«Sarà dura ma non abbiamo paura» di Bruno Bernardi
«Sarà dura ma non abbiamo paura» I bianconeri della Nazionale ricordano Panathinaikos-Juventus ad Atene «Sarà dura ma non abbiamo paura» dal nostro inviato speciale ROMA — Cinque, tra i sei juventini che fanno parte della Nazionale, hanno già giocato nel piccolo stadio del Panathinaikos che sabato prossimo ospiterà Grecia-Italia, una partita che può darci il «visto» per la Spagna oppure rimettere in discussione la qualificazione «mondiale» degli azzurri. Che effetto fa tornare ad Atene a due mesi di distanza dalla brutta esperienza (la Juventus perse 4-2, si sfiorò la rissa e ci furono intemperanze da parte del pubblico) in Coppa Uefa? Dino Zoff fu il più bersagliato dai focosi spettatori che stavano alle sue spalle, a pochi metri da lui. «In campo piovve un po' di tutto — ricorda Zoff che paragona il pubblico ateniese a quello dei due Manchester —. Sono abituato e non ci feci molto caso — aggiunge —. Ho già avuto brividi peggiori: dalle aste di ferro che mi hanno lanciato a San Siro, al coltello che si conficcò tra l'erba dell'«Higbury* di Londra. Non credo, però, che sabato accadranno simili incidenti. Il tifo, sugli spalti, sarà sicuramente acceso: la Grecia è in corsa per la qualificazione e i suoi sostenitori cercheranno di trascinarla, come farebbe qualsiasi pubblico*. "Loti non ha paura anche se ha un'ottima considerazione per i greci e definisce la gara •aperta a qualsiasi risultato*. Bettega. ad Atene, fu il migliore tra i bianconeri e segnò anche un gol. Cerca di smorzare le polemiche che sorsero dopo quella trasferta dicendo che non accadde alcunché di «spaventoso* sia per quanto riguarda il comportamento degli avversari, tre dei quali giocheranno sabato, che della gente «calda e passionale* come lo sono i nostri tifosi. «Ambiente, campo e giocatori rientrano nella normalità — spiega Bettega, il quale dovrà sostenere l'ennesimo esame della travagliata stagione —. Quanto accadde il 1" ottobre non mi stupì più di tanto. Il disturbo maggiore toccò a Zoff ma noi non ne soffrimmo granché. La Grecia? Ha già battuto in trasferta la Danimarca ed è galvanizzata. Non si è mai qualificata per la Coppa del Mondo e la prospettiva di realizzare la storica impresa è stimolante. So che da noi ogni partita viene dipinta come se fosse decisiva anche se non lo è. tuttavia dopo i primi tre successi consecutivi, affronteremo questo impegno coscienti delle nostre possibilità di far bene*. Per Scirea la bolgia che si registrò in Coppa Uefa si stempera nel tempo e scenderà in campo senza particolari timori anche se è convinto che la Grecia lotterà con lo stesso accanimento e la stessa carica agonistica del Panathinaikos: «L'arbitro Corner fu all'altezza della situazione. Noi, dopo il 4-0 dell'andata, forse eravamo un po' troppo sicuri di passare il turno*. Un'autorete di Gentile, seguita da un suo involontario «assist-gol» ad un greco, determinarono il 2-0 che illuse il Panathinakos e i 25 mila spettatori di poter ribaltare la batosta di Torino «infiammando» lo stadio. Quella sera Gentile non si diverti affatto. «Un pubblico così non l'avevo mai visto — èia sua descrizione —. Corner, che diresse molto bene, dovette aspettare alcuni minuti prima di farci battere il rigore che frantumò le speranze agli ateniesi i quali si erano lasciati trascinare dall'entusiasmo e dal temperamento focoso. Cercammo di salvare anche le gambe. Ritroveremo Livathinos, Kapsis e Delikaris, ma non penso che la folla trascenda, lanciando oggetti vari come l'altra volta. E' stato un episodio. Mi auguro, tuttavìa, che l'arbitro francese Vautrot riesca a tenere in pugno la gara. Guai cadere nelle provocazioni. Commetteremmo un grosso errore, inoltre, achiuderci*. Tardelli filosofeggia dicendo che è un campo difficile ma gli spettatori sono fuori e non giocano. «I greci sono antagonisti abbastanza ostici, si esaltano, tuttavia possiamo farcela a superare senza danni questo ostacolo*. E se l'augura, più di tutti, Bearzot. Poi puntualizza: «Jo mi batterò perché gli azzurri ad Atene si comportino bene nella battaglia: mettere la gamba, subito e stare zitti. Ci penserà l'arbitro a mantenere l'incontro nei limiti della correttezza. Con quella di Helsinki del 77, è la gara più "calda". Se perdessimo nulla sarebbe compromesso: i due punti che avevo preventivato fra Jugoslavia e Grecia li abbiamo già fatti. La qualificazione si ottiene vincendo in casa e pareggiando fuori. Rispetto gli ellenici ma li affronto senza timori: possiamo conquistare un risultato positivo. Confermo la formazione che ha battuto la Jugoslavia. Bruno Bernardi
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