Venezia: sulla loggia di S. Marco scalpita il primo «cavallo falso» di Giuliano Marchesini
Venezia: sulla loggia di S. Marco scalpita il primo «cavallo falso» È stato issato ieri in un malinconico clima invernale Venezia: sulla loggia di S. Marco scalpita il primo «cavallo falso» È una delle copie che sostituiranno la celebre quadriga insidiata dall'inquinamento - La realizzazione delle riproduzioni finanziata dieci anni fa con 136 milioni dai lettori del nostro giornale - Gli originali saranno esposti nel museo Marciano DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA —In piazza c'era una breve schiera di veneziani, imbacuccati sotto la neve, a guardare in alto con un po' di malinconia. Ieri mattina una delle copie dei cavalli di San Marco è stata issata sulla loggia della basilica: entro poco tempo saranno collocate le altre tre, mentre l'originale famosa quadriga avrà definitivo rifugio nel museo Marciano. E' uno dei segni della decadenza di Venezia, aggredita di continuo dall'inquinamento. Parte degli studi per il salvataggio dei quattro cavalli bronzei, trasportati nella «Serenissima» da Costantinopoli nel 1204, e la realizzazione delle riproduzioni è stata finanziata con i 136 milioni che il nostro giornale raccolse con la sottoscrizione del 1970. Dieci anni fa, si estese l'allarme per le gravi condizioni in cui versava Venezia, corrosa dal mare ed esposta alle insidie degli agenti atmosferici. Ed era in serio pericolo la quadriga che da tanti secoli impreziosiva la loggia, Cosi, si decise il ricovero in •clinica» dei cavalli di San Marco, per una serie di esami e quindi di cure premurose. Tre delle celebri sculture lasciarono la loggia della basilica. Non era la prima volta che il grande tempio veneziano veniva privato del suo inestimabile gruppo monumentale. Nel 1797 Napoleone fece della quadriga motivo di trionfo e la spedi a Parigi, disponendo che fosse sistemata sui pilastri della cancellata delle Tuileries. I cavalli tornarono a San Marco nel dicembre del 1815, e accompagnò quel rientro l'esultanza di una folla di veneziani che riempiva la piazza. I conflitti mondiali inflissero altri «pellegrinaggi» alla guadriga: durante la prima guerra la si custodi a Roma, nell'inf uriare della seconda la si ospitò nella abbazia di Praglia, sui Colli Euganei. Sottratti al rischio dei bombardamenti, i cavalli di San Marco sono andati inesorabilmente incontro a quello dell'inquinamento. La commissione istituita per il salvataggio cominciò nel '77 i lavori di restauro, delineando il tipo di intervento. La «cura» era affidata ad Ignazio Di Bella, Marina De Luca e Corinna Mattiello. Ora, due dei componenti la quadriga sono «degenti» in una sala del museo Marciano: per uno la terapia è già finita e lo si vede dalla doratura che ha preso splendido risalto; per l'altro deve ancora avere inizio. Il terzo resta, ma ancora per poco, sui piedistalli della loggia della basilica, mentre il quarto è messo in mostra qui e là nel mondo, e va riscuotendo un successo strepitoso. Il loro posto vien preso dalle riproduzioni. Sale sul frontale di San Marco questa prima copia, circondata dagli operai che assicurano le corde. La giornata non è affatto propizia per questo esordio del cavallo riprodotto, che proviene da una fonderia di Milano. Un velo di neve avvolge le cupole del tempio e il corridoio di assi preparato sulla loggia diventa scivoloso. Imbragato e sorretto da una grande sella di legno, il cavallo che va a sostituire quello autentico è alzato con calcolata lentezza per mezzo di un paranco, dondola leggermente a metà della facciata, infine giunge tra le braccia degli operai che stanno sulla loggia. «Queste copie —dice Alberto Cosulich, primo procuratore della basilica di San Marco —, sono necessarie: la corrosione sulla superficie del gruppo monumentale è stata tale da imporre la scelta: se li si lasciava fuori, i cavalli sarebbero andati fatalmente incontro ad una alterazione gravissima». Non è soltanto l'inestimabile quadriga ad aver bisogno di amorevoli attenzioni. Per Alberto Cosulich, questo è anche il momento di rilanciare l'appello per tutta la basìlica di San Marco. «Ridotta in uno stato — dice desolato il primo procuratore —di decrepitezza globale. E' il caso di ricordare che contiene tesori immensi? Basti pensare che sono 6 mila metri quadrati di mosaici dorati Fattori atmosferici, sal¬ sedine e soprattutto acque alte hanno reso sempre più vistosi i loro effetti, in questi tempi. In undici mesi, parte del tempio è andata sotto una quantità di volte. I marmi stanno sbriciolandosi. E i turisti che vengono in visita restano sbalorditi». Giuliano Marchesini Venezia. La copia d'uno dei cavalli viene issata per essere posta sulla loggia (Cameraphoto)
Persone citate: Alberto Cosulich, Corinna Mattiello, Fattori, Ignazio Di Bella, Marina De Luca, Praglia
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