Terrorismo: 26 gli arresti stoperti 9 covi, 2 arsenali l'operazione in sette città

Terrorismo: 26 gli arresti stoperti 9 covi, 2 arsenali l'operazione in sette città Uno dei più duri colpi inferii a «Prima linea» Terrorismo: 26 gli arresti stoperti 9 covi, 2 arsenali l'operazione in sette città Catturati, tra gli elementi di spicco, Susanna Ronconi e Rosso, capo militare dell'organizzazione - Un terrorista in crisi ha rivelato i retroscena delle uccisioni di Alessandrini e Galli, dando il via al blitz DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BERGAMO — Le confessioni di un terrorista non proprio pentito ma in crisi hanno scatenato da Bergamo, in tutt'Italia, quella che forse è la più importante azione antiterroristica fino ad oggi condotta: arrestate 26 persone, tra cui figure di primo piano come Roberto Rosso e Susanna Ronconi, da anni inafferrabile clandestina; scoperti due arsenali stracolmi di armi e 9 covi, sequestrati quintali di documenti definiti di estremo interesse. E, per una volta, la formula di prammatica sembra ben fondata. 'Sapevamo all'inizio — dicono gli inquirenti — che si sarebbe trattato di un'operazione di estrema importanza. Ma i risultati hanno superato tutte le aspettative.. Ieri, nell'ufficio Istruzione del tribunale di Bergamo, i magistrati hanno detto quanto era possibile sull'operazione, che hanno definita «un trionfo del lavoro artigianale» perché condotta, almeno inizialmente, con pochi uomini e con scarsi mezzi. Poi è sopraggiunta la collaborazione di altre Procure della Repubblica interessate dalle indagini e della direzione generale dell'Ucigos di Roma. Ma, nei primi giorni, lo sforzo è stato sostenuto solamente dalla magistratura e dalla questura di Bergamo: 'Non fate nomi — hanno pregato gli inquirenti —, parlate delle istituzioni, non degli uomini». Ed ecco quanto hanno riferito. Il terrorista in crisi è Michele Viscardi, 25 anni, abitante a Bergamo in via Pignolo. Era stato arrestato il 12 ottobre dell'anno scorso a Sorrento, dove aveva cercato scampo perché colpito da alcuni ordini di cattura come protagonista di attentati terroristici compiuti a Bergamo dal marzo 1975 in poi. Fra questi, anche l'assalto alla caserma dei carabinieri di Dalmine, il 18 ottobre 1978. del quale è accusato anche il torinese Marco Donat-Cattin. Gli inquirenti non fanno il nome di Viscardi (.Non ci pare il caso di additarlo con dati anagrafici e indirizzo»), ma non smentiscono quanto è già trapelato tra le maglie del segreto istruttorio. Sui motivi che lo hanno indotto a parlare sono espliciti: 'C'entra certamente anche il calcolo personale, la speranza di una riduzione di pena. Ma non si tratta soltanto di questo; ha voluto dire, e gli crediamo, che parlava perché non condivide più la strategia della lottaarmata». Comunque, qualche giorno fa, Viscardi apre il rubinetto delle confessioni. «Ci siamo limitali ai fatti. Ed ai fatti più gravi — dicono i magistrati —. perché non c'era molto tempo. Ogni giorno che passava, rischiava di bruciare l'operazione. Prima le rivelazioni erano così sbalorditive che sono state accolte quasi con scetticismo. Poi ci siamo resi conto che era forse il primo fra i ter¬ roristi pentiti che parlava non per sentito dire, non riferendo cose orecchiate da altri, ma dal cuore dell'organizzazione, come testimonio diretto». Viscardi rivela i retroscena di molti omicìdi, fra i quali quelli dei giudici Emilio Alessandrini e Guido Galli; fa i nomi di chi li ha commessi, spiega che «Prima linea», colpita duramente al Nord, ha trasferito le sue basi operative nell'Italia centrale e nel Meridione. E dice i nomi degli esecutori di vari attentati (tra cui il conflitto a fuoco con i carabinieri di Dalmine), l'ubicazione di depositi di armi, di esplosivi, di covi e di altri centri operativi. •Pareva incredibile — dicono i magistrati —, tanto che, prima di procedere, abbiamo voluto fare ur.a prima verifica». Alcuni giorni fa, non è stato precisato quando, Viscardi parte su un'auto con un magistrato e una piccola scorta di polizia in borghese: 'L'auto ha percorso quattromila chilometri tra Milano e Taranto, attraversando fra l'altro tutta la zona terremotata, n terrorista in crisi ha indicato caseggiati, ville isolate, una vecchia galleria abbandonata. Non potevano esserci più dubbi». A questo punto viene indetta a Bergamo una riunione di magistrati di tutte le Procure interessate: quelle di Torino, Milano, Roma, Bologna, Firenze, Napoli, Viterbo, Prosinone e Taranto. Si concordano misure di polizia, che saranno coordinate dall'Ucigos di Roma, ciascuna Procura emette gli ordini di cattura e i mandati dì perquisizione necessari ('Anche le relative istruttorie saranno condotte dalle rispettive magistrature, noi da questo momento usciamo di scena», dicono i magiGiorgio Mattinai (Continua a pagina 2 In seconda colonna)