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Dopo l'Apocalisse Carrà scopre i capanni al mare Dopo l'Apocalisse Carrà scopre i capanni al mare I riconosco — scrìveva Carlo Carrà in un articolo uscito ne "La Voce" del 30 aprile 1916 — come il primo uomo si riconobbe fatto di Infinite armonie lineari... sono spirito fatto forma». E subito, più ancora che alla pittura, si pensa all'immediatezza del disegno, strumento ideale per fissare idee e forme nel loro stato sorgivo: attività cui Carrà, nato nel 1881 a Quargnento, tra Asti ed Alessandria, si dedicò soprattutto quando più fattiva poteva sembrare la sperimentazione nel definire un nuovo linguaggio. Così accadde, ad esempio, nei circa duecento fogli metafisici compresi nel catalogo ragionato dei disegni di Carrà tra il tardo 1915 e il '21; ed ancora alla fine della guerra, in un nuovo 'ricercare» in cui l'artista sembrava gettare un ponte tra la propria visione e le «cose» che lo circondavano. Di un sì vasto corpus La Nuova Italia ha di recente pubblicato nella sua ormai celebre 'Collana Grafica», un gruppo di 62 riproduzioni in fac simile: sono disegni, acqueforti, litografie scelte ed annotate dal figlio, Massimo Carrà, che ne ha delineato così un preciso itinerario capace di riflettere, di tappa in tappa, il significativo sviluppo dell'arte italiana contemporanea: dal Futurismo, di cui Carrà firmò con RussoIo, Balla e Severìni il famoso manifesto, alla *metafisica» nella quale la spazialità dechirichiana, che s'era misurata sui templi greci, aveva assunto piuttosto la marcata struttura cubiculare d'un plasticismo giottesco, coerente con l'intera visione di Carrà che si venne caratterizzando in ogni momento come sintesi figurale: nello splendido foglio simbolistico de I Cavalieri dell'Apocalisse sino al Gentiluomo ubriaco del '16 e ai Capanni al mare del '63. . , Angelo Dragone Carlo Carrà, Disegni, acquatorli, litografie. Scelti e annotati da Massimo Carrà. 62 riproduzioni in facsimile, 30 pp. di testo. La Nuova Italia, 90.000 lire.