Ronconi e Perlini ritrovano Ibsen in soffitta

Ronconi e Perlini ritrovano Ibsen in soffitta Ronconi e Perlini ritrovano Ibsen in soffitta ito custojrsonaggi lo circonioglie e la i la quale avuto un tre ritorte, nel filo partirà ette anni :r la fuga appresso piega, «se irò subito a questo ito siano ineamenli. Ronco- Ma, ci si può domandare, com'è stata possibile una simile coincidenza? E' puramente casuale o c'è un «piano preordinato»? Ci sono due storie da raccontare, due storie parallele organizzate da una semplice casualità. E' vero che siamo in pieno revival lbseniano, ma è anche vero che, sfoltiti i lavori .sociali» tipo Le colonne del-, la società, Un nemico del popolo, ed esauriti l lavori di fredda analisi d'ambiente borghese da Hedda Gabler a Casa di bambola (ne ha ricavato un film persino il lanciatissimo Fassbinder, quello del .Matrimonio di Maria Braun»), non restava che riconsiderare il Borkman per le sue caratteristiche di rappresentazione dei conflitti dapprima latenti e poi esplosivi sul tema del rapporto fra generazioni: emblematicamente, da una parte il triangolo della vita (il figlio che scappa) e dall'altra il triangolo della morte (John Gabriel e le stanche, rassegnate sorelle). Ronconi ci è arrivato mentre, a Prato, preparava con Marisa Fabbri la riduzione ad un unico personaggio delle Baccanti. Il regista Intendeva ripetere l'opera- Stanno preparando per la scena e per la tv due versioni di «Borkman», ^ un dramma dimenticato da cinquant'anni, sul conflitto tra padri e figli zlone, cioè far recitare alla bravissima Fabbri tutti i ruoli del dramma, poi fu assorbito da altri impegni (L'uccellino azzurro) e lo ha tirato fuori dal cassetto quando ha deciso di rompere il suo_ritiro in Umbria, da dove faceva sapere di non avere programmi di teatro per la stagione appena iniziata. Solo l'incontro con un'attivissima funzionarla della Rai, Roberta Carlotto, lo ha convinto ad abbandonare l'isolamento e di rientrare in azione, sia pure in uno studio televisivo. Sarà una versione del dramma che continuerà, come fa sapere il regista, l'esperienza condotta con La torre di Hoffmanstahl, andata in onda agli inizi ni ha appena cominciato la registrazione negli studi televisivi di Torino, per conto della Rete Due, con gli attori Franca Nuti, Stefano Madia, Omero Antoniutti. Marisa Fabbri; Perlini comincerà fra un mese le prove, per conto del Teatro Stabile di Roma, con Ilaria Occhini, Massimo Foschi e Romeo Castellucci. L'uscita del Borkman televisivo è prevista per la prossima primavera inoltrata, per quella teatrale c'è già une, data precisa: il 21 gennaio '81 all'Argentina. Sarà indubbiamente interessante fare un confronto. dell'80. Ovvero, una rigorosa lezione di prosa ricca di sfumature, calata all'interno di un impianto scenico ideato dallo stesso Ronconi, che si avvale peraltro della collaborazione di Eugenio Guglielminetti. Per quanto riguarda Perlini. si tratta di una commissione del direttore del Teatro di Roma, Luigi Squarzina; e si può precisare meglio che si può parlare anche di una donazione. poiché Squarzina — che aveva pensato di realizzare questo Ibsen — ha preferito concentrarsi per quest'anno su Casa cuorinfranti di Shaw. Perlini, zelantissimo e superimpegnato (quattro regie da fare), ha accettato, accordando fiducia agli interpreti scritturati in precedenza dal teatro. Ciò significa che non affronterà il compito con la sua consueta armata brancaleone di simpatici attori presi più o meno dalla strada. Amelio detto Meme avrà al suo fianco Antonello Aglioti, consigliere e scenografo abituale. Che cosa hanno in mente? Soprattutto una illustrazione del Borkman, una valorizzazione delle immagini in esso contenute, e sono molte e suggestive: sicuramente, la scena finale che si svolge in una tempesta di neve, su una montagna, darà ai due estrosi artisti l'occasione di sbizzarrirsi. Si sa che i personaggi saranno truccati e vestiti come Bozzetto di E. Mundi per «Spettri» di l'uscii Accanto al lilolo: Ibsen visto da Levine esseri mostruosi, come autentici diavoli, rinserrati in uno spazio piccolissimo fino alla esplosione conclusiva della tempesta. ■ Vogliamo restituire in maniera concreta, palpabile, l'atmosfera claustrofobica, soffocante, in cui vivono e si dilaniano John Gabriel e gli altri», affermano i due. Se, insomma, Ronconi è orientato verso una regia minuziosa, Perlini e Aglioti annunciano di usare Ibsen — rispettando al massimo 11 testo — per inventare visivamente un dramma «Isterico». Tra alcuni mesi sapremo chi avrà saputo togliere il Borkman dalla soffitta, liberandolo dalla ingiusta polvere cui è stato condannato. Italo Moscati

Luoghi citati: Argentina, Prato, Roma, Torino, Umbria