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«Pecorelli mi confidò di avere nel mirino Bisaglia e Andreotti» Memoriale di un giornalista ai 5 saggi «Pecorelli mi confidò di avere nel mirino Bisaglia e Andreotti» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Sfilano i testimoni davanti al giuri d'onore. Amici e nemici di Pecorelli, giornalisti, collaboratori di «O.P.». Ieri è toccato al deputato di Livorno Emo Danesi, già segretario di Bisaglia; ai giornalisti Franco Simeoni, direttore del «Giornale d'Italia» e Paolo Scandaletti, già capo ufficio stampa di Bisaglia e adesso vicedirettore del «Gazzettino di Venezia». I collaboratori di «O.P.» Renato Corsini e Paolo Patrizi. Infine il deputato radicale De Cataldo che è stato anche legale della famiglia Pecorelli. A Palazzo di Giustizia intanto i magistrati proseguono le indagini sul dossier petroli e sui rapporti fra Sid e «O.P.» Un importante appuntamento è stato quello che ha visto di fronte il giudice Sica con il capitano Antonio La Bruna già braccio destro del generale Maletti. La Bruna, era diventato un frequentatore abbastanza assiduo di Pecorelli dopo che nel passato «O.P.» lo aveva attaccato duramente. Sembra che l'ex capitano del Sid abbia parlato soprattutto dell'ultimo incontro molto intimo, durante il quale il giornalista lo avrebbe messo al corrente dei suoi timori Una testimonianza importante, invece per i senatori, è stata quella di Giuseppe Settlneri, un giornalista veneto che nel '76 diresse per alcuni mesi «Il Corriere Mercantile» di Genova. Settineri ha consegnato un memoriale che in parte allegerisce la posizione di Bisaglia. Parlando del 'Carattere ricattatorio» di «O.P.» Settineri ha sostenuto che molti finivano per concedere finanziamenti alla rivista «per togliersi di messo un seccatore». Pecorelli gli aveva detto più volte di avere «ne/ suo mirino» Andreotti e Bisaglia, di voler •cogliere l'occasione buona per costringerli ad addivenire ad un accordo con lui per il finanziamento dell'agensia».