Balì il mio metodo è la follia

Balì il mio metodo è la follia Balì il mio metodo è la follia Anticipiamo gli scritti teorici del pittore e apriamo un dibattito Che cosa rappresentano oggi la sua figura e la sua opera? Rispondono cinque esperti NEL rinnovato interesse per l'opera di Salvador Dalì, oggi settantaseienne, specialmente dopo la grande mostra dello scorso anno al Beaubourg, ha un posto di rilievo l'imminente pubblicazione italiana dell'antologia dei suoi scritti (Salvador Dalì, Sì. La Rivoluzione Paranoico-Critica. L'Arcangelismo Scientifico, Rizzoli, pagine 408. lire 5000). già in parte apparsa a Parigi nelle edizioni Denoel-Gonthier nel 1971. Essa comprende testi datati tra il 1927 e il 1978. per la maggior parte appartenenti al periodo surrealista, già pubblicati su riviste del gruppo di Breton o in fascicoli oggi introvabili. Questi scritti, tutti a dimensione paranoico-critica, ci forniscono un'ulteriore chiave di lettura della singolare personalità di Dalì: essi costituiscono un calembour di invenzioni e immagini a getto continuo, di illuminazioni, di percorsi mentali acrobatici e percorrenti tutti i campi della conoscenza umana, di quella che è considerata la «lucida follia» del notissimo pittore catalano. Entrato, tramite Mirò, nel ristretto gruppo surrealista a Parigi nel 1928-1929. ne fu escluso nel 1934 per «deviazionismo piccolo-borghese» e bollato da Breton con lo sprezzante anagramma del suo nome in Avida Dollara. Ma fu proprio in quegli anni di appartenenza attivissima al grup¬ po che Dalì elaborò la sua teoria i\e\\'attività paranoico-critica, definita «metodo spontaneo di conoscenza irrazionale fondato sulla oggettivazione critica e sistematica delle associazioni e interpretazioni deliranti». Questo metodo è dunque nato nel periodo di diffusione e riflessione in Europa delle teorie di Freud sull'inconscio: esso, come sottolinea nell'introduzione Patrice Schmitt, ebbe una decisiva influenza sul giovane Jacques Lacan, che nel 1932-1933 ne diede un importante riconoscimento scientifico. Attraverso l'attività paranoico-critica, che può considerarsi un'ulteriore evoluzione del metodo del dettato dell'inconscio e dell'esaltazione degli stati ipnotici e psicotici surrealisti, nonché della teoria freudiana dell'associazione libera. Dalì pratica la dissoluzione dei confini tra vita-artesogno. oggettivando, proiettando nelle sue opere e nei suoi scritti stati deliranti creativi che solo il «genio», come ama spesso definirsi, può provare. Mirella Bandini Sulla figura e l'opera del controverso artista catalano abbiamo chiesto un parere al pittore e scrittore Emilio Tadlnl, al critici d'arte Renato Barllll, Lea Vergine e Paolo Fossati, e allo studioso e gallerista Arturo Schwarz. Dall'. «Mac West» (e. I93-4-.W)

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