Plisetskaja trionfa nel Gabbiano al Bolshoi (tempio ora in crisi)

Plisetskaja trionfa nel Gabbiano al Bolshoi (tempio ora in crisi) Plisetskaja trionfa nel Gabbiano al Bolshoi (tempio ora in crisi) MOSCA — Erede di Galina Ulanova, Maja Plisetskaja è la grande stella del Bolshoi. Come tutte le più celebri ballerine non sembra invecchiare: a 54 anni conserva l'elasticità e la spigliata eleganza della più giovane Natalia Bessmertnoya, o delle giovanissime Liudmila Semenjaka e Nadezhda Pavlova, da molti considerate sue eredi in un futuro non troppo lontano. In più, rispetto alle nuove leve, ha classe, quell'impalpabile qualità che sa notare anche chi s'avvicina al balletto senza bagaglio critico. Quest'anno la Plisetskaja, che è anche direttrice artistica del Bolshoi oltre che prima ballerina, limita la sua attività a due balletti: II gabbiano e Anna Karenina, entrambi musicati da Radion Shedrin che — guarda caso—è suo marito. // gabbiano («Chaika» in russo) è tratto molto alla lontana dall'opera di Ceco v: è un balletto nuovissimo, presentato per la prima volta la scorsa primavera e giunto alla 15* replica. Non tutti i crìtici sovietici l'hanno accolto con il favore che il nome della prima ballerina avrebbe potuto garantire: qualcuno ha osservato che l'atmosfera della commedia di Cecov è stata evocata in una serie di vignette stilizzate, magari piacevoli, ma con un conte- nuto piuttosto limitato di quello che gli intenditori chiamano •vero balletto*. Ciò non significa che il pubblico non risponda calorosamente al richiamo: l'endemica mancanza di biglietti per gli spettacoli — balletto e opera — del Bolshoi fa si che anche per la «Chaika» della Plisetskaja ci siano molte richieste (e molte delusioni per chi non riesce ad avere neppure un ingresso di piccionaia). E poi, la Plisetskaja è or¬ mai la grande bandiera di un balletto che ha perso, in tempi recenti, alcuni dei suoi protagonisti più importanti. La defezione, l'anno scorso, di Aleksandr Godunov, e poco dopo di Leonid e Valentina Kozlov (ma la ballerina rientrò), ha messo la direzione del teatro di fronte a problemi nuovi; anche la «rivolta» dei ballerini più noti (la stessa Plisetskaja, oltre a Maris Liepa e Mikhail Lavroskij, tanto per citare i più noti) contro il direttore artistico Yuri Grigorovich, accusato di essere arbitrario e dittatoriale nelle sue scelte, ha indebolito l'equilibrio tradizionale, l'atmosfera quasi sacra di quello che passa per il più prestigioso balletto del mondo (ma il Kirov, a Leningrado, disputa quel primato). n teatro — e il pubblico — si raccoglie allora attorno alla sua grande ballerina. Gli applausi, le grida di «bravo» (almeno in questo l'italiano ha raggiunto anche Mosca) forse stonano con l'atmosfera un po' severa che emana dagli ori e dai cristalli del «grande teatro»: sette, otto, dieci volte la Plisetskaja deve presentarsi sul proscenio, a raccogliere non solo battimani, ma i fiori che le vengono lanciati dai palchi alti, quelli che in pratica lambiscono il palcoscenico. E con lei, Nina Zarechnaja in scena, sono applauditissimi Barikin ed Efimov, che hanno danzato nei panni di Trepliev e Trigorin, co-protagonisti di questo dramma di amore non corrisposto, di ambizioni fallite, di illusioni, ambientato nella campagna nobile della Russia E il gabbiano, simbolo della vita e dell'arte, torna a volare: uno dei momenti, nell'allestimento coreografico, più riusciti di questa «Chaika». f. gai_ Maja Plisetskaja, ancora grande stella, ha 54 anni

Luoghi citati: Ceco, Leningrado, Mosca, Russia