Preso, dopo uno sparatoria, Rosso un capo militare di Prima linea

Preso, dopo uno sparatoria, Rosso un capo militare di Prima linea Preso, dopo uno sparatoria, Rosso un capo militare di Prima linea È rimasto ferito a un piede - Forse aveva avuto l'incarico da Maurice Bignami di costituire la «colonna» romana di PI - È ritenuto dagli inquirenti «più pericoloso di Moretti», il brigatista latitante - Era in un covo con altri cinque giovani DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — n bilancio della vasta operazione antiterrorismo in corso da alcuni giorni a Bergamo, Milano, Torino, Genova, Como, Bologna, Firenze, Roma, Prosinone, Napoli e Taranto è finora di 29 persone arrestate. Il ministro dell'Interno, Virginio Rognoni, ha espresso «viva soddisfazione>.. «Sono fatti importanti — ha detto — che tra l'altro confermano lo sforzo continuo delle forse dell'ordine e della magistratura su un fronte così aspro e difficile quale è quello della lotta al terrorismo. La domanda di sicurezza e di ordine pubblico, resasi più acuta ed esigente nei confronti dei corpi di polizia per l'eccezionalità della situazione venutasi a creare nelle zone terremotate, non attenua il loro impegno contro l'eversione e le organizzazioni terroristiche'. Un'offensiva in grande stile contro il terrorismo, in cui le novità più clamorose vengono, per quanto riguarda il Lazio, da Ostia. Verso le 2 dell'altra notte, dopo 25 ore di appostamento, una pattuglia di agenti della Oigos, dell'Ucigos e del commissariato di zona ha fatto irruzione in un appartamento al terzo piano di una palazzina in corso Regina Maria Pia 95.1 poliziotti hanno sfondato la porta a 'spallate, i sei giovani che si trovavano all'interno hanno abbozzato una reazione. Sono partiti tre colpi di pistola e uno dei terroristi, Roberto Rosso, ritenuto l'ideologo e il capo militare di «Prima linea», e definito «più temibile di Mario Moretti; è rimasto ferito a un piede. Difficile sapere cosa facesse il terrorista nella capitale, dove storicamente non è mai esistito un vero e proprio nucleo di militanti di «Prima linea». Secondo gli inquirenti, si sarebbe formata da poco tempo una «colonna» di «Prima linea» composta da una ventina di elementi; di cui una decina sono riusciti a evitare l'arresto. I cinque che erano con Rosso nel covo di Ostia sono stati identificati grazie alle foto segnaletiche incasellate nell'archivio della Questura. Si tratta di Roberto Vitelli (su cui si appuntano i sospetti per la sanguinosa rapina dell'agosto scorso a Viterbo, finita con una sparatoria che costò la vita a due agenti), Gilberto Cane, Fabio Canavesi, Massimo Domenichini e Livo Iacoangeli. Nell'appartamento di Ostia è stato scoperto un vero e proprio arsenale: quindici pistole, un mitra, due fucili a canne mozze, cinque bombe a mano; ordigni al plastico, polvere da mina, munizioni, una costosissima attrezzatura fotografica per la falsificazione delle carte d'identità, parrucche, passamontagna, alcune piantine che dovevano servire per organizzare attentati e rapine a Roma e una Usta di persone «da colpire». Fin qui le notizie che riguardano il blitz di Ostia. Tra Roma e provincia le persone finite in carcere sono in tutto dieci. Oltre ai sei catturati nel centro balneare, sono stati in fatti arrestati due studenti, Giulio Tamburri e Domenico Bodrato, entrambi di 23 anni e Ubaldo Davide, un infermiere di 30 anni, su ordine di cattura firmato dal sostituto procuratore Domenico Sica per partecipazione a banda annata e associazione sovversiva. Ai tre va aggiunto l'attore Adalberto Rosseti, che è stato ammanettato a Genova durante le prove della compagnia «La Ringhiera». Nella zona di Roma, inoltre, sono stati scoperti altri due covi «bruciati», abbandonati cioè dai terroristi poco prima dell'irruzione degli agenti e due depositi di armi nei pressi di Tivoli e di Nemi. I primi si trovavano in via Cherso, sulla Prenestina, e a Nettuno. In questo rifugio, secondo gl'investigatori, avrebbe trascorso la convalescenza Michele Viscardi dopo la sparatoria di Viterbo. Arrestato in un ristorante di Sorrento il 13 ottobre assieme a Maria Teresa Conti, Viscardi, (con Rosso uno degli elementi di maggiore spicco di «Prima linea»), ha dato il via alle Indagini. Nella stessa base di Nettuno, tenuta solo per un mese, è passato sicuramente Maurice Bignami, altro capo di «Prima linea», che partecipò alla rapina di Viterbo, se sono attendibili le descrizioni fatte dalle persone che dopo l'uccisione dei carabinieri furono prese in ostaggio in un casolare dai terroristi tra cui Michele Viscardi ferito a una gamba. E' probabile che Roberto Rosso avesse ottenuto da Bignami l'incarico di coordinare, in qualità di capo militare, la colonna romana di «Prima linea». Ad ottobre improvvisamente, per ragioni che ancora sfuggono agli investigatori; la colonna abbandonò il «covo» di via Cherso e si trasferi ad Ostia. L'ipotesi della polizia è che i controlli a Roma Sud, divenuti sempre più pressanti, perché proprio vicino a via Cherso le Br avevano ucciso due marescialli di PS, Romiti e Taverna, nell'autunno del '79, abbiano disturbato la «colonna» di «Prima linea», inducendola a trasferirsi al Lido di Roma. Questo agglomerato urbano, per le sue caratteristiche (mezzo milione di abitanti; tra cui migliaia di stranieri che lavorano all'aeroporto e di profughi russi), offre un'anonimità ritenuta garanzia di sicurezza per diverse formazioni terroristiche.A Ostia impiantarono una serie di basi i Nap, le Brigate rosse e ultimi 1 Nar che vi avevano nascosto la loro santabarbara.