Borges: ho tutti i I

Borges: ho tutti i I Borges: ho tutti i I del mondo non gli occhi per le; •Un po' assurda. Mio padre aveva una biblioteca inglese e io credevo che l'italiano fosse molto diverso dallo spagnolo. In casa-nessuno sapeva l'Italiano. E cosi lessi Dante In Inglese, Con passione, seguivo le note che formavano una specie di enciclopedia medioevale. Dalle note tornavo al testo. Poi sono riuscito a trovare un'edizione bilingue, in inglese e in italiano. Arrivato al Purgatorio mi sono accorto che potevo fare a meno della versione inglese e che potevo leggere direttamente 1 più bei versi del mondo. Ho letto almeno dieci volte la "Divina Commedia", sempre in diverse edizioni, perché ci sono sempre differenze nelle note, nei commenti. Credo che la migliore sia quella di Attillo Momigliano». ■Conosce l'edizione illustrata da Dorè?». ' •SI, Dorè è straordinario. ' Eppure, guardi cosa è avvenuto con "Don Quljote". Le illustrazioni che egli fece per l'opera di Cervantes non hanno proprio niente a che fare col testo. A Dorè interessava il paesaggio e a Cervantes no. Era praticamente un cieco per 1 paesaggi Cosi Dorè lo ha arricchito di paesaggi- Nella "Divina Commedia", al contrario, ci sono molti paesaggi... E che paesaggi!». «Che temi indagherà nei suoi saggi»? • Saranno su brani che amo o ricordo in modo speciale. Su alcuni personaggi. Ad esempio mi ricordo di Ulisse, del Conte Ugolino. E di questo verso stupendo "...Fuggendo a piede e 'nsangulnando il piano.-"». • Ricordo alcuni episodi del Paradiso. Comunque non sarà un lavóro ordinato. Sarà semplicemente una raccolta di note, di un innamorato discreto, di una persona la cui memoria è piena dei versi della ''Divina Commedia". •Però io non so l'italiano... Una volta sono andato a teatro con Bioy Casares e Silvina Ocampo, a vedere un lavoro di Pirandello. Dopo 11 primo atto ce ne siamo andati via perché non capivamo niente. Se l'avessimo letto prima avremmo capito. E' chiaro», gli attori recitano In fretta. Quando si legge, se non si capisce qualcosa, si torna indietro. Ho letto anche 1' "Orlando Furioso" e la "Gerusalemme Liberata" e Croce. «Lei crede che i giovani leggano i classici come si faceva un tempo»? «Non lo so e non so neanche se conviene che un libro sia di lettura obbligatoria. Quando ero professore di letteratura inglese non imponevo nessuna lettura ai miei alunni. Volevo che amassero questa letteratura e dicevo loro "se un libro non vi dà piacere non dovete leggerlo". Una volta un italiano mi disse che Dante non gli piaceva perché aveva dovuto leggerlo a scuola.. Per questo credo che non debbano esservi letture, obbligatorie. La lettura dovrebbe essere sempre ludica, una forma di emozione, di piacere... Quando si legge per forza poi si dimentica «Un critico argentino ha detto che tutti gli scrittori ze, anche se non viste, intuite, i saporì della buona cucina. «Cosi leggera e gustosa — dice — molto migliore di quella pesante cucina francese». «In Italia, poi, si sente il Tempo, come in Egitto, come in Oriente... Si sente tutto il tempo trascorso... mentre altrove, in tanti altri Paesi è diverso. E come se tutti fossero un po' l'America, tutto nuovo... E quando sono arrivato a Roma ho detto "Civis romanus sum", anche se non ho una sola goccia di sangue italiano nelle vene. E' cosi, tutti lo siamo.. «Borges, questo è stato un anno molto intenso per lei: viaggi, premi, conferenze, ■interviste «'la'promessa di . un libro dedicato alla "Divina Commedia"»... «Questo libro uscirà l'anno prossimo. In Spagna verrà pubblicato dalla casa editrice Espasa Calpe. Riunirà alcuni saggi su Dante e la "Divina Commedia". Ho passato la vita leggendo e rileggendo la "Divina Commedia". E, siccome non so l'italiano l'ho letta in diver¬ BUENOS AIRES. Nel suo modesto appartamento vicino alla Piazza San Martin di Buenos Aires, in mezzo alle sue enciclopedie e ai suoi cari classici, Jorge Luis Borges ha compiuto da poco 81 anni. Un gatto bianco e grasso gli tiene compagnia ed assiste ai suoi lavori, alle interviste, alle letture che gli fanno e, naturalmente, alle lunghe ore di solitudine. Dietro l'aspetto fragile, la maschera di cera del suo volto e quello sguardo strano, perso in contemplazioni interne, c'è un Borges incredibilmente fresco e pieno di vita. Curioso. Affabile e sempre ben disposto a chiacchierare. Un Borges che conquista immediatamente l'interlocutore. E non è vero, come dicono alcuni, che egli si chiude nel suo mondo di letteratura e di ricordi, è ben contento se qualcuno è disposto ad entrarci. Parla del suo recente viaggio in Italia. Del piacere con cui ha riscoperto il fascino dell'antica civiltà, le bellez¬ se edizioni. Perché gli italiani fanno qualcosa che in nessun altro Paese si fa. Io sono stato professore di letteratura inglese, che amo molto, e durante 1 20 anni che l'ho Insegnata ho avuto tra le mani molte edizioni di classici inglesi, per esempio quelle di Oxford. Ebbene, le assicuro che sono povere di fronte alle edizioni di classici italiani: quelle, per esempio, di Momigliano, Petrazzini o Sapegno. C'è una nota per ogni riga. Se non si capisce un verso, cosa che spesso avviene, si legge la nota e si afferra allora 11 senso. Credo che sia une sbaglio tradurre in spagnolo. E' il frutto di una specie "di superstizione, e cioè credere che-si tratti di linerie molto diverse. Invece sono dialetti che derivano entrambi da) latino. Sono lingue simili. Italiano e spagnolo sono più vicine fra loro del francese, che è una lingua di consonanti, non di vocali». «Com'è stata la sua prima lettura della "Divina Commedia".? Ire disegni sono de! maestro li. .'• argentini che scrivono bene sono stati influenzati da Borges. Ma anche fuori dall'Argentina si parla spesso della sua influenza... Cosa ne pensa»? •Penso di non essere il maestro di nessuno, che sono discepolo di tutti» E poi... con l'andar del tèmpo, cosa s'impara? S'impara ad evitare certi errori, ma non a imbroccarla. Per esempio, io adesso scrivo in un modo più semplice di prima, non sono barocco, cerco di eludere metafore impressionanti. Evito certi vizi, ma non so se facendo tutto questo scrivo realmente meglio. Forse proprio in questi vizi consistevano le mie virtù: lo stile barocco, le metafore eccessive...». «Che impressione le dà il fatto che i suoi lettori porti¬ no dentro di sé là me the dei suol scritti»? ... i\niii «Beh è una cosa che mi sempre meravigliato. 1 avrei mai pensato che avrebbero preso sul se Quando ho pubblicato il i primo libro nel 1923 "Fer de Buenos Aires" in esemplari, costati a mio dre 300 peso* (evldei mente era meno caro st pare allora) non ho man