Partono le denunce dei magistrati contro chi ha «aiutato» il terremoto di Giuseppe Zaccaria

Partono le denunce dei magistrati contro chi ha «aiutato» il terremoto Mentre aumenta il disagio dei senzatetto e dei soccorritori Partono le denunce dei magistrati contro chi ha «aiutato» il terremoto Avvisi di reato ai responsabili di tre società che hanno costruito Monterò Inferiore -1 Vigili del Fuoco a Sant'Angelo: «Nelle mura su una falda acquifera dell'ospedale c'era più il palazzo crollato a sabbia che cemento» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE AVELLINO - Per qualche ora, l'altra notte, è parso quasi che il terremoto si stesse risvegliando come un perfido vulcano: l'Alta Irpinia ha ricominciato a tremare, le scosse si sono ripetute sempre più rapidamente. Otto in poche ore, fino alla più forte, quella di mezzanotte e 55: settimo grado della scala Mercalli, ancora quel lontano, orribile rombo, gente che scappava fuori dagli alberghi ancora in funzione, porte che si spalancavano nelle roulottes degli accampamenti, mura pericolanti che in tutti i centri della provincia sprofondavano di colpo nella neve. Forse è stata una fortuna che la terra abbia tremato cosi proprio di notte, quando il lavoro dei soccorritori si era interrotto, quando nessuno scavava a ridosso delle pareti. Ma neanche questi attimi, così vicini a quel tragico minuto e mezzo di domenica 23 novembre, hanno incrinato la testarda determinazione dei sopravvissuti. Nessuno ieri mattina è corso a iscriversi nelle liste di trasferimento, ancora formalmente aperte. Al contrario: il rifiuto che è già nei fatti sta per essere seguito da un «no» che sarà anche formale. I sindaci della provincia continuano a incontrarsi, in riunioni più o meno ufficiali, per concordare un documento che dovrebbe dare il colpo di grazia a quel che resta del «piano di arretramento». Ma nell'lrpinia stanno cominciando anche altri terremoti: quello che nuove iniziative della magistratura già annunciano fra le giunte comunali, nel mondo delle piccole e grandi speculazioni di provincia che il disastro ha brutalmente messo a nudo. Nelle strutture sociali, già minate dal manifestarsi di sindromi ogni giorno più diffuse, scosse dell'acuirsi delle tensioni e degli accaparramenti, e ora messe in discussione nella loro stessa ragion d'essere da nuovi progetti che all'esodo sostituiscono sempre più chiaramente l'emigrazione. Nell'impegno, perfino, di chi lavora per salvare questa gente. Gli effetti del disastro, ormai, cominciano a spargersi anche fra i soccorritori. Le squadre dei Vigili del Fuoco, il personale medico comincia ad essere sostituito da altri volontari, chi se ne va offre agli altri un quadro di rassegnazione, di sconforto. «Ogni giorno — dice Ruggiero Marazzi, uno dei due medici che organizzano l'ospedale mobile impiantato dalla Croce Rossa di Genova a ridosso dello stadio di Avellino —dobbiamo compiere cento, centodieci interventi. Nessuno ha spiegato a questa gente che la vaccinazione contro il tifo dovrebbe essere fatta subito, e in massa, nessuno riesce a organizzare un minimo di assistenza. Anche tra i militari cominciano a diffondersi i malanni: quelli che si vaccinano, restano a letto due, tre giorni, con febbri alte. Le squadre si avvicendano ogni otto giorni, ma nessuno ha pensato che così la loro efficienza viene diminuita almeno di un terzo. Per i soccorritori, la vita si sta facendo più difficile di quella dei terremotati: siamo nelle loro stesse condizioni, ma a noi nessuno porta degli aiuti...*. Tra la popolazione, i casi di squilibrio, i momenti di disperazione sono sempre più fre¬ quenti. L'altro ieri a Mercogliano, in un centro che un gruppo di donne dell'Udì ha rilevato, tra forti contrasti con le amministrazioni locali, per assistere i bambini terremotati, si è presentata una donna che diceva di essere stata incaricata di un'indagine dal giudice tutelare. -Ci siamo insospettite —racconta Stefania Cantatore, un'assistente sociale di Napoli — e abbiamo cominciato a farle delle domande sempre più insistenti Di colpo quella poveretta è scoppiata a piangere: aveva perso tutti nel terremoto, voleva riuscire a portarsi via un bambino». Dal centro di coordinamento dei soccorsi Elveno Pastorelli, l'uomo che per primo ha ammesso il fallimento del «piano di arretramento», assiste sconsolato a questo crollo progressivo, cercando sempre nuove soluzioni. -Forse, a questo-punto, il governo dovrebbe decidersi a compiere un intervento massiccio. In tutta Italia esistono case popolari che sono state appena completate. La procura di Avellino ha emesso ieri cinque comunicazioni giudiziarie; riguardano le ditte che hanno partecipato all'edificazione di un palazzo a Montoro Inferiore, quello di cinque piani che crollando ha provocato 18 morti. Tra le vittime ci sono la moglie, i due figli e la cognata del finanziere Antonio Spera, che tornando a casa dopo la scossa restò per tutta la notte a scavare disperatamente, con le mani. Ieri, dal procuratore Umberto Ferranti e dal sostituto Gagliardi, che segue l'inchiesta, a presentare la denuncia c'era anche lui. Il palazzo, dice, era stato costruito tre anni fa su una falda acquifera, dodici appartamenti e una mansarda abusiva. Gli avvisi di reato per il momento riguardano tre società (la «Givigi», la «Petti» e la «Avati»), i loro responsabili e il progettista, l'ingegner Taf uto. Anche a Sant'Angelo dei Lombardi, dopo l'inchiesta aperta dalla procura, prendono corso altre indagini che il pretore Cristina Fierro aveva avviato ben prima del disastro. Una si era conclusa proprio il 22 novembre scorso, poche ore prima del terremoto: i costruttori Verderosa e Minucci e l'ex sindaco del paese erano stati amnistiati. Ma c'è anche un'altra indaghi e ancora in corso: riguarda il vice sindaco di Lioni, Gioino, comunista, sospettato con altre 21 persone di aver consentito con licenze compiacenti la costruzione di edifici abusivi. -L'ospedale di Sant'Angelo — ha detto ieri l'ingegnere dei Vigili del Fuoco che continua a lavorare al recupero delle salme — sta mostrando strutture fragilissime. Chissà quanta sabbia era stata impastata nel cemento armato...". Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Antonio Spera, Avati, Cristina Fierro, Elveno Pastorelli, Mercalli, Minucci, Ruggiero Marazzi, Stefania Cantatore, Umberto Ferranti, Verderosa

Luoghi citati: Avellino, Genova, Italia, Lioni, Mercogliano, Montoro Inferiore, Napoli, Sant'angelo Dei Lombardi