L'avventura di Frate Cellotex di Francesco Vincitorio

L'avventura di Frate Cellotex L'avventura di Frate Cellotex T A leggenda di Burri pittore, questo I I Grande Umbro nato a Città di Castello nel 1915, incomincia in un campo di prigionia nel Texas. Era stato preso in Africa, dove si trovava come medico militare. Lo scrittore Giuseppe Berto, prigioniero nello stesso campo, raccontò questo esordio e le motivazioni che spinsero Burri, una volta tornato a casa, a diventare pittore. Trasferitosi a Roma, nel '49-'50 ecco i primi «Sacchi,, che fecero subito scandalo. Nel gennaio del '51 firma con Capogrossi, Ballocco e Colla, il manifesto del Gruppo Oiigine: una perentoria scelta non figurativa. Oggi egli tende a minimizzarlo ma, in sostanza, sarà la sua costante poetica. Un anno dopo, Lorenza Trucchi parla acutamente di «opera inquieta e inquietante, di materia tremenda e splendida, ricca e poverissima, alchimia di colla, vernici e mistero». Intanto viaggia, torna negli Stati Uniti, si isola spesso nel paese natale. Appe¬ na può va a caccia, un'altra leggenda. Nel '55 sposa Miusa Graig, danzatrice e coreografa americana. Sono anche gli anni delle 'Combustioni-, delle quali Arcangeli sottolineerà il significato epico-drammatico. Poi, nel '57, i •Ferri-, che proseguono il riscatto estetico della materia usuale ma con più contenuta tensione. Dopo una pausa, agli inizi degli Anni 60, le * Plastiche*. Un'altra alchemica trasformazione in bellezza pittorica di questa «vilissima materia quotidiana», per usare le parole di Brandi, au tore della prima monografia sul pittore. Nel 71 la prima antologica pubblica alla Galleria Civica di Torino. Nello stesso anno una monografia di Calvesi che analizza la coerenza e, al tempo stesso, l'incredibile capacità di rinnovamento di quest'artista. Lo rileverà anche Rubiu in un volume pubblicato nel 75 da Einaudi, dove nota come di colpo Burri sia passato, con i 'Bianchi- e i •Neri-, a una pittura quasi immobile. «Fra¬ te Cellotex-, li definirà Argan, in occasione di una memorabile mostra nel Convento di S. Francesco ad Assisi. Essi sono il preludio ai 'Cretti-, serie grandiosa e misteriosa in cui la materia diventa un'immagine ancor più assoluta. Nel 78, nel Museo di Capodimonte a Napoli, accanto ai capolavori del passato, il gigantesco -Grande Cretto Nero- di m. 15x7. Ormai, chi guarda è preso da una specie di stupore estatico. Così come, linverno scorso, nell'immenso capannone del tabacco a Città di Castello, dove ha voluto presentare il suo •Viaggio-: dieci grandi quadri, ognuno stilisticamente riferito alle tappe del suo cammino, che, affiancati, formano un unico lavoro. Un viaggio, uno sviluppo che non è ancora finito. Come dimostra quest'ultima opera formata da nove grandi quadri, esposta da oggi a Orsanmichele a Firenze. Francesco Vincitorio

Persone citate: Arcangeli, Argan, Ballocco, Burri, Calvesi, Capogrossi, Einaudi, Giuseppe Berto, Rubiu