Andreatta: risparmi e tasse per i conti del terremoto di Mario Pirani

Andreatta: risparmi e tasse per i conti del terremoto Intervista con il ministro del Tesoro sull'emergenza del Paese Andreatta: risparmi e tasse per i conti del terremoto ROMA — Il professor Nino Andreatta è sotto accusa: i comunisti lo criticano per i tagli che ha imposto al bilancio dopo il terremoto, gli altri ministri temono che decurti le spese da loro preventivate (40.000 miliardi per il Mezzogiorno in un quinquennio. 12.000 miliardi per le Partecipazioni statali in tre anni, ecc.). Gli chiediamo, in questa prima intervista che concede nella sua nuova veste di ministro del Tesoro, come giudica gli effetti dell'impatto-terremoto sulla già fragile economia italiana. «Mi auguro che questi effetti siano percepiti nella loro gravità e ci obblighino a difficili scelte. Se le amministrazioni e la popolazione ne avranno consapevolezza potremo con fermezza reagire al disastro». Con quali misure specifiche? «Sarà necessario ridurre ancora di alcune migliaia di miliardi altre spese pubbliche e private, sia con mezzi fiscali, sia, come ho già fatto, con proposte di emendamento al bilancio, ridimensionando gli stanziamenti ad altre regioni e concretandoli su quelle colpite, sia ancora abbandonando programmi, che pure mi stavano molto a cuore, di sviluppo edilizio e di politica dei suoli nelle grandi aree metropolitane, in modo da liberare fondi della Cassa depositi e prestiti da destinare alla ricostruzione». Ha già cominciato a muoversi in questa direzione? «Con i primi provvedimenti ho reperito 2000 miliardi. Ora ci stiamo rivolgendo ai prestiti esteri ed appronteremo quelle misure fiscali che hanno, tra l'altro, lo scopo di ridurre la crescita dei consumi che in Italia seguita ad essere del tutto in controtendenza rispetto agli altri Paesi. Dobbiamo, però, capire che siamo di fronte a una grande sfida. La ricostruzione del Mezzogiorno interno dovrà anticipare il decollo economico di queste zone di 6-7 anni. Sarà decisivo come reagiranno le popolazioni interessate: ce la faremo se si riuscirà a trasformare in rabbia di vivere un certo tradizionalismo acquiescente, una certa tolle¬ ranza verso fenomeni di anemia sociale». «Se emergeranno nuovi amministrai ori e nuovi imprenditori potrebbe aversi, in piccolo, il fenomeno di ripresa dopo il disastro che si ebbe nel dopoguerra in Italia, Germania e Giappone. Il governo e la comunità internazionale non lesineranno risorse, ma il nostro primo dovere è di fornire leggi più semplici, meno macchinose, più adatte a sollecitare iniziative che raggiri e gherminelle per strappare favori e assistenza». Lei, però, ha sentito le accuse che le vengono mosse. I comunisti nella Commissione bilancio affermano che la sua politica porterà solo alla recessione e che è invece necessario aumentare il disavanzo del settore pubblico purché finalizzato agli investimenti. Cosa risponde? Mario Pirani (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Persone citate: Andreatta, Nino Andreatta

Luoghi citati: Germania, Giappone, Italia, Roma