Riecco Stenmark e un pizzico di «valanga» di Giorgio Viglino
Riecco Stenmark e un pizzico di «valanga» A Madonna di Campiglio, in slalom, subito a segno lo svedese, bene gli azzurri Riecco Stenmark e un pizzico di «valanga» Mally 4" a sorpresa, De Chiesa 6", Gros T, Tonazzi 12", Grigis 13" ridanno all'Italia un primato di squadra ormai dimenticato DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MADONNA DI CAMPIGLIO —.Raccontare delle vittorie di lngemar Stenmark, detto «polentina», è diventato quasi noioso, visto che il nostro si ripete con inguaribile costanza, a volte addirittura a dispetto di se stesso e delle proprie scelte tecniche. Con aria molto naturale e un pizzico di snobismo, Ingo puntualizzava: «E' stato facile, sin troppo. E dire che è da un mese che non mi alleno più in slalom. Sentivo tanto bisogno di fare gigante». In chiave tecnica sarebbe come se Mennea ci spiegasse che ha vinto i suoi 200 dopo avere passato l'ultimo mese ad allenarsi per gli 800. Cos'Ita fatto Stenmark per vincere ieri? Nulla, se non es¬ sere praticamente perfetto dappertutto, il buco fa sé e gli avversari lo ha creato con una improvvisa accelerazione nella parte finale della prima manche, laddove il pendio ripidissimo diventa più dolce. Lì lo svedese, che già sembrava filare in presa diretta, ha innestato la marcia più alta e ha seminato tutti Gli sono bastate una dozzina di porte quindi per vincere manche e gara. A vedere sciare i diversi atleti, un esteta deve preferire senz'altro a Stenmark l'altro biondino Krizaj, ma per vincere ci vogliono anche quelle capacità di attaccare, quella strapotenza fisica, quelle progressioni oltre ogni limite che soltanto lo svedese possiede. La graduatoria finale tiene ben lontano Paul Frommelt, rientrato al secondo posto con un recupero travolgente nella seconda manche, quindi proprio Krizaj e poi il quasi miracolato Peter Mally di Merano, 22 anni, il più «perso» fra i campioni azzurri. Travolgente nel '78, appena sufficiente nel 79, Mally ha completamente, bucato la stagione passata ed è stato a un filo dal- l'essere messo alla porta. Negli ultimi allenamenti aveva cominciato a far intravedere qualcosa di buono e ieri pampam, due manches in crescendo: la prima col quinto tempo, la seconda addirittura alla pari con Stenmark. Per la prima volta dopo lunga pezza, a un Mally fra i primi corrispondono i piazzamenti vicinissimi di altri due azzurri, De Chiesa e Gros, rispettivamente sesto e settimo, col supporto di Tonazzi e Grigis ancora in zona punteggio, al 12° e IT posto. Il canalone Miramonti è molto ripido, il ghiaccio è il terreno favorito dagli azzurri quasi per tradizione, la prima manche era stata tracciata dall'allenatore Pegorari, tutte ottime ragioni per favorire una buona prestazione italiana: ma il fatto è che in un passato recente di occasioni analoghe ce ne erano state altre ed erano sempre sfuggite. Dice Stenmark: «La squadra italiana è la più forte in slalom». Io direi l'unica squadra rimasta, mentre un po' dappertutto c'è il campione isolato. E l'esser squadra ha il suo significato, perché c'è spirito di emulazione, persino la rabbia di non avere fatto abbastanza. A rigor di logica, Gros avrebbe dovuto essere contento del 7° posto, avvalorato ancor più dal 4" della prima manche. Contento perché, dopo tutti i guai passati, era già molto. Invece no, con lucidità Pierino ricordava di aver trattenuto molto gli sci nella parte alta. Gli azzurri hanno sciato meglio di tutti nelle condizioni tecniche esasperate in cui si svolgeva la gara. Sono crollati gli austriaci, scomparsi i russi, Popangelov e quasi tutti gli slavi ad eccezione di Krizaj. Hanno deluso clamorosamente gli svizzeri Noi con i nostri cinque tutti piazzati in zona punteggio, stiamo proprio benone e anche quelli che sono saltati qualcosa di buono l'avevano fatto. Carletti, ad esempio, aveva rifilato ben tre decimi a tenmark nel primo quarto di gara. Giorgi era sui tempi di Gaspoz. Foppa ha pagato l'esordio. Noeckler ha litigato con gli ultimi pali dopo una prova da primi cinque. Soltanto Bernardi si è accucciato sullo sci interno su una curva Accontentiamoci cosi, per il momento. Oggi in gigante non sogniamoci nemmeno di ripetere lo stesso risultato. Giorgio Viglino
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