York, Roma, Usa