Così impiegheremo i soldi

Così impiegheremo i soldi Così impiegheremo i soldi Non conosce argini il flusso inesauribile della solidarietà. Al nono giorno la sottoscrizione aperta da La Stampa, a favore delle genti del Sud devastato dalla catastrofe, ha superato i 3 miliardi: abbiamo raccolto finora tre miliardi 437.913.318 lire. Sono piccole offerte date con il cuore in gola da chi non ha da scialare. Sono cifre sostanziose da aziende, ditte commerciali, scuole, banche, dipendenti di enti pubblici o privati, anonimi. Soltanto nella giornata di ieri sono stati raccolti 536 milioni 573.868 lire. Quando si presentano ai nostri sportelli, i lettori hanno tutti una domanda che preme: -Agite in fretta. Portate aiuti concreti. Provvedete alla ricostruzione*. Non tono soltanto raccomandazioni, ma un impegno richiesto dalla generosità. Ebbene, La Stampa ha già dato le prime testimonianze di questo impegno. Subito i giornalisti sono accorsi sui luoghi della disperazione; hanno distribuito, tra pioggia e fango, macerie direttamente alle famiglie, da 200 mila a due milioni di lire per una, secondo le reali esigenze, lo stato di indigenza, la dolorosa perdita rielle persone care, tra cui, spesso, anche il capofamiglia. Come seconda fase, abbiamo comprato cinquanta roulottes, sollecitati in questa scelta dalla gente disperata alla ricerca di un riparo qualsiasi per non andarsene dalla terra dove molti sono nati e cresciuti, dove tutti vogliono poter essere presenti e partecipare alla ricostruzione. Non abbiamo esitato anche ad inviare medicinali e viveri, quando erano indispensabili. Abbiamo programmato anche la spedizione, per aereo, di completi impermeabili per riparare le persone dal maltempo. Ma per esaudire il desiderio espresso da tutti coloro che ci chiedono un impegno concreto con i fondi raccolti nella sottoscrizione, dovevamo pensare a ripari più confortevoli di una roulotte. Realizzeremo un villaggio per mille persone, sull'area che oggi stesso ci sarà indicata dai sindaci dei paesi terremotati, a cui il commissario straordinario on. Zamberletti ci ha indirizzato. Si tratta di prefabbricati metallici; possono ospitare ognuno una famiglia; sono capaci di proteggere dal freddo fino a 15 gradi sotto zero e possono essere insediati, appena trovato il terreno disponibile, in tempi brevissimi. Si tratta — e lo vogliamo sottolineare a chiare lettere — di una soluzione transitoria e provvisoria. Non è nostra intenzione né creare baracche né dar vita ad uno stuolo di baraccati senza futuro. La ricostruzione sarà lunga e impegna¬ tiva. Gli edifici in muratura non sorgono dal nulla: occorrono sondaggi nei terreni, drenaggi, materiali asismici, progetti specifici. Ma a tutto questo dovrà provvedere lo Stato. Noi, cittadini, possiamo soltanto preoccuparci della gente che non vuole abbandonare la sua terra, quegli orizzonti troppo amati, le tombe dove riposano i parenti strappati alla famiglia dai macigni abbattuti dal terremoto. E anche gli orti, i campi, gli animali che rappresentano per contadini e montanari l'unica ricchezza dalla quale non vogliono né possono separarsi. Ma proprio perché la gente del Sud non accetta di essere sradicata, rifiuta l'esodo, s'aggrappa alle macerie, dobbiamo consentirle di poter seguire da vicino la fase della rinascita, di. poter dare il suo contributo di braccia giovani e di tradizioni antiche. Offrire cioè la possibilità di dar corso alla nuova vita in un villaggio prefabbricato che però dovrà — e speriamo presto — cedere il posto alle nuove case antislsmiche nel quadro della ricostruzione a cui provvederà lo Stato. A questa scelta hanno collaborato tutti. La donna anziana che si è presentata ieri agli sportelli del salone di via Roma con un bigliettino •In onore di Papa Giovanni- e due milioni di risparmi in mano: -Sarà per una casetta?- ci ha domandato. La sua era una speranza. Non sarà delusa. Cosi per i militari del reparto Comando Trasmissioni, brigata -Cremona», che si congedano oggi. Com'è tradizione avrebbero fatto festa: •Ma non è tempo di feste, questo. Non si fanno a cuor leggero-. E hanno versato i soldi raccolti a Specchio dei tempi. Cosi l'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino che «rinunciando a una riunione conviviale- ha stabilito che la somma (un milione) venisse versata alla sottoscrizione. E le scuole da Torino e dalla provincia (Forno Canavese, Moncalieri, Ivrea, Rivoli) e da altre regioni, com'è il caso dell'Istituto Tecnico .Alma Mater. di Alassio. portano cifre cospicue, raggranellando anche 50 e 100 lire, con un unico scopo: .Darete un tetto ai bambini? Alle famiglie?-. Arriva un cittadino: -Tre milioni, N.N... Arrivano le industrie, i dipendenti dell'Assessorato all'Agricoltura della Regione (un milione 130 mila). Un operaio in tuta, versando oltre mezzo milione, dice: 'Abbiamo fiducia in voi. Vedete, vogliamo che i nostri soldi arrivino intatti e che servano anche soltanto a innalzare un riparo provvisorio. Ne hanno bisogno, poveretti..

Persone citate: Alma Mater, Papa Giovanni, Zamberletti

Luoghi citati: Alassio, Forno Canavese, Ivrea, Moncalieri, Torino