Realismo e fantasia ironica delle opere di Italo Cremona di Angelo Dragone
Realismo e fantasia ironica delle opere di Italo Cremona LE MOSTRE D'ARTE A TORINO Realismo e fantasia ironica delle opere di Italo Cremona L'ampia mostra di Italo Cremona ospitata a Palazzo Chiablese sul finire dello scorso inverno, poco dopo la sua scomparsa, non ha certo esaurito, ma se mai stimolato l'interesse per l'artista dall'intelligenza inquieta e caustica, moralista ad oltranza, ma senza pedanteria, propenso come fu se mai a volger tutto in dissacrante ironia. Cosi nella pittura come nel disegno: testimone, questo, di un assoluto impegno professionale, con quei «nudi» cosi liberi nella loro ricerca espressiva, non meno disciplinata tuttavia di tante «accademie». I dipinti, dai diversi piani di lettura, appaiono come sottesi da uno stile personalissimo, alimentato da ingegnose sottigliezze letterarie e da una istintiva inclinazione al fantastico e al favoleggiare. Si vedano quindi i bei disegni riuniti in questi giorni alla Parisina (corso Moncalieri 47): da Natura morta col colabrodo del '56, grigia di grafite, al carboncino con lo straordi- nario Nudo di profilo del '68. E contemporaneamente da «Davico» (Galleria Subalpina) la scelta di dipinti nei quali il realismo delle immagini — e son subito tra l'altro le predilette case torinesi, l'interno dello studio con modelle e la Mole sullo sfondo d'una finestra accanto ad altri nudi — non contraddice la partecipe ideazione fantastica attraverso la quale Cremona riuscì a far sentire ciò che in effetti costituiva l'aspetto più segreto delle cose visibili, dando loro un'aura metafisica quando non ne colse lo spirito surreale. Alla delicata «toccata» propria dell'acquerello cui spesso ha fatto ricorso, Mario Lattes che espone all'Art Club (via Brofferio 3) sembra piegare anche il colore acrilico usato in sottili stesure più volte riprese in un crescendo di intensità sino a raggiungere le maculate cromie sature di calore in cui ha reso certi interni (La famiglia, La mattina di Natale) ma non meno la materica atmosfera di Alberi sul monte. Il fatto è che nell'opera dell'artista torinese s'avverte sempre l'intimismo d'una ricerca carica di suggestior ni psichiche condotta sul filo della memoria sino a sfociare sul versante arcano delle cose cui sanno guardare soltanto i visionari. . . Argentino (n. Mendoza 1929) Carlos Alonso, ospite di «Ricerche» (via G. Casalis 12) evidentemente accentua il rapporto tra la sfera individuale dell'interprete e la società cui rivolge il proprio messaggio. Giunge cosi a rendere strumentale tanto il riferimento alla rembrandtiana Lezione di anatomia, quanto la salda plasticità con ascendente in Velasquez, per non dire d'una crudezza di immagini tipica della tedesca «Nuova oggettività». Tutti elementi portanti d'una pittura che, nell'immagine del Che e nelle altre che le si pongono intorno, punta ad una accusatrice raffigurazione globale d'una società tesa tra il profitto ad ogni costo e la morte. ★ * Nel titolo ormai ricorrente «Da albi e cartelle» la mostra che i Fogliato (via Mazzini 9) annualmente dedicano soprattutto alla grafica, vuol ricordare i fogli che in gran numero gli artisti vengono di mano in mano tesaurizzando come repertorio di idee materializzate a volte in pochi tratti essenziali. L'esposizione è come sempre assai folta: allinea 281 pezzi di cui 111 di autori contemporanei contando opere anche di alta qualità: dal disegno Campagna romana di Avondo alle Prugne acquerellate di Calandri; a volte importanti anche come documento se si pensa al Paesaggio di Anticoli di Gigi Chessa, datato e ben connesso con gli stessi dipinti dell'epoca, e allo Studio per «Mattino- di Reviglione. E' quindi una mostra tutta da vedere, mentre è un'occasione per quel collezionismo dai gusti più fini che appare giustamente in espansione: nulla può esser più bello del foglio in cui è ancor possibile cogliere attraverso il segno il gesto vivo di chi l'ha tracciato. Angelo Dragone
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