Altro che frigo Quest'arte ribolle e sogna

Altro che frigo Quest'arte ribolle e sogna Saggio sul Neoclassicismo Altro che frigo Quest'arte ribolle e sogna SUL Neoclassicismo la bibliografia, ormai, è sterminata. Ogni suo aspetto è stato sviscerato, l'hanno studiato fior di specialisti, con risultati spesso avvincenti. Ma questo accumulo di letture ha, inevitubilmente, provocato un accentuarsi di disparità interpretative. La linea del Neoclassicismo, fino a ieri abbastanza chiara, si è come aggrovigliata, i confini sfumati, frequentemente si parla, per esempio, di proto-romanticismo per fatti e momenti finora considerati addirittura esemplari dellapoetica neoclassica. Quindi, altrettanto ine¬ vitabile che, ad un dato punto, si arrivasse ad una specie di richiamo all'ordine. Viene da un giovane studioso inglese: Hugh Honour. E già il titolo secco e perentorio del suo volume — Neo-classicism. nell'edizione inglese — evidenzia ciò che egli vuole. Prima di tutto la delimitazione del periodo a cui compete l'eticlietta, sia pur postuma, di Neoclassicismo. Periodo assai breve, con pochi prodromi e quasi subito gli imbastardimenti dello stile Impero. Fuori campo il lento degradamento che si confonde con l'insorgere del Romantici¬ smo. Torna insomma, in auge il vangelo del Winckelmann, l'originale poetica basata soprattutto su un sogno di perfezione classica. Una temperie, una tensione fortissima — a/tro che frigidaire erotici, come qualcuno malignava! — in perfetta sintonia con le aspirazioni generali dell'epoca. Avranno nella rivoluzione francese il loro epilogo. Tale taglio critico ha portato, quasi per deduzione, al riemergere, al primato di poche figure dominanti. Diciamo, gli ortodossi: il David della prim'ora, Canova, Ledoux e pochi altri. Essi segnano, in un certo senso, la rotta. E attraverso una serie di capitoli sui rapporti con l'antichità, su arte e rivoluzione, sul sublime ecc., Honour non fa che sottolineare la loro importanza per i mutamenti di sensibilità, le reazioni all'imperante gusto rococò. Forse, a mio avviso, trascurando un pochino certe significative contraddizioni, gli arruffa che si manifestano in alcuni, le devianze. Insomma, un mettere ordine che era probabilmente necessario, che rende utile la lettura di questo libro, specie per riavere una visione d'insieme più mentalmente governabile. Ma, alla fine, con il sospetto che qualcosa, forse, è rimasto fuori da questo ordinato perimetro. Francesco Vincitorio Hugh Honour: Neoclassicifimo Einaudi, 159 pagine, 20.000 lire. Disegno di Flaxman, 1973 (pari.)

Persone citate: Canova, Einaudi, Francesco Vincitorio Hugh, Hugh Honour, Ledoux