«Pasternak ha sposato un drago» di Lia Wainstein

«Pasternak ha sposato un drago» DIALOGHI CON LA ACHMATOVA SULLA VITA LLTTLKAKIA IN LKSh «Pasternak ha sposato un drago» A Parigi è uscito recentemente in russo un libro di appunti su Anna Achmatova, libro che per vari motivi costituisce una testimonianza di eccezionale interesse sulla vita letteraria sovietica tra il 1938 e il 1960 (Zapiski ob Anne Achmatovoj, volumi I-n, Ymca-Press). IV ultrasettantenne autrice Lidija Cukovskaja, conosciuta anche in Italia per il suo romanzo Indietro nell'acqua scura, è figlia del noto scrittore e critico Kornej Cukovskij e vedova del fisico Matvej Bronstein, fucilato nel 1938. Espulsa nel 1974 dall'Unione degli scrittori, la Cukovskaja, come parte —sia pure non conformista — deW establishment, ebbe a lungo la possibilità di osser¬ vare dall'interno molti prestigiosi personaggi di quei tempi. Innanzitutto la grande poetessa Anna Achmatova, che la Cukovskaja frequentò assiduamente da ammiratrice talvolta critica ma sempre affettuosa. Nelle conversazioni delle due donne — umana e tollerante l'una, l'altra geniale, complessa, imprevedibile — le vicissitudini della Achmatova (il marito Nikolaj Gumiljov fucilato nel 1921, il figlio Lev arrestato tre volte e riabilitato solo nel 1956, gli attacchi di Zdanov e l'espulsione dall'Unione degli scrittori nel 1946) si fondono con le discussioni su Puskin, il poeta prediletto, su Gogol, Hemingway, Proust o Solzenicyn. A parere della Achmatova, Dostoevskij e Tolstoj sono .in realtà simili e impegnati nello stesso compito, l'uno però nel grembo della Chiesa, l'altro fuori... Entrambi sono grandi maestri di morale». In queste quasi novecento pagine, Osip Mandelstam è ricordato con affetto ma di sfuggita, mentre la moglie Nadezda, che nelle sue memorie concede ampio spazio alla Achmatova, figura poche volte. Porse per la simpatìa suscitata sia nella Cukovskaja sia nella Achmatova, il personaggio che torreggia decisamente nel libro è Boris Pasternak. Attraverso la frammentarietà dei dialoghi e dei ricordi, la vita del poeta, vero racconto nel racconto, è rievocata fino alla morte. Concorde e duro il giudizio sulla seconda moglie di Pasternak, Zinaida: .Un drago su otto zampe, grossolana, terra terra, l'antiarte incarnata» avara,, gelosa e cattiva con il marito. Più negativa ancora appare Olga Ivinskaja, che fu la compagna di Pasternak durante gli ultimi quattordici anni e narrò quest'esperienza nel suo libro Prigioniero del tem- po. Secondo la Cukovskaja, Olga Ivinskaja si appropriò, due anni di seguito, di pacchidono destinati a una detenuta. Dopo la pubblicazione in Italia del romanzo di Pasternak II dottor Zivago (1957) insignito l'anno seguente del premio Nobel, le autorità sovietiche scatenarono una campagna violentissima. Nel novembre 1958, nella Pravda uscirono due lettere in cui Pasternak manifestava un atteggiamento curiosamente remissivo. Eccettuata la frase .sono legato alla Russia dalla nascita, dalla vita e dal lavoro, e non immagino il mio destino separato e fuori (dal Paese)», come si apprende ora la prima lettera, su insistenza della Ivinskaja, fu scritta da altri. Le seconda venne .composta dalla Ivinskaja e da alcuni funzionari, mentre Pasternak, ricattato dalla Ivinskaja, firmò». Il 28 ottobre, intanto, la stessa. Cukovskaja era andata a Peredelkino da Pasternak, che il giorno prima era stato espulso dall'Unione degli scrittori. Meno di due anni dopo, la Cukovskaja si dovette recare ai funerali del poeta. Nella sua casa, Maria Judina e Rlchter suonavano il pianoforte, tra la folla di millecinquecento persone si vedevano gli seri-tori Paustovskij, Lev Kopelev, Sinjavskij, Daniel, il regista Ljubimov. In quell'epoca la Achmatova, come già altre volte, assunse nei confronti di Pasternak un atteggiamento insieme affettuoso e irritato: «... fu un uomo straordinariamente felice» dichiarò alla Cukovskaja .amava con tanta passione la natura, trovava in essa una tale felicità! In secondo luogo, come si può dire che fu perseguitato? Le sue opere vennero pubblicate tutte e sempre, e quando non uscivano qui uscivano all'estero. Se poi qualcosa non si pubblicava né qui né lì, lui dava i versi a due tre ammiratori e tutto veniva immediatamente diffuso... I figli grazie a Dio, sono sani e salvi... Se si fa il paragone con altri destini: Mandelstam, Kvitko, Perez Markisch (uccisi da Stalin), la Cvetaeva, chiunque si prenda, il destino di Pasternak fu il più felice». Lia Wainstein

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