Operazione nell'Autonomia milanese undici ordini di cattura (sei arresti)
Operazione nell'Autonomia milanese undici ordini di cattura (sei arresti) Blitz dei carabinieri negli ambienti della rivista «Rosso» Operazione nell'Autonomia milanese undici ordini di cattura (sei arresti) Fra i giovani finiti in carcere c'è Massimo Bruno De Dionigi, accusato di mantenere i collegamenti fra i maggiori gruppi terroristici - Alcuni avevano frequentato un campeggio paramilitare NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE MILANO — L'inchiesta sugli ambienti dell'Autonomia operala che facevano capo alla rivista milanese «Bosso» ha fatto registrare alcuni sviluppi e la magistratura ha emesso in questi giorni 11 nuovi ordini di cattura per il reato di «associazione sovversiva costituita in banda armata». Sei di questi sono stati eseguiti mentre cinque persone si sono rese, per il momento, irreperibili. I carabinieri di Milano, che hanno eseguito i provvedimenti, hanno anche effettuato undici perquisizioni domiciliari e tre ordini di accompagnamento di persone che sono state condotte in stato di fermo davanti al magistrato, sono state interrogate a chiarimento di alcuni dettagli dell'inchiesta, e quindi rilasciate senza che venissero rese note le loro generalità. E' stata rilasciata anche una donna, Nadia Dell'Acqua, 33 anni, di Gallarate ma abitante a Milano, dopo che nei suoi confronti era stato eseguito uno dei provvedimenti di giudici milanesi. Una volta che è stata interrogata l'accusa di partecipazione a banda armata è caduta e nei suoi confrónti è rimasta una imputazione di detenzione di armi per fatti risalenti a parecchio tempo fa. Rimangono invece in carcere gU altri cinque. Si tratta di Giuseppe Provasi, nato a Castelmassa (Rovigo), 27 anni fa, abitante a Verona, ufficialmente impiegato, nel passato iscritto alla Facoltà di scienze politiche dell'Università di Padova. I carabinieri hanno spiegato che lo tenevano d'occhio da parecchio tempo, almeno dal 1975, e il suo nome era già venuto fuori nel corso dell'inchiesta sulla colonna veneta delle Brigate rosse. Con lui è finito in carcere Pierangelo Lazzaroni, nato a Carlago (Bergamo), 28 anni, residente a Milano dove lavorava alla Face Standard com e operaio. Faceva parte dei collettivi politici operai e più di recente era stato eletto dai suoi compagni di lavoro nel consiglio di fabbrica. n personaggio di maggiore spicco di questo gruppo dovrebbe essere, secondo gli Inquirenti, Massimo Bruno De Dionigi, 26 anni, nato a Orzinuovi (Brescia), ma abitante a Pioltello. Si ritiene che attraverso lui passassero i collegamenti di diverse organizzazioni terroristiche e in particolare tra «Prima linea», «Brigate rosse» e la nascente «brigata Lo Muscio», un gruppetto ancora in via di formazione che però era ritenuto particolarmente pericoloso. I carabinieri lo hanno definito una specie di «squadra allievi». Gli ultimi due cui sono state messe le manette sono Cinzia Dosso, 18 anni, monzese abitante a Cinisello Balsamo, studentessa, e Pietro Sabatelli. nato a Brindisi, 33 anni fa e abitante a Roma dove è stato arrestato. Nelle abitazioni degli arrestati e nelle perquisizioni domiciliari è stato sequestrato materiale che ora viene esaminato per vedere se è possibile stabilire collegamenti tra alcune persone che a suo tempo avevano frequentato gli ambienti della rivista «Rosso » e altre formazioni della geografia del terrore. Secondo quanto si è appreso qualcuno di questo gruppo aveva preso parte cinque anni fa ad un campeggio paramilitare nei dintorni di Caprino Veronese. Di questo aveva parlato anche Marco Barbone che aveva raccontato di essere andato più volte a sparare insieme con altri. r. m.
Persone citate: Cinzia Dosso, Giuseppe Provasi, Lo Muscio, Marco Barbone, Massimo Bruno, Nadia Dell'acqua, Pierangelo Lazzaroni, Pietro Sabatelli
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