Polemiche ad Avellino per i volontari rispediti a casa con il «foglio di via»

Polemiche ad Avellino per i volontari rispediti a casa con il «foglio di via» Mentre in Irpinia si tenta di dare una prima sistemazione ai senzatetto Polemiche ad Avellino per i volontari rispediti a casa con il «foglio di via» I gruppi di giovani, accorsi da tutta Italia, protestano: «Non ci vogliono perché scopriamo e denunciamo le irregolarità» - I responsabili dell'ordine pubblico ribattono: «Non servono più, ora; e poi sobillano la popolazione» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE AVELLINO — Il dopo-terremoto, come una terribile malattia, ha il proprio decorso. Conclusa ormai la fase dei primi soccorsi, degli scavi, dell'aiuto immediato a chi è rimasto prigioniero delle macerie, dei colpevoli ritardi che hanno provocato il moltiplicarsi dei morti, si è passati, ora, al capitolo successivo. Ma è anche il momento delle polemiche feroci. Sta sorgendo, infatti, fra l'altro, il caso dei volontari. Giovani e studenti, mobilitatisi autonomamente all'indomani del sismo e calati a frotte nelle zone più colpite, vengono oggi scacciati dalle autorità 'perché non servono più». I carabinieri di Cassano Irpino, domenica, ne hanno allontanati otto, su richiesta del sindaco, addirittura con il «foglio di via» perché 'Sobillavano la popolazione». Quasi la stessa cosa è accaduta, a Paternopoli. a trenta giovani universitari di Roma e di Firenze. Avevano denunciato ruberie e accaparramenti: la risposta è stata il loro allontanamento. Si sono trasferiti a Teora, ma anche qui mal li sopportano. Non sapendo che fare, hanno scavato fosse per tutta la mattinata nel cimitero del paese. Casi analoghi vengono segnalati in numerosi altri centri. Dappertutto si moltiplicano ormai minacce e proteste. "Non ci vogliono — dice uno di loro — perché riusciamo a scoprire cose che altri non vedono o non vogliono vedere. Da Paternopoli ci hanno mandati via perché ci eravamo accorti che nottetempo dalla chiesa diroccata, che era stata adibita a deposito, partivano in continuazione auto private colme di roba. Di gior- no facevano scaricare i camion dei soccorsi e di notte si accaparravano le provviste. Abbiamo denunciato la cosa e siamo diventati subito non graditi. Neanche il pei, al quale ci eravamo rivolti per rimanere, & ha dato ascolto». •Il fatto è — ribattono i responsabili dell'ordine pubblico e le aut nrità politiche locali — che e/f Uveamente non c'è più bisogno di loro. Siamo ormai nella fase in cui non ci servono braccia ma persone addestrate e tecnici per i sopralluonhi degli edifici da abbattere e per la demolizione. Un lavoro efficiente lo stanno facendo i rcjiarti del genio militare italiano e tedesco giunti da alcuni giorni». Ma non sono i soli. Anche alcune organizzazioni civili si stannu distinguendo per impegno e per alte capacità tecniche. Come, per esempio, il gruppo inviato dall'Associazione industriali di Vicenza: tutti uomini che hanno già lavorato in Friuli e quindi sanno quel che tanno. Adesso sono impegnati a Teora, uno dei centri più colpiti, dove ancora si scava in cerca di morti. Hanno estratto 150 cadaveri, ma diverse persone mancano all'appello. A Teora operano anche i tedeschi e una compagnia di alpini della «Orobica» di stanza a Malles Venosta, in provincia di Bolzano, a pochi chilometri dal confine con l'Austria. Altre compagnie hanno piantato le tende a Calabritto, Materdomini (dove c'è il comando), Senerchia e Caposele. In tutto sono 500: hanno percorso più di mille chilometri in due giorni per venire a rimuovere le macerie, per sistemare tende e roulottes, scaricare autotreni, immagazzinare e inventariare i soccorsi da distribuire. A Teora hanno impiantato due enormi cucine da campo: preparano pranzi e cene per centinaia di sopravvissuti. A loro è affidato anche il trasporto delle salme e la disinfestazione di locali e tendopo'i. Sono arrivati da pochi giorni e non andranno via prima di un mese: trascorreranno anche il Natale con i terremotati. Cosi come faranno i soldati del Genio, i più numerosi, venuti con camion e ruspe a scavare e demolire prima che (chissà quando) possa scattare il piano di ricostruzione. In tutto sono circa seimila, sparsi fra i 106 Comuni sinistrati della sola provincia di Avellino. Vengono da ogni angolo d'Italia: dal Trentino (la compagnia Genio della brigata Pinerolo). dalla Lombardia (la brigata Genio Ticino), da Caserta (la brigata Genio Orta), da Roma (la compagnia Genio della scuola della Cecchignola). C'è anche la compagnia del Genio ferroviario che sta lavorando per ripristinare la strada ferrata AvellinoRocchette. Altre invece hanno montato in due giorni un ponte per riaprire al traffico il raccordo che dall'autostrada Avellino-Bari porta a Lacedonia. Accanto a loro, i tedeschi. Tutti biondi, ben piantati, con in testa un basco rosso acceso. In ottocento sono arrivati martedì scorso da Monaco, Ingolstadt, Passaù e Bogien, quattro centri della Bassa Baviera. Hanno caricato su un treno mezzi efficientissimi e si sono sparsi fra Senerchia, Materdomini, Caposele e Teora. Lavorano senza soste recuperando su indicazione della popolazione le poche cose ancora servibili e abbattendo ciò che rimane. Hanno messo il campo base — dice con ammirazione un ufficiale italiano — in una posizione strategica perfetta, quasi al centro dell'intera zona di operazioni. Li si raccolgono, a turno, a fine lavoro: è un'immensa tendopoli provvista di tutto: dalla Germania hanno portato gruppi elettrogeni, cucine da campo e persino un certo numero di motociclette fuoristrada per i collegamenti interni. Sono del tutto autosufficienti. Accanto alle tende, nel fango, hanno accatastato persino montagne di cassette di birra marca Karlsberg di Passau. La scorta dovrebbe servire fino al 20 di questo mese, quando torneranno in Germania per essere rimpiazzati da colleghi più «freschi». Ruggero Conteduca Angelo dei Lombardi. Bambini del paese dimenticano il disagio giocando una partita

Persone citate: Casi, Orta, Ruggero Conteduca Angelo